Il Nikilismo torna in auge - Giornata memorabile per Terpstra

La profezia secondo la quale l'arrivo di Saint-Étienne potesse risultare indigesto ai velocisti s'è avverata, ed il più bravo ad approfittarne (in duplice veste) è stato l'olandese Niki Terpstra.
All'attacco intorno al km 30 con altri quattro compagni d'avventura (Pauriol, Turpin, Trofimov e Landaluze), il lungagnone del Team Milram era anche quello meglio messo in classifica, visto che la cronometro di Nancy l'aveva posizionato in 13esima posizione a 41" da Cadel Evans; e difatti sulle sue spalle è gravata parte della fuga, soprattutto nei tratti in pianura e in discesa, mentre gli altri - sicuramente più adatti del passista orange alle salite - si sono ben adoperati per far mantenere al tentativo il vantaggio necessario quando la strada si inerpicava all'insù (sempre timidamente, in realtà, visto che i Gpm di giornata erano tutti di 4a categoria).
Il percorso vallonato ha di certo favorito l'azione dei cinque coraggiosi, mentre il gruppo ha tirato i remi in barca sin da subito, anche perché gli ultimi Gpm a 43 e a 28 km dall'arrivo potevano poi rivelarsi indigesti; e quindi tutti han pensato che non fosse il caso di lavorare così duramente, al cospetto di cinque bei pedalatori lì davanti, per poi rischiare di vanificare il tutto con un attacco di qualche corridore sull'ultimo Gpm, o magari l'azione di una squadra che presenta al via un uomo sì veloce, ma non certo un velocista. E difatti proprio la BMC di Markus Zberg ha provato - intorno ai meno 45 - ad accelerare in testa al plotone, ma l'unico risultato di rilievo è stato quello di far staccare Furlan e Sieberg, non certo Boonen, e quindi il team statunitense s'è dapprima intimidito, poi fatto da parte, lasciando che fossero Française des Jeux e Quick Step a pensarci.
Si era ai meno 27, il vantaggio dei cinque era ancora di 3'15", e l'azione dei team di Sébastien Chavanel e di Boonen è stata tutto fuorché sincronizzata: prima tre corridori del team francese, poi due corridori del team belga. Contro cinque buoni passisti, dunque, c'è stato poco da fare.
Ai meno 15, assodato che i cinque davanti fossero imprendibili, la Quick Step s'è fatta da parte, ed è stata la Caisse d'Epargne di Valverde, coadiuvata dalla Silence di Evans, a traghettare - senza alcuna convinzione - il gruppo fino al traguardo, riducendo comunque il distacco fino a 1'32".
I battistrada intanto lasciavano condurre le danze a Terpstra, maglia gialla non più tanto virtuale, quanto semi reale. All'ultimo km, però, il passista del Team Milram ha capito che - oltre la maglia - avrebbe potuto ottenere anche la tappa, risultato ben più tangibile per un corridore forte sul passo, sul pavé, sui muri, ed anche su pista (doveva partecipare con la Nazionale olandese nell'Inseguimento a squadre alle recenti Olimpiadi di Pechino, ma una caduta in allenamento - che gli ha causato la doppia frattura dei gomiti - non gli ha permesso di essere al via, facendogli saltare tutta la seconda metà della stagione 2008 su strada), ma sicuramente inadatto a salite come il Mont Ventoux.
Landaluze - già vincitore del Critérium del Delfinato grazie ad una fuga bidone nel 2005 - ha provato la sopresa partendo all'interno, sul lato delle transenne, ma Terpstra - dalla prima posizione - è stato abilissimo a rilanciare la sua azione, prendere la scia del basco, e saltarlo di netto ai 200 metri. La volata dell'olandese ha messo in mostra tutte le qualità da pistard di Niki, che una volta in testa non s'è più fatto rimontare né avvicinare, lasciando a Turpin e Trofimov soltanto la dignità di essere stati battuti da una grande azione.
In classifica generale è proprio l'olandese a passare al comando alla vigilia della lunga (42,4 km) cronometro di Valence, con 26" su Pauriol, 27" su Trofimov, 36" su Turpin e 1'01" su Evans, che comunque farà meglio a guardarsi dagli 8" su Contador piuttosto che dal distacco maturato dal nuovo capoclassifica.