L'intervista: Sugli attenti, arriva il Guardia - Stage con la ISD per Guardini

Nella categoria Under 23, nessuno ha vinto come lui: 12 vittorie finora, senza contare i piazzamenti. Un mix tra Petacchi - con le sue lunghe volate - e Cavendish - con la sua potenza - ma anche McEwen, visto le doti di agilità del suo idolo: parliamo di Andrea Guardini, una delle vedette delle volate tra i dilettanti che spera di poter fare lo stesso percorso nel professionismo.

Potrà provarci da subito - anzi, da mercoledì, dala prima tappa del Giro di Danimarca (dal 4 agosto al 8 agosto) - visto che farà uno stage con la ISD-Neri. Quattro tappe (sono cinque in tutto, ma una è a cronometro...), vento, ventagli e percorsi per tentare l'impresa e soprattutto misurarsi con i grandi velocisti. Una bella esperienza che il corridore vede come una bella opportunità per mettersi in mostra: «L'obiettivo principale è di fare bene. Voglio mettermi in luce. Questa corsa a tappe è adatta alle mie caratteristiche e sicuramente questa prima gara rappresenta un bel banco di prova. Voglio sfruttare alla grande questa vetrina».
Il corridore, classe 1989 di Colognola ai Colli, frazione della provincia di Verona, arriva a questo stage con un'ottima condizione: «Mi sento bene. Ero nella Selezione azzurra per il Campionato Europeo di Ankara, ma in Turchia abbiamo avuto sfortuna e io ho fatto piccoli errori, come quello di non tirare quando ero in fuga. Però la sfortuna è passata, e vista la mia condizione voglio giocarmi le mie carte durante questo stage. Da Juniores a Under 23 ho notato già una certa differenza nelle volate, adesso voglio capire quanto sono diverse quelle da pro'».

Ancora secondo al Circuito Salese, Andrea Guardini si dimostra l'uomo plurivittorioso della categoria Under 23. Dopo aver portato la maglia della Promociclo, squadra dilettanti diretta da Colò e legata alla struttura di Citracca e Scinto, il velocista ha raggiunto i ranghi della Casati NGC Perrel diretta da Alberto Cappeletti: «La struttura è più piccola, però è stata una scelta azzeccata. In più, i compagni e la struttura tecnica mi hanno sempre seguito e aiutato. Sicuramente l'ambiente è ridimensionato rispetto alla Promociclo, però siamo un gruppo affiatato e quando andiamo a correre andiamo per vincere e non solo per partecipare. Il ritiro di gennaio a Manerba ci ha permesso di creare il gruppo: siamo una squadra di 15 ragazzi, ma abbiamo sei atleti al primo anno, dunque è difficile per loro entrare subito nei meccanismi. I più anziani, tra cui il sottosccritto, cerchiamo dunque di aiutarli. Cosi si lavora alla Casati NGC Perrel».
«È anche grazie ai miei fantastici compagni - continua Guardini - se sono arrivato a questi livelli. Però da parte mia, durante l'inverno, ho fatto un lavoro specifico e duro per essere pronto. Dunque mi aspettavo di poter vincere tanto finora, poi vedremo per i sei prossimi mesi. Comunque ho già raggiunto tanti obiettivi in questa prima parte: sono stato convocato con la Nazionale agli Europei, poi ho disputato un Giro Bio al di là delle mie aspettative, vincendo la tappa di Ghedi davanti a Nizzolo, un avversario duro da battere. Avrei voluto vincere sabato 12 giugno, giorno del mio compleanno, ma ho sgarrato di qualche ora».

Anche se ha vinto tanto sulle strade italiane, il corridore veronese ha un rammarico: «Secondo me sarebbe più utile essere in costante competizione con i velocisti di altri paesi come gli australiani, i russi o i tedeschi. Non dico che è brutto vincere sempre in Italia, ma è sicuramente qualcosa di non completo, visto i pochi stranieri sulle corse».

Diploma di perito elettrotecnico in tasca e fan della musica rock («Questa musica rende allegri: i Green Day e i Red Hot Chili Peppers sono grandi gruppi»), Andrea Guardini è anche un corridore che conosce bene i propri pregi e difetti. Sa che quando sarà pro' (dal 1° gennaio 2011, sempre in maglia ISD-Neri) dovrà essere più attento a certi dettagli: «Il mio più grande pregio è un dono di natura: il mio spunto veloce. Però so di avere alcuni difetti: sono poco maturo e devo migliorare in salita. Sugli strappi corti me la cavo, però quando la salita diventa più lunga per me diventa troppo difficile. Poi fatico ad allenarmi da solo; devo sempre avere compagnia. In questo sto già cercando di migliorarmi, impostando delle sessioni di allenamento solitario».