Suisse 2010: Big Marcus Championship - Altra fuga, vince ancora Burghardt

E dire che una fuga di 16 corridori era bella comoda per pensare di poter comunque arrivare all'arrivo, soprattutto se all'attivo si aveva già una tappa vinta (due giorni fa a Frutingen). E invece Marcus Burghardt non s'è accontentato di vivacchiare e magari favorire il compagno (di squadra e di fuga) Frank. Se n'è andato a 53 km dall'arrivo e gli altri l'han rivisto soltanto all'arrivo di Wetzikon.

La fuga è partita al km 59 in una tappa che sembrava disegnata apposta per favorire gli attaccanti; ci si era lanciati in voli pindarici, che dovevano vedere gli uomini di classifica - perlopiù gli scalatori - cercare di guadagnare ancora margine su chi è più forte a cronometro dopo la tappa di ieri che ha ridisegnato la classifica. È che siamo dei sognatori e pure degli inguaribili ottimisti, ma è anche vero che il meteo (piovoso e freddo pure oggi, altroché giugno!) non ha aiutato gli eventuali piani bellici di chi si era prefissato di voler combinare qualcosa.

La fuga, dicevamo, è andata via in un tratto in pianura (tendente alla discesa) ed è sembrata da subito ben assortita e variegata: Freire e Leezer a tenere tranquilla la squadra del leader Gesink, Van Avermaet per l'Omega Pharma, Quinziato e Kuschynski per la Liquigas, Sesma per l'Euskaltel, Van de Walle per la Quick Step, Wilson per la Garmin, Golas per la Vacansoleil, Breschel per il Team Saxo Bank, Renshaw per il Team HTC, Iglinskiy per l'Astana, Burghardt e Frank per la BMC, Flecha per la Sky e Sánchez Gil per la Caisse d'Epargne. In appena 7 km, il vantaggio è lievitato a 4'55". Corsa praticamente decisa.

Restava da vedere come i fuggitivi si sarebbero comportati. Tre squadre con due corridori e gli altri singoli, in una tappa che dal km 100 presenta non più di un metro di pianura. Così è stato Renshaw (al km 105) il primo a provare qualcosa, ma nel giro di mille metri gli altri gli han bagnato le polveri. Appena dopo il cartello dei 150 km (e quindi a poco più di 50 km all'arrivo), sul Gpm di Hulftegg è invece partito Burghardt, che nel giro di un chilometro ha guadagnato un minuto su tutti. Dietro si sono disuniti e non hanno saputo organizzare un vero e proprio inseguimento. È stato un susseguirsi di scatti, controscatti, inseguimenti e ripicche: da Golas a Flecha, da Kuschynski a Sesma; tutti scattavano, nessuno inseguiva realmente il tedesco che, a 42 km dall'arrivo, vedeva crescere il proprio vantaggio fino a 1'20".

Un po' di preoccupazione a Burghardt e alla BMC sarà venuta quando - ai meno 30 - Luís León Sánchez ha allungato in discesa ed ha staccato tutti. Lo spagnolo è stato per qualche chilometro a bagnomaria tra il battistrada ed un altro gruppetto di quattro (composto da Quinziato, Van Avermaet, Freire e Frank, passivo a ruota), ma quando è passato con 1'04" sotto lo striscione d'arrivo - mancavano 22 km alla fine della tappa - s'è rialzato ed ha aspettato gli altri, che lo seguivano ad una decina di secondi. Tagliati fuori, invece, i vari Breschel e Flecha, che si sono fatti sorprendere nei momenti decisivi.

Poco male per il danese e lo spagnolo, comunque, se è vero che anche in quattro - nonostante le strigliate di Quinziato, che gli rimproverava di spezzare i cambi, lo svizzero Frank non ha (giustamente) tirato un metro - il vantaggio di Burghardt è sempre stato più che rassicurante, mantenendosi sul minuto e 11" ai meno 16 km, momento in cui il Gpm di Bettswil (lungo il quale Freire è sembrato in difficoltà, soprattutto nella prima parte) ha definitivamente interrotto ogni velleità di successo di tappa per gli inseguitori.

Sul traguardo Burghardt festeggia baciando ogni ciondolo, brandendo una bandiera della Germania e indicando lo sponsor BMC, che se avesse avuto metà della consistenza vista in questo Giro di Svizzera al Giro d'Italia, in appoggio ad Evans, probabilmente a maggio avremmo visto un'altra corsa. 1'01" il vantaggio del tedesco su Freire, Van Avermaet e Quinziato, 1'08" su LLS e Frank, 3'24" sul gruppetto di Flecha e 5 minuti netti sul gruppo di Gesink, con Carrara che - in un momento di distrazione - ha quasi rischiato di cadere sul rettilineo d'arrivo a causa di un contatto con un corridore della Caisse d'Epargne.