Silence, parla Magic - McEwen torna al grande successo

Che non sia propriamente il suo anno migliore lo si capisce dal numero di vittorie stagionali (compreso il successo di oggi): 2. A questa quota di esultanze, il buon Robbie, negli scorsi anni, ci arrivava già a gennaio col Tour Down Under, ma evidentemente l'australiano s'è affezionato alla Svizzera, se è vero che il primo successo del 2008 l'ha colto a Fribourg ed oggi ha vinto a Gossau: sempre in terra elvetica, una volta al Giro di Romandia ed oggi al Giro di Svizzera.
Robbie McEwen non è propriamente un giovanotto, visto che il 24 di questo mese compirà 36 anni, e spesso in questa stagione ha pagato l'esuberanza di tanti "mocciosetti" che gli scimmiottano anche il modo di sprintare (su tutti, il nuovo fenomeno degli ultimi 100 metri, il britannico Cavendish). Oggi però la sua Silence-Lotto è stata, insieme alla Lampre ed all'Euskaltel-Euskadi del leader Antón, la squadra più attiva nell'inseguimento verso i tre fuggitivi di giornata (Weissinger, Duclos-Lassalle e Louder), e lui non poteva tirarsi indietro.
Ad 11 km dalla conclusione il ricongiungimento, con l'erta di Andwil (a 5,3 km dal traguardo) non ha di certo impensierito i velocisti presenti, che invece erano stati infastiditi dal profilo altimetrico della prima frazione (tutti tranne Freire, of course). Più che la salita, vista la pioggia ed il fondo stradale viscido, ha fatto selezione la discesa, con un tentativo a tre promosso - tra gli altri - da Visconti (che fungeva da stopper per favorire lo sprint di Steegmans) e quello solitario di David Loosli.
Il leader dei Gpm (in maglia rosa, e qualche nostalgia del Giro ci è venuta) ha provato la sortita a 5 km dalla conclusione, con Ballan abile a favorirlo creandogli il buco necessario per far sì che fossero altre le squadre a doversi preoccupare di ricucire. Lampre che, a dispetto di un buon lavoro di squadra (Bono e lo stesso Loosli su tutti), ha dovuto purtroppo registrare la mancanza di energie nelle gambe di Danilo Napolitano. Deludente il siciliano, ben piazzato fino agli ultimi 300 metri alla ruota di Robbie e poi scalzato da Freire, più per demerito dello sprinter ragusano che per effettivi meriti del tricampeón di Torrelavega.
Hoste e Van Avermaet hanno preso in mano la situazione a circa 1 km dalla conclusione, col giovane belga abile a pilotare McEwen fino agli ultimi 300 metri, con Robbie partito - senza timore - un po' lungo ed abile a tenere buono alla sua ruota un furetto come Freire. Gli altri, da Ciolek a Förster, da Napolitano ad Usov, da Rojas a Zabel, tutti troppo lontani dai primi due per poterli impensierire.
L'unico pensiero che è arrivato alla mente dei primi due, probabilmente, è stato dettato dalla eccessiva vicinanza della moto delle riprese tv nel momento della volata. Una vicinanza che ha sì regalato delle immagini bellissime e suggestive (vivendo praticamente la velocità della volata "dal vivo"), ma che forse è sconsigliabile, soprattutto negli arrivi compatti, per qualsivoglia inconvenienza che possa accadere ad un mezzo meccanico.
Con la sicurezza in corsa, difatti, è sempre meglio non rischiare. Ma si sa, è molto più facile (e populista) escludere il "cocainomane" Boonen, piuttosto che pensare ad un eventuale (ed evitabile) patatrac.