GP de Plouay-Bretagne WE 2011: Tutto è miele per Annemiek - Van Vleuten su Stevens: corsa e Coppa
- GP DE PLOUAY-BRETAGNE WE 2011 [1]
- Garmin - Cervélo [Donne] 2011 [2]
- HTC Highroad Women [Donne] 2011 [3]
- Nederland Bloeit [Donne] 2011 [4]
- Annemiek Van Vleuten [5]
- Chantal Blaak [6]
- Elena Berlato [7]
- Emma Pooley [8]
- Erinne Willock [9]
- Evelyn Stevens [10]
- Judith Arndt [11]
- Marianne Vos [12]
- Monia Baccaille [13]
- Noemi Cantele [14]
- Rossella Callovi [15]
- Sharon Laws [16]
- Ciclismo femminile [17]
Se dovessi scegliere un detto per riassumente la carriera sportiva di Annemiek Van Vleuten è che non tutti mali vengono per nuocere: nel caso della ciclista olandese i mali sono arrivati sotto forma di una doppia operazione al menisco e di una dolorosissima rottura del legamento crociato anteriore quando non aveva ancora compiuto 23 anni. Questi infortuni hanno costretto Annemiek Van Vleuten a lasciare il calcio, uno sport in cui riusciva a sopperire a limite tecnici con una grande condizione fisica: il mondo del pallone probabilmente non avrà pianto la perdita di questa giocatrice ma chi ha potuto trarne benefici, invece, è stato il ciclismo che proprio in quei giorni della riabilitazione ha trovato una grande campionessa in grado di arrivare a vincere la sua prima Coppa del Mondo dopo appena cinque stagioni in sella.
Il GP de Plouay è stato come quasi tutti gli anni una corsa emozionante e avvincente fino agli ultimi metri e la Van Vleuten si è giocata perfettamente le sue carte vincendo gara e classifica finale: dopo i successi al Fiandre e a Vargarda, unici della stagione prima di oggi segno di una resa straordinaria negli appuntamenti che contano, non ci poteva essere conclusione migliore per la 28enne della Nederland Bloeit che potrebbe avere ancora margini di miglioramento essendoci avvicinata alla bicicletta solo da pochi anni. Nel successo in Coppa del Mondo di Annemiek, però, c'è un segno profondo di Marianne Vos che nella sua carriera ha sempre cercato di aiutare le compagne di squadra ma quest'anno forse si è davvero superata forte anche di uno stato di forma che sembra permetterle di fare ciò che vuole: al Fiandre avrebbe potuto mettere l'amica a tirare negli ultimi due chilometri per puntare alla volata invece Annemiek scattò e vinse; a Vargarda addirittura arrivò a fermarsi poco prima della linea per essere sicura di farle prendere la maglia; oggi a Plouay, invece, ha corso come neanche il migliore dei gregari avrebbe fatto.
Nel ciclismo femminile il circuito di Plouay è uno di quelli che invita le più forti a muoversi già quando mancano parecchi chilometri al traguardo ed anche quest'anno è stato così. Dopo un primo giro tranquillo c'è stato il primo vero attacco portato dalla britannica Sharon Laws che, da sola, ha guadagnato fino a 20" sul gruppo: verso la fine della seconda tornata la ciclista della Garmin-Cervélo è stata raggiunta da Evelyn Stevens (HTC) ed Erinne Willock (Tibco) ma il distacco sulle inseguitrici è rimasto costante tra i 20 ed i 25 secondi. La corsa è esplosa nel terzo dei sei giri in programma quando la Laws si è staccata ma da dietro sono rinvenute sulla testa della corsa Emma Pooley, Chantal Blaak e Annemiek Van Vleuten: non si era neanche a metà gara e già la corsa rischiava di essere chiusa. A circa 50 chilometri dall'arrivo il gruppo era segnato con un ritardo superiore ai due minuti.
A questo punto c'è stata una prima reazione del gruppo con un forcing poi e un contrattacco di una decina di atlete poi: a questo punto Marianne Vos ha deciso di fare tutto da sola lanciandosi all'inseguimento del drappello con la compagna di squadra Van Vleuten proprio nel momento in cui in testa alla corsa allungava Emma Pooley. Per Marianne Vos l'operazione aggancio è stata praticamente una formalità e a questo punto è iniziato un inseguimento splendido tra Pooley e Vos: la britannica con il suo stile esteticamente sgradevole ma brutalmente efficace era riuscità a guadagnare un margine di 40", la campionessa olandese invece s'è messa in testa senza neanche pensare e s'è portata dietro le altre quattro fuggitive ottenendo appena un paio di cambi dalla compagna di squadra in più di 25 km. Avesse lasciato scappare via la Pooley aspettando poi di vincere la volata per il secondo posto, Marianne Vos avrebbe vinto la Coppa del Mondo: i suoi piani, però, non erano questi.
All'inizio dell'ultimo giro, a 19 km dall'arrivo, le cinque inseguitrici avevano un ritardo di 28" da Emma Pooley mentre alle loro spalle era rimasto il vuoto più totale; ai meno dieci il margine era sceso ancora a 19" e questa lotta sul filo dei secondi è terminata solo a cinque chilometri, poco prima di quello strappo che l'anno scorso aveva lanciato la Pooley verso il secondo successo consecutivo. Appena l'inglese è stata ripresa è scattata in contropiede l'americana Stevens tallonata da Van Vleuten mentre la Vos, logicamente un po' sofferente, s'è limitata a controllare Willock e Blaak. La Stevens pur sapendosi battuta in sprint a due ha tirato al massimo anche perché il secondo posto era comunque meglio del quinto certo che le sarebbe spettato fossero rientrare le altre: la volata praticamente non è esistita perché quando l'olandese è partita, Evelyn ha mollato subito tagliando il traguardo a 3". A 46" Marianne Vos ha completato la festa della Nederland Bloet cogliendo il terzo posto davanti a Blaak e Willock. Sesto posto a 1'06" per Emma Pooley mentre il gruppo è arrivato con un ritardo di ben 5'45" è stato regolato per la settima posizione da Judith Arndt. Non bene oggi le azzurre (Longo Borghini 19a la migliore) che nella Coppa del Mondo in quattro nelle prime venti con Berlato 15a, Baccaille 16a, Cantele 17a e Callovi 20a.