Lövkvist mira grandi corse - «Nel 2009 correrò il Giro e il Tour»

Ha iniziato ad andar forte ad inizio marzo ed ha smesso a fine settembre, questo longilineo svedese dalle lunghe leve: dall'8° posto dell'Eroica al 12esimo posto a Varese, passando dal 3° posto alla Tirreno, il 9° alla Vuelta Catalunya, il 5° al Giro di Svizzera, il 5° alla Bernocchi e il 2° al Giro di Germania, vestendo per 4 giorni la maglia bianca di miglior giovane al Tour de France (finito però in calando al 40esimo posto). Vi parliamo di Thomas Lövkvist, giovane classe '84 di cui si sente parlare già da molto e da cui ci aspetta il salto di qualità.
Innanzi tutto, come descriveresti la tua stagione 2008?
«Beh, il 2008 è stata probabilmente la mia miglior stagione di sempre. Sono stato in grado di lottare per la vittoria nelle brevi corse a tappe e ho portato a termine la stagione praticamente senza infortuni. E ciò nonostante, sono stato più lontano dalle corse del solito...».
Com'è stato cambiare team, dalla Française des Jeux al Team Columbia?
«Di fatto mi ha dato una spinta ulteriore. C'è una grande comunicazione e un ottimo ambiente in generale, nella squadra. E' stato bello anche lavorare con Brian Holm, che ha un po' la mia stessa mentalità e conosce bene i miei metodi di allenamento».
Il Team Columbia ha vinto 76 corse quest'anno; dev'essere stato splendido far parte di un gruppo così vincente...
«Sì, questa del 2008 è stata un'annata fantastica. Si sa, vittoria chiama vittoria ed è stato effettivamente molto bello far parte di tutto questo. Il momento più incredibile è stato quando al Tour de France avevamo tre maglie da difendere e Cavendish ha vinto la tappa di Toulouse».
Sei arrivato vicino alla vittoria nella Tirreno-Adriatico, al Giro di Svizzera e al Deutschland Tour: è questo il tipo di corse cui punterai nel 2009?
«Certamente la Tirreno-Adriatico sarà il mio primo obiettivo. Queste corse a tappe di una settimana si adattano perfettamente alle mie caratteristiche e a maggior ragione sarà un peccato che non si disputerà il Giro di Germania».
Per quanto riguarda le grandi corse a tappe? Parteciperai a qualcuna di queste?
«L'obiettivo sarebbe prender parte sia al Giro d'Italia che al Tour de France, il prossimo anno».
Il Tour 2008 ti ha visto buon protagonista, con la maglia bianca indossata per qualche giorno. Che sensazioni ti ha lasciato?
«Beh, come ho detto, è stata una grande esperienza. Tutta la squadra è andata alla grande e davvero non vedo l'ora che sia di nuovo luglio...».
Può essere un obiettivo quello di poter lottare per la vittoria finale in un Tour de France?
«Era il mio obiettivo di partenza, quando sono diventato un ciclista professionista, ma la verità è che non sono stato ancora in grado di essere al top lungo le tre settimane di corsa. In ogni caso non ho rinunciato e chiaramente, se nei prossimi anni dovessi ottenere dei buoni piazzamenti nella generale, tornerei a focalizzarmi interamente sul Tour de France».
Più recentemente, un'altra ottima performance da parte tua c'è stata al Campionato del Mondo di Varese. C'è da dire che molti danesi saranno stati felici di vederti raggiungere il gruppo di testa ed aiutare Breschel a rimanere davanti...
«La mia condizione non era per nulla ottimale: m'ero ammalato durante il Giro di Polonia e le sensazioni non erano così positive. Al momento del ricongiungimento con il gruppo davanti, sapevo che la mia unica possibilità era mantenere alto il ritmo il più possibile nei tratti in salita e ci ho provato. Poi nel finale avevo troppi crampi per disputare uno sprint decente. Matti Breschel e Chris Anker Sørensen hanno fatto una grande corsa e sono stati estremamente leali; è stato bello vedere tre atleti scandinavi protagonisti fino alla fine in un Campionato del Mondo».
In generale, guardando al 2008, quale ricorderai come il punto più alto?
«Beh, proprio quella vittoria di Cavendish a Toulouse al Tour (l'ottava tappa, ndr) direi che è stato il momento migliore. Tutto il team stava lavorando durissimo per tenere la maglia gialla, che era sulle spalle di Kim Kirchen, e alla fine siamo riusciti non solo a mantenerla, ma addirittura a finire primo e secondo nella tappa. Da un punto di vista più egoistico, direi che la conquista della maglia bianca provvisoria al Tour può considerarsi la soddisfazione più grande che mi sono tolto».
S'è fatto un gran parlare del ritorno alle gare di Lance Armstrong. Come la pensi in merito? Credi che sia una cosa positiva per il ciclismo?
«Lance ha attirato molta attenzione sul nostro sport in passato e in tempi in cui si vedono gli sponsor allontanarsi e corse e squadre chiudere i battenti, sono convinto che sia una cosa positiva che un atleta di così alto livello, anche dal punto di vista mediatico, torni ad essere parte attiva nelle due ruote».
Ultima domanda, ovviamente, sulle tue aspettative per il 2009...
«Semplice: continuare a godere di ottima salute e vincere una corsa importante».