Giro d'Italia 2010: Petrov trova lo spunto giusto - Il gruppo dei big a oltre 12'

Il Giro 2010 che avevamo visto, conosciuto e studiato fino a ieri non esiste più: la lunghissima tappa di L'Aquila ha stravolto tutto ed il merito è di una fuga da lontano di proporzioni mai viste. Di fughe bidone nella storia ne abbiamo viste molte ma quella di oggi ha fatto rientrare in classifica corridori attardati come Sastre, Wiggins e Gerdemann mentre alcuni che erano già ben messi come Porte, Arroyo, Tondo e Kiserlovski hanno guadagnato parecchi minuti sui grandi favoriti del Giro.
Il giovane australiano della Saxo Bank, Richie Porte, ha conquistato la maglia rosa ma quello che più è importante è che la tappa di oggi condizionerà pesantemente il resto del Giro d'Italia che per quest'anno si conferma più incerto e spettacolare che mai. Il momento decisivo della corsa è arrivato subito dopo una trentina di chilometri quando è partita una maxi-fuga di ben 56 (!) atleti: tutti i big sono rimasti indietro ed il gruppo si è praticamente fermato sottovalutando questa azione e lasciando che i fuggitivi arrivassero a guadagnare fino a 17'50", un margine assurdo se si considera il blasone dei corridori che erano davanti e che questi potevano contare su molti gregari.
Nel primo gruppo Caisse d'Epargne, Cervélo, Saxo Bank e Sky sono state le squadre di gran lunga più attive potendo contare tutte su un cospicuo numero di corridori: gli uomini di Eusebio Unzue erano addirittura in cinque, i Cervélo in quattro. A complicare ulteriormente le cose ci si era messa anche la pioggia battente e, nonostante le salite di Rionero Sannitico e di Roccaraso, il vantaggio è rimasto sempre stabile intorno al quarto d'ora.
Nel gruppo della maglia rosa nessuna squadra si è organizzata in fretta anche perché l'Astana e Vinokourov e la BMC di Evans sono rimaste in corsa con appena sei e cinque uomini rispettivamente, capitani compresi: la prima ad organizzare un tentativo di inseguimento è stata la Androni-Diquigiovanni che ha fermato i suoi uomini in fuga per dare una mano a Scarponi e pure i kazaki e la Liquigas hanno richiamato un paio di uomini (la Liquigas ha cmq lasciato in testa Agnoli e Kiserlovski).
A 100 km dall'arrivo, praticamente in prossimità del Gpm di Roccaraso, il gruppone s'è spezzato ulteriormente ed il gruppo maglia rosa s'è ridotto ad una quarantina di ciclisti, tanti quanti ce n'erano davanti. Dopo la lunga discesa verso Sulmona è stata affrontata l'ultimo Gpm del giorno, quello di Svolte dei Popoli ed in cima la situazione non cambiata: il distacco tra i primi due gruppi era di 12'54" e, anzi, quello della maglia rosa ha perso altri uomini costringendo i vari Vinokourov, Evans, Basso, Garzelli e Scarponi a tirare in prima persona nel tentativo di limitare i danni.
Nella testa della corsa, però, il ritmo è rimasto costante e molto elevato e la lotta per il successo di tappa si è accesa solamente agli ultimi 6 km: il primo scatto lo ha portato Dario Cataldo, in fuga anche ieri, e subito dopo s'è lanciato anche il tedesco Linus Gerdemann che ha tentato l'allungo in discesa insieme a Bakelants, poi caduto. All'ultimo chilometro, tutto in salita a 7%, le carte si sono rimescolate completamente ed il più forte è stato il russo Evgeni Petrov che ha vinto con un piccolo margine (5") su un generosissimo Cataldo e su Carlos Sastre che prende così anche un abbuono molto importante.
Il gruppo di Vinokourov, ridotto ad una quindicina di uomini, è arrivato al traguardo di L'Aquila con un ritardo di ben 12'42". Il Giro è ancora a lungo ma a sulle strade abruzzese se n'è scritta una pagina molto importante.