Tutto bello per Carini - Élite s.c.: Pagnoncelli impeccabile
- Alessandro Bernardini [1]
- Fabrizio Amerighi [2]
- Giovanni Carini [3]
- Pianeta giovani [4]
Giovanni Carini, 25 anni da compiere ad ottobre, dopo il traguardo si getta a terra incredulo, e circondato dai compagni di squadra che lo fasciano con la bandiera tricolore, si lascia andare ad un pianto liberatorio. «Non ci credo, non riesco a crederci» continua a ripetere mentre le lacrime di gioia gli bagnano il viso.
La prova in linea per élite senza contratto si presentava sin dalla partenza come una corsa di difficile interpretazione: 180 km completamente piatti, con la stragrande maggioranza delle squadre ridotte a una manciata di elementi, potevano lasciar presagire un finale a ranghi compatti così come l’arrivo della fuga giusta. 120 i partenti da Viale Montegrappa in Boltiere (Bg), con lo stesso caldo afoso dei giorni scorsi, mosso appena da un filo di vento.
Dopo una prima tornata di circuito condotta ad andatura piuttosto tranquilla (ricordiamo che i corridori dovevano coprire dieci giri di un tracciato di 18 km), nel corso del secondo giro si scatena la bagarre e al km 29 sette corridori si portano al comando della corsa: si tratta di Fabio Negri (Mapooro Named), Paolo Tomaselli e Luca Gasparini (Pagnoncelli Ngc), Marco Vivian (Uc Trevigiani), Manolo Zanella (Ct Friuli), Gianmario Pedrazzini (Gs Caneva) e Edoardo Girardi (Gs Podenzano).
I sette guadagnano velocemente una ventina di secondi nei confronti del gruppo, mentre al km 42 si lanciano al loro inseguimento Erik Zampedri (Uc Trevigiani) e Paolo Centra (Futura Team), che riescono nell’intento di ricongiungersi col plotoncino al comando. I battistrada guadagneranno un vantaggio massimo di 1’20” nel corso della sesta tornata di corsa, mentre il gruppo alle loro spalle vede molto attivi in testa gli atleti della Neri Lucchini Nuova Comauto. A questo punto però il gruppo reagisce deciso, e nel corso del giro successivo riesce a ridurre il margine fino a 25”. Al km 124 Gianluca Maggiore (Pagnoncelli Ngc) esce dal gruppo e va a raggiungere i nove di testa, mentre poco dopo Zampedri cede e si lascia staccare. In prossimità del penultimo passaggio, con il suono della campana in sottofondo, i nove vengono raggiunti dall’avanguardia del gruppo in forte bagarre, finchè, dopo aver tenuto duro ancora per un po’, al km 165 si torna in situazione di gruppo compatto.
È quando la volata generale sembra ormai alle porte che Gabriele Graziani (Palazzago), Giovanni Carini (Pagnoncelli Ngc), Fabrizio Amerighi (Uc Trevigiani) e Giuseppe De Maria (Gs Podenzano) danno vita ad un’azione di forza, che permette loro di guadagnare 20” sul gruppo. Il finale è al cardiopalma: il margine dei quattro scende a vista d’occhio, Paolo Capponcelli (Fausto Coppi Gazzera) e Fabio Taborre (Aran World) riescono ad agganciarsi, ma il gruppo ha nel mirino i sei. È di nuovo bagarre in testa al plotone, i sei vengono ripresi quando manca un chilometro e mezzo al traguardo, ma Amerighi non si dà per vinto e scatta ancora, trascinando dietro a sé Carini. Il 25enne della Pagnoncelli ha qualcosa più di lui, lo salta e va a vincere da solo davanti al pubblico di casa. Il gruppo viene regolato da Alessandro Bernardini (Bata Wilier), che conquista così il terzo gradino del podio dietro ad Amerighi.
Per Carini, bresciano di Isorella, si tratta della seconda vittoria stagionale, ma si sa, una maglia tricolore ha sempre un sapore particolare. Così, dopo essersi ripreso (almeno in parte) dall’emozione, si lancia in una raffica di ringraziamenti che, tutti d’un fiato, vanno a raggiungere tutti i compagni di squadra, dal primo all’ultimo, la dirigenza Pagnoncelli, e naturalmente la propria famiglia. «Questo Campionato Italiano l’ho voluto fortemente, da tre mesi a questa parte mi sono preparato meticolosamente in vista di questo appuntamento».
La squadra ha indubbiamente lavorato in maniera impeccabile: Tomaselli e Gasparini sono rimasti al vento per quasi 140 km, costringendo le altre squadre a lavorare, e il team aveva delle carte (e che carte) pronte da essere giocate in qualsiasi situazione, col temuto Samuele Marzoli pronto a entrare in azione qualora il tentativo di Carini fosse stato annullato nel finale. «Non mi mancava nulla – racconta invece il secondo classificato Fabrizio Amerighi – ma Carini aveva una marcia più di me». Amareggiato Alessandro Bernardini: «Quando i sei si sono sganciati ero convinto che sarebbero stati ripresi e che ci saremmo giocati la volata a ranghi compatti, invece mi hanno spiazzato arrivando al traguardo».