Monia Baccaille: «A caccia di tappe» - L'umbra guida il team di Carlesi, orfano di Boubnenkova
[5] Monia Baccaille, classe '84, già in maglia azzurra a Stoccarda e in qualche corsa a tappe internazionale con la selezione italiana, quest'anno ha lasciato la casa madre Saccarelli per approdare alla Fenixs. Veloce e resistente sulle salite medie, scopre le sue carte in vista del Giro.
Monia, com'è la tua condizione in vista di uno degli appuntamenti clou della stagione?
«Mi succede una cosa strana: a me sembra di andar forte, più forte dello scorso anno, ma nelle corse me ne trovo davanti di più! (ride)»
Classifica per una top-10 o vittoria di tappa?
«Non credo di poter far fronte alle tante campionesse che lotteranno per la maglia rosa, quelle sono veramente di un'altra categoria. Una tappa, per la nostra squadra, sarebbe una bella soddisfazione».
Ne hai adocchiata qualcuna in particolare?
«A dire il vero il percorso lo conosco solo dalle altimetrie e mi sembra molto molto duro. In particolare la seconda metà è un continuo saliscendi: dovrò stare molto bene per arrivare a giocarmi una tappa».
Quali saranno gli equilibri all'interno della tua squadra, la Fenixs?
«Non partiamo con un capitano unico, tutte le ragazze avranno la loro possibilità. In salita probabilmente si distinguerà Natalia Boyarskaya e, se nelle ultime tappe dovesse ritrovarsi con una buona posizione in classifica, le daremo tutte una mano».
A proposito di russe: notizie della Boubnenkova o Stolbova, che dir si voglia?
«Io so quello che sa la stampa. Mi hanno detto di problemi burocratici dovuti al nome...»
Qual è il tuo personale borsino delle favorite per questo Giro, tu che hai pedalato accanto a loro in questi mesi?
«Fabiana Luperini sta volando, mai vista andare così forte. Poi, un gradino sotto, la Brändli. Tra le giovani vedo bene le mie coetanee Keller e Abbott dell'High Road, se saranno al via. Marta Bastianelli, invece, mi sembra in calando dopo un'ottima prima parte di stagione. Potrebbe arrivare tra le 10, ma non di più. Comunque tempo per puntare al bersaglio grosso ne ha, eccome!».
Sappiamo che i tecnici della nazionale ti stimano molto, credi nella chiamata per Varese?
«Certo. Confermare l'ottimo lavoro che ci ha portate sul tetto del mondo a Stoccarda è uno dei miei obiettivi stagionali. Per di più perché non so se ricapiterà l'occasione di un mondiale in Italia».