Giro d'Italia 2010: La corsa è già più che vera - Cadute, vento, classifica rivoluzionata
- GIRO D'ITALIA 2010 [1]
- Garmin - Transitions 2010 [2]
- Liquigas - Doimo 2010 [3]
- Bradley Wiggins [4]
- Cadel Evans [5]
- Ivan Basso [6]
- Tyler Farrar [7]
- Uomini [8]
Sicuramente Evans metteva in conto di conquistarla, la maglia rosa; quello che forse stasera gli suonerà strano è che tale conquista l'ha messa a segno già alla seconda tappa, la prima in linea. Perché probabilmente, tra le cose messe in conto, c'era la sconfitta nel prologo da uno dei tanti crono-specialisti-inseguitori che affollavano la starting-list della corsa rosa; ma tra quelle non messe in conto, di certo c'era l'idea di affrontare una frazione per velocisti capace di dissestare la classifica più di quanto non avesse fatto il prologo ieri.
In effetti le tante cadute di un finale in qualche modo pirotecnico rischiano di aver già mandato all'aria il Giro di qualcuno: e si dirà, ma cosa vuoi contare i secondi ora quando tra 15 giorni conterai i minuti? Ottimo (e vecchio) luogo comune, ma il punto è che negli ultimi anni è capitato diverse volte che un Giro si sia deciso per poche decine di secondi: 41" tra Menchov e Di Luca l'anno scorso, 1'57" tra Contador e Riccò nel 2008 (ma fino alla crono dell'ultimo giorno il distacco era di 4"...), 28" tra Savoldelli e Simoni nel 2005. E quindi l'ultima cosa che dovremmo fare è dare per scontato che i 34" persi da Wiggins, Sastre, Cunego, Simoni, Pozzovivo, Masciarelli rispetto a Evans, Scarponi, Nibali, Vinokourov, Basso e Garzelli siano una robetta da niente. Non è una previsione azzardata pensare che qualcuno dei ritardatari di oggi lo rimpiangerà, quel mezzo minuto lasciato sulla strada verso Utrecht: se costerà una vittoria, un podio, o un piazzamento tra i primi dieci, lo scopriremo a Verona, fatto sta che chi si è avvantaggiato oggi non piangerà certo.
Anche perché, tra gli uomini di classifica, capita che i due principali favoriti della vigilia (Evans e Vinokourov) abbiano fatto bene sia nel prologo che oggi; e questo significa che il vantaggio in classifica nei confronti di chi ha fatto male sia ieri che nella tappa odierna è doppio: Pozzovivo, caduto anche 24 ore fa, può per esempio considerare ancora salde le sue chance di insidiare i più forti contendenti? In due giorni ha accumulato (oltre a dolori e doloretti vari) 1'34" di distacco da Evans (non da Ciccio Pasticcio, quindi), e ha davanti a sé cronosquadre, sterrati e altre frazioni insidiose come quella di Utrecht. Cunego e Simoni, riformata coppia Lampre, sono praticamente nelle stesse condizioni del lucano: oltre il 120esimo posto in classifica, ritardo su quei livelli, e identica idiosincrasia alla cronosquadre. E un altro pezzo grosso come Sastre non è troppo più avanti degli azzurri testè citati.
Con Evans e Vino, comunque, ci sono anche degli italiani dalle ambizioni importanti: in primis, la coppia Liquigas formata da Basso e Nibali, coperti benissimo dai compagni, i quali hanno pure dato parecchio gas una volta che l'ennesima caduta aveva ri-spezzettato il plotone: visto che c'è l'occasione di distanziare dei rivali, perché trattenersi? E infatti l'azione ha dato i suoi frutti, visto che Nibali si ritrova al settimo posto nella generale (nonché primo degli italiani) e Basso, che pure aveva fatto un prologo bruttarello, è già in top-20. Scarponi è sedicesimo (a 19" da Evans), Garzelli 14esimo. Intorno ai pretendenti alla maglia rosa o a un piazzamento onorevole, al momento si inseriscono ovviamente anche i velocisti e gli inseguitori di cui sopra (Farrar è secondo a 1" da Cadel, tanto per fare l'esempio più facile): e una volta che il Terminillo, domenica prossima, avrà spazzato via gli uomini inadatti a fare classifica, chissà che l'Italia non scopra di avere 2-3 personaggi lassù in alto, tra i primi 4-5. Dopo il pessimismo della vigilia, qualche raggio di sole si potrebbe intuire anche tra le fredde nuvole olandesi.