Flaminia, via verso il Giro - Marrone: «Saremo competitivi»
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Sondiamo il terreno tra i team Professional e Continental che in questi giorni vedranno premiati (o meno) i loro sforzi dalle decisioni dell'UCI. Proseguiamo con la Ceramica Flaminia-Bossini Docce di Roberto Marrone e Omar Piscina, reduce da una stagione che ha portato in dote sei vittorie e 25 podi, su cui spicca il Brixia Tour dominato da Giampaolo Caruso.
Siete ormai degli habitué della categoria Professional. Il Pro Tour, per una squadra come la vostra, può essere un obiettivo, magari già dal prossimo anno?
«In queste stagioni passate da Professional ho avuto modo di vedere che effettivamente lo status di squadra Pro Tour dà vantaggi enormi per diversi aspetti, ma ha anche dei costi che uno sponsor come il nostro non può supportare. In Italia ancora ci sono pochissime aziende disposte a mettere sul piatto simili cifre, quindi il nostro limite principale è senza dubbio questo. Ma non nascondo che, se un giorno riuscissi a trovarne una, non ci penserei due volte a diventare Pro Tour...».
La stagione autunnale è stata di grande fermento per l'organico della vostra squadra...
«Sì, abbiamo cambiato praticamente i due terzi della squadra, riconfermando i soli Caruso, Rossi, Giordani, Gentili, Fumagalli e Maserati. I nuovi saranno Anzà, Colli, Bailetti, Noè, Celli, Girardi, Belohvosciks, Cannone, più i due neopro' Lucciola e Baggio. A questi se ne potrebbe aggiungere un altro nei prossimi giorni e, da marzo, Riccò sarà il nostro 17esimo o 18esimo atleta. Anche lo sponsor tecnico per le bici sarà nuovo perché abbiamo recentemente trovato un accordo con la Bianchi che ci fornirà i telai per le prossime due stagioni».
È Pinizotto il corridore che potrebbe firmare a breve?
«Sulla sua identità non posso rivelare nulla, per ora. E, ripeto, non è nemmeno detto che ci sarà, il diciottesimo».
Senza dubbio uno degli ingaggi di grido è stato quello di Riccardo Riccò. Pensate che questo, oltre all'indubbio valore tecnico del ragazzo, vi possa portare delle grane per i vari inviti, uno su tutti quello per il Giro d'Italia?
«Assolutamente no. Zomegnan, pochi minuti dopo la presentazione del Giro ha dichiarato che, così come Basso, Riccardo sarebbe il benvenuto alla corsa rosa, dopo aver scontato i suoi errori. Con lui e Caruso per le grandi montagne, Colli e Rossi per le volate, ottimi passisti come Celli e Belohvosciks e un uomo di grande esperienza come Noè, penso che la nostra squadra, dopo Liquigas e Lampre, sia la più attrezzata per una corsa come il Giro d'Italia. Non faccio fatica ad ammettere che parteciparvi e fare bene è un nostro grande obiettivo stagionale».
Alla luce di quanto successo l'anno passato, il tricolore 2008 di Simeoni è stata un'arma a doppio taglio per la squadra?
«No, non penso. La maglia di campione italiano ci ha portato solo vantaggi, soprattutto in termini di visibilità anche se non è bastata per l'invito al Giro. Se lo è stata per Simeoni, dovreste chiederlo a lui...».
Indipendentemente dall'invito al Giro, quale sarà grossomodo il vostro calendario?
«Come è successo nell'ultima stagione, privilegeremo senza dubbio le corse italiane. Nei periodi in cui il calendario in Italia non offrirà nulla, allora guarderemo all'estero, ovviamente nell'ambito delle corse adatte alle caratteristiche dei nostri corridori».
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