Giro d'Italia 2011: Un'occasione andata sprecata - Scarponi e Nibali potevano fare di più per insidiare Contador

I 144 tortuosi chilometri disegnati tra Tortoredo Lido e Castelfidardo si prestavano a far vivere una giornata da elettrocardiogramma, non solo per il profilo altimetrico della tappa molto simile a una piccola Liegi, ma anche per i possibili risvolti tattici che potevano far venire un po' di batticuore alla maglia rosa Contador.

E la prima ora di corsa non ha disatteso le aspettative della vigilia con la breve fuga di Nibali lungo la discesa da Tortoreto Lido che ha costretto Contador a muoversi in prima persona. Poi anche Kiryienka si è mosso in compagnia di Ventoso e Petacchi, attaccanti inusuali che facevano pensare a una tappa davvero movimentata e incerta.

Nella fuga buona, a 80 km di saliscendi dall'arrivo, si è poi inserito il terzo della generale. Nel drappello dei fuggitivi, a tener compagnia a Christophe Le Mével, anche compagni dei due corridori italiani usciti leggermente ridimensionati dalla tappa dell'Etna. Per Nibali c'era infatti Agnoli, per Scarponi invece Marzano.

Insomma tutti gli ingredienti per far in modo che la Saxo fosse spremuta bene dal suo capitano dopo aver fiutato un po' di pericolo. Come previsto infatti i corridori di Riis hanno dovuto faticare un bel po' nell'inseguire e nel non disunirsi, ma quella che poteva trasformarsi in un'imboscata si è rivelata solo un fuoco di paglia.

Intanto l'uomo Liquigas presente nella fuga, Valerio Agnoli, per lunghi tratti è sembrato non gradire la presenza del francese nel tentativo, ritenendolo forse più un pericolo per il proprio capitano che un'opportunità per ridurre in brandelli la Saxo. La squadra danese ha invece capovolto la situazione tattica a proprio favore con intelligenza: una volta ricomposta la squadra dopo i primi due Gpm che avevano rischiato di far esplodere il gruppo, Contador ha messo alla frusta per quanto basta i suoi scudieri, conscio che Le Mével avrebbe potuto anche sfilargli la maglia ma non a tal punto da impensierirlo nell'economia delle rimanenti tappe del Giro.

Un comportamento molto lucido e più che mai corretto visto che in ogni caso la tappa di domani sarebbe stata di maggior riposo per tutti e a dar man forte ai Saxo negli ultimi 20 km sono arrivate anche Androni e Astana, la prima giustamente per tentare di vincere di nuovo una tappa con Vicioso o Serpa, la seconda forse per provare un'azione di forza nel finale con Kreuziger, il quale avrebbe pure tenuto la maglia bianca anche domani.

Dunque si è passati nel giro di poco tempo dalla possibilità di sfruttare questa bella tappa per stanare Contador colpendolo nel suo punto debole (la squadra), al magro obiettivo di strappare qualche secondo nella rampa finale tra eventuali scatti e abbuoni. Lampre e Liquigas, chiamate a salire in cattedra per mandare un segnale agli scettici, hanno invece fatto i conti male e prima Niemiec e poi Capecchi si sono spostati un po' troppo lontani dal traguardo, addirittura quando Dani Moreno era ancora in odore di vittoria. Il tempo e lo spazio per un attacco vincente alla Gadret lo avevano comunque sia Nibali sia soprattutto Scarponi, che conosce a menadito ogni strappetto marchigiano, ma entrambi anche oggi hanno confermato le impressioni venute a galla sull'Etna: Scarponi il suo picco di forma l'ha raggiunto da un bel po' e Nibali forse lo deve ancora raggiungere.

Ne esce a testa alta ancora una volta Contador, attento e finora imbattibile nell'heads up, forse attaccabile e scalfibile con un po' di perizia tattica in tappe come quella di oggi. Un'occasione quindi persa? Considerando cosa aspetta i corridori nelle prossime tappe, non mancano punti dove poter attaccare il madrileno e i suoi, ma una prova generale forse la si poteva anche abbozzare. Se non altro però non si è fatto tanto rumore per nulla, visto che Contador almeno per oggi non ha potuto evitare la tanto temuta conferenza stampa a cui è obbligata la maglia rosa.