Un marchio di fabbrica - Gran numero di Cancellara a Lyss
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Il problema non è tanto riprenderlo, ma è non farlo partire da solo. È in quel momento che si perde la corsa, non dopo.
Certo che la tappa di Lyss si prestava a dei colpi di mano, non tanto per il triplo circuito conclusivo che comprendeva il Gpm di quarta categoria di Lobsigen, ma quanto per la planimetria dei chilometri finali (soprattutto degli ultimi due). Passandoci le prime due volte, Fabian Cancellara avrà pensato che i velocisti avrebbero avuto vita difficile nell'organizzare le proprie squadre a puntino, viste le molteplici curve, rotonde e spartitraffici dislocati sul percorso. A dirla tutta, non che fossero fondamentali i due passaggi a Lyss, almeno per l'italosvizzero Fabian che, abitando a Berna, conosceva sicuramente alla perfezione il finale di questa tappa. Anzi, a pensarci bene, il doppio passaggio lo sfavoriva anche, visto che non avrebbe potuto contare sul fattore sorpresa che poteva arrivargli dal passaggio singolo.
Questi però sono discorsi applicabili a dei corridori normali, non certo a chi ha due pistoni al posto delle ginocchia e del tritolo al posto delle fibre muscolari. Cancellara se n'è infatti andato tutto solo a 5 km dal traguardo dopo che circa tre chilometri prima aveva seguito, in compagnia di un Marcus Fothen che si conferma ad ottimi livelli (anche di attenzione), un'iniziativa di Hoste, che si era lanciato proprio in vista dell'ultimo passaggio a Lobsigen.
L'azione, più meritoria di un Giro delle Fiande che di una "semplice" frazione interlocutoria del Giro di Svizzera, è però durata poco (almeno con quegli effettivi), visto che Hoste s'è rialzato dopo poche centinaia di metri e da dietro era Gilbert, con Tjallingii a ruota, a riportarsi sui due di testa. La presenza di Fothen però non piaceva troppo al capoclassifica Kirchen, che con una bella dimostrazione di forza s'è - anch'esso - riportato sui battistrada con pochissime pedalate.
La situazione (due uomini di classifica in testa) poteva creare un certo imbarazzo ed una qualche fase di stallo, così a poco più di 5 km dall'arrivo, il bi-campione del mondo a cronometro è scartato secco sulla destra ed ha acceso il turbo. Gilbert ha provato ad inscenare qualcosa di simile ad una risposta, ma in maniera decisamente troppo blanda per contrastare lo strapotere di Fabian.
Anche se in scala 1:100, è sembrato un remake della Milano-Sanremo. Cancellara tutto solo che se ne va e il gruppetto dietro che assiste inerme allo spettacolo. Perché è di spettacolo che s'è trattato.
Il gruppo si agita, si muovono addirittura Devolder e Kreuziger (poi si calmano quando Kirchen viene riassorbito), mentre la Rabobank (per Freire) e la Silence-Lotto (per McEwen) non riescono ad organizzare un lavoro degno di tale appellativo. E tra le due, chi ha più da recriminare è forse la Rabobank, visto che con i tentativi di Van Summeren da lontano (insieme a Rosseler e Scholz) e poi quelli di Hoste e Tjallingii, aveva chiaramente fatto intendere di non voler lavorare per lo sprint, visto che McEwen aveva già raccolto il suo bottino nelle tappe precedenti.
Cancellara passa sotto lo striscione dell'ultimo chilometro con 6" di vantaggio e pedala ancora forte. Ci sono rotonde, curve, spartitraffici, uomini con le pettorine gialle che segnalano i (tanti) pericoli lungo il percorso. Un uomo è più avvantaggiato rispetto a tanti.
Cancellara mantiene il vantaggio e si rialza solo a 100 metri dall'arrivo, con la volata ormai lanciata - lunghissima - da McEwen. Vince con 2" su Zabel (primo dei battuti), McEwen e gli altri e festeggia, anche se stremato, con la lingua di fuori. Non c'è sberleffo, però, solo fatica. La fatica di un campione.
Mario Casaldi