E pure Plouay è di Fabiana - Luperini brucia Keller. Arndt si aggiudica la CdM

Deve aver deciso che questo 2008 debba essere il suo anno, Fabiana Luperini. Probabilmente faremmo prima ad elencare le corse in cui partiva per vincere e non l'ha fatto. Ci viene in mente la Freccia Vallone, tra l'altro corsa alla garibaldina, con un attacco scriteriato a più di trenta chilometri dalla fine. Ci viene in mente Montréal, dove ha perso in uno sprint a due dalla Arndt. E basta. Tutto il resto, quello che conta, Fabiana l'ha vinto. E a Plouay, unendo alla classe che non le ha mai fatto difetto, un pizzico di sagacia tattica negli ultimi chilometri, ha aggiunto un'altra perla alla sua annata trionfale. A ciò, noi aggiungiamo solo che, in giornate come queste, non ci piacerebbe trovarci nei panni del c.t. Dino Salvoldi. Chi ha orecchie per intendere...
Torniamo alla gara bretone che, alla vigilia, vedeva i fari puntati sulla squadra che l'aveva dominata negli ultime edizioni, l'elvetico Team Bigla, trionfatore con le sue capitane Cantele (due volte) e Brändli dal 2005 al 2007. Si presentava come gara nella gara la lotta per la Coppa del Mondo con Judith Arndt che, alla vigilia, doveva gestire un discreto margine di 87 punti sulla sua più diretta rivale, Suzanne De Goede. Rassicurante sì, ma non da dormirci sonni tranquilli, con due gare ancora da disputare.
La miglior difesa è l'attacco, avranno pensato i tecnici del Team Columbia, e così lo squadrone della leader, fin dai primi giri, ha proposto una gara tirata con continui scatti delle sue atlete, in particolar modo Kim Anderson e Chantal Beltman. Durante il quarto dei sei giri è la volta di Anke Wichmann che trova l'azione buona in compagnia della giapponese Oki. Team Columbia e Menikini. Non a caso, come vedremo.
La reazione del gruppo provoca una importante selezione con De Goede che rimane attardata, a tutto vantaggio della sua rivale, sempre scortata da Luise Keller. È in questi frangenti che nasce l'azione decisiva ed a promuoverla è proprio la campionessa nazionale tedesca. Alla sua ruota si incolla Fabiana Luperini e le due raggiungono in pochi chilometri un buon vantaggio, nell'ordine dei novanta secondi. Judith Arndt, tra le inseguitrici, ha un ingrato doppio ruolo: stopper, per evitare che le varie Johansson, Cantele e Pitel riescano ad impensierire la compagna in fuga, ma allo stesso tempo deve tenere un buon ritmo per impedire un agevole rientro a De Goede. In ogni caso l'olandese riesce nell'impresa, supportata da un'ottima Equipe Nürnberger.
Intanto davanti, dopo aver resistito alle sfuriate della tedesca negli ultimi chilometri, Fabiana Luperini, sfruttando anche il fattore tattico (il Team Columbia, in caso di ricongiungimento, rischierebbe di consegnare su un piatto d'argento la vittoria a De Goede), non collabora per gli ultimi tre chilometri, sfruttando poi negli ultimi 150 metri la maggiore freschezza. Fortissima e spietata.
Trentuno secondi dopo si consuma il testa a testa tra le due rivali di Coppa con Suzanne che precede Judith e rende meno amara la matematica impossibilità di indossare la maglia con l'iride verticale a fine stagione, con un ottimo podio di giornata.
Ottimi piazzamenti nelle dieci di due giovanissime: la francese (più biker che stradista, a dire il vero) Julie Krasniak, sesta, e la russa della Menikini Kozonchuk, settima, entrambe ventenni e già ottime protagoniste all'Europeo under 23 di Verbania. Un buon cronista si appunterebbe i loro nomi.
L'ultimo atto si consumerà tra tre settimane in terra di Germania, antipasto del Campionato Mondiale di Varese che sarà occasione di rivincita per le sconfitte olimpiche.
Chissà se questa volta ci sarà pure Fabiana Luperini...