Il Cerro del Cristo riapre i giochi - Rujano cade e salva la leadership per 15"

Nel pittoresco mondo del ciclismo andino, certe asperità mitiche, affrontate nelle battute finali di una corsa a tappe, molto raramente deludono le attese. Il connubio tra l'entusiasmo e le aspettative popolari, ed il fascino di salite simbolo quali l'Alto de la Linea in Colombia, piuttosto - nel caso specifico di ieri - del Cerro del Cristo, dà vita inevitabilmente a giornate altamente spettacolari.
Particolarmente poi nelle corse sudamericane, l'imprevisto è sempre in agguato, sia esso sotto forma di uno sciagurato "perrito" in mezzo alla strada, della classica macchia d'olio o di un asfalto rattoppato male.
Non ce ne voglia il povero Rujano, il quale rischia concretamente di dover lasciare incompiuta la propria impresa a causa di una caduta, se diciamo che questa Vuelta al Táchira, nelle sue 12 tappe, ha idealmente manifestato gran parte degli elementi che rendono un certo ciclismo sudamericano particolarmente esaltante. L'ultimo in ordine di tempo è rappresentato dall'incertezza nell'epilogo che ci accompagnerà fino all'insidiosissimo circuito di questa domenica a San Cristóbal.
Ritornando a ieri, la frazione prevedeva, nei suoi ultimi 30 chilometri, una selettiva ascesa di 12, seguita da un tratto di accidentati saliscendi che portavano al "muro" finale: i tradizionali 2000 metri di ripida arrampicata fino al monumento del Cristo Rey di Capacho.
Già sulla prima salita è la maglia gialla Rujano, inizialmente facendo imporre ai propri gregari superstiti il forcing e poi con una serie di scatti in prima persona, ad aprire le danze. Scatti importanti sì, ma non sufficienti a fare il vuoto. Così è uno dei numerosi giovani della Lotería del Táchira, Jimmy Briceño (5° lo scorso anno in questo stesso arrivo), a scollinare in testa grazie ad un passo maggiormente regolare. Ad un minuto e mezzo transitano da soli quindi i primi 5 della classifica generale, con l'idolo di casa Noel Vásquez tra i primi nonostante una foratura.
Durante la successiva discesa la notizia della caduta di Rujano scuote la carovana. Scoppia il finimondo! Alarcón e Camargo si lanciano a rotta di collo verso l'imbocco dell'ultimo strappo; Vásquez è poco dietro; Rujano, dolorante, insegue trovando l'aiuto di qualche compagno sopraggiunto.
Mentre Briceño s'invola a vincere la tappa, dietro a lui, il Cerro del Cristo diventa il teatro di un testa a testa tra i principali aspiranti al titolo. Alarcón, a cui basterebbero appena una ventina di secondi per acciuffare il primato, appare il più legnoso nell'azione, mentre quella del giovane di casa, Jhonatan Camargo, la più esplosiva. Il suo esperto, e più acclamato dal numeroso pubblico, cugino Vásquez prosegue invece con passo più regolare, ma ugualmente efficace. Rujano ringrazia Gálviz per l'aiuto e si lancia a sua volta in un furibondo inseguimento. La maglia di leader alla fine è salva ma la giornata che poteva per lui essere decisiva si conclude invece con una brutta botta ed un ricompattamento della classifica: Alarcón è ora a 15", Vásquez a 19", Camargo a 31".
Sulle strade del Mondiale 1977 di Moser oggi il verdetto finale.