Romandia 2010: Cavendish passa ai fatti - Il britannico batte Hondo a Fribourg

Gli pesava tremendamente arrivare a fine aprile con una sola vittoria all'attivo e sotto al traguardo di Fribourg non ha fatto nulla per nasconderlo. Mark Cavendish ha conquistato oggi il suo secondo stagionale, un "dramma" per chi - nel 2009 - di questo periodo aveva le spalle già ampiamente coperte dalla vittoria alla Milano-Sanremo. Ed è quindi estremamente comprensibile che la sola vittoria nella tappa di Banyoles al Giro di Catalogna non potesse bastare al folletto dell'Isola di Man, che oggi s'è andato a prendere il massimo risultato con il minimo sforzo, in appena 150 metri di volata.

La tappa è vissuta sulla lunga fuga di Beyer (BMC), Van Winden (Rabobank), Ignatiev (Katusha) e Pérez Lezaun (Euskaltel), partiti al km 11 e ripresi quando mancavano poco più di 30 km all'arrivo. È stato sul secondo passaggio sulla Lorette che la corsa si è accesa sotto i colpi di Lampre, Caisse d'Epargne ed Omega Pharma che hanno lanciato Loosli, López García e Wegelius. Svanito nel giro di pochi km anche questo tentativo, sono stati Roy, Spilak e Stamsnijder a tentare la sopresa ai meno 26. Tentativo interessante, soprattutto quello del francesino della Française des Jeux e del ragazzone della Rabobank, al mattino distanti soltanto 12" e 18" dal capoclassifica Sagan, parso non troppo brillante sul pavé del Gpm romando.

Ripresi anche i tre pericolosi attaccanti, è stato l'austriaco Brändle a cercare l'assolo. Il campione nazionale a cronometro ha sfruttato un momento di rilassamento del gruppo per portarsi dai 16" di vantaggio accumulati ai meno 20 km dall'arrivo ai 41" registrati ai meno 18. Sulla rampa di Le Mouret, però, l'azione dell'atleta Footon si appesantiva e veniva raggiunto prima da Morabito, poi da Riblon e poi dalla coppia formata da Vichot e Marycz. Proprio il polacco della Saxo Bank è stato l'ultimo ad arrendersi al ritorno del gruppo tirato dapprima dall'Euskaltel (in maniera piuttosto incomprensibile, in realtà) e poi dal Team HTC-Columbia, desiderosa di mettere nelle migliori condizioni di sprint il proprio leader Cavendish.

La battaglia per la ruota del britannico ha visto il tedesco Hondo avere la meglio, mentre Hunter e Sagan quasi rischiano di finire per terra dopo una spallata un po' troppo energica da parte di entrambi. Cavendish vince, ma la volata lascia comunque qualche perplessità: partire a 150 metri dall'arrivo significa disputare una volata cortissima. Rischio calcolato, visto che alle sue spalle si sono piazzati Hondo, Hunter, Lucas Haedo e Sagan, non certo dei velocisti di primissimo piano, o un sintomo di - ancora - non eccelsa condizione?

Verosimilmente non saranno i 23.4 km della cronometro sulle strade di Moudon di domani a dircelo, ma già la tappa conclusiva di Sion di domenica prossima potranno darci qualche indicazione in più. Anche se quest'anno, non partecipando al Giro e passando dalla California per arrivare pimpante a luglio per il Tour, Mark ha forse tarato i suoi orologi sul fuso di Parigi senza dimenticare - in ottobre - l'appuntamento iridato di Melbourne.