Le pagelle della Sanremo - Popo e Balducci ok, Bennati e Pozzato flop
- MILANO - SANREMO 2007 [1]
- Gerolsteiner 2007 [2]
- Liquigas 2007 [3]
- Team Milram 2007 [4]
- Allan Davis [5]
- Daniele Bennati [6]
- Filippo Pozzato [7]
- Gabriele Balducci [8]
- Riccardo Riccò [9]
- Tom Boonen [10]
- Yaroslav Popovych [11]
- Óscar Freire Gómez [12]
- Uomini [13]
Freire - 10
Non sbaglia niente, ma proprio niente. Se c'è una cosa che gli si può rimproverare, oggi, è il fatto che ha rischiato tanto, e tante volte, di vedersi sfuggire la corsa. Ma ha fatto di necessità virtù, visto la squadra che aveva con se. Due Sanremo e tre Mondiali rappresentano un palmarés da fare invidia a moltissimi.
Davis - 9
Il terzo posto alla Parigi-Tours era, fino ad oggi, il miglior risultato ottenuto dall'australiano in una classica. Oggi pesca il jolly, primo nella volata dei battuti. Ma un secondo posto alla Sanremo è importantissimo, soprattutto perché oggi ha capito che in futuro può vincerla.
Boonen - 8
Sale per la prima volta sul podio della Classicissima, e migliora per il terzo anno consecutivo la sua posizione in Via Roma. Bravo, davvero. Però per uno che si chiama Boonen e che ad un certo punto si ritrova un gregario in maglia iridata di nome Bettini, rimane sempre l'amaro in bocca. Troppo spazio tra lui e Freire.
McEwen - 7
Ultimi 2 km, in testa al gruppo si fa la conta di chi c'è. Freire, e va bene, poi Boonen, perfetto, anche Petacchi, ci mancherebbe; benissimo, anche Bennati e Pozzato. E quello? È Robbie? Sì, sì, è proprio lui. E in tanti si sono preoccupati, a quel punto, soprattutto in gruppo. Non siamo abituati a vederlo perdere un podio al colpo di reni, ma chi gli è finito davanti è più passista di lui, senz'altro.
Zabel - 7
Se noi fossimo in Zabel, ecco la scena: «Ma non te ne eri accorto prima di non avere la gamba?»; questa, come minimo, sarebbe la prima domanda, posta anche a brutto muso, che avremmo fatto ad Alessandro Petacchi appena dopo l'arrivo. Della risposta, poi, francamente, ce ne saremmo anche fregati. Zabel merita più rispetto.
Gerolsteiner - s.v.
Dire che la Sanremo 2007 è stata stregata per gli uomini di Holczer ed Henn è poco. Rebellin che casca all'inizio (ma conclude comunque la corsa nel gruppo di testa), Kopp che si rompe il setto nasale, riporta un trauma cranico commotivo, contusioni multiple e ferita lacero contusa all'arcata sopracciliare sinistra, e - dulcis in fondo - Moletta, che da fuggitivo scivola nella discesa della Cipressa e centra un muretto in cemento con tanto di palo a supporto. Risultato? Frattura della diafisi femorale destra, che dovrà essere operata. Da parte nostra, ovviamente, tanti auguri di pronta guarigione ai corridori, e tanta solidarietà al team delle acque minerali.
Balducci - 7,5
Ammettiamo che sapere che il toscano Balducci fosse il primo italiano nell'ordine d'arrivo della Milano-Sanremo 2007 ci ha spiazzato, e neanche poco. Poi ci sono tornati in mente la volata di Donoratico, il successo di tappa al Giro del Mediterraneo, ed allora abbiamo capito. Magari il nome non è di grido, ma il corridore in questo inizio d'anno c'è, eccome.
Petacchi - 4
Giornata storta. È l'unica pseudogiustificazione che Alessandro può darsi e può darci, e può dare ai suoi tifosi, che pure lo aspettavano numerosissimi sul traguardo (tra l'altro inscenando una serie di cori da stadio in simpatica contrapposizione con i tifosi di un altro illustre eccellente: Bennati). Però la sensazione è che sia più manchevole di fosforo e cattiveria, piuttosto che di energie.
Popovych - 7,5
Il bollettino della Parigi-Nizza parlava chiaro: le quotazioni dell'ucraino erano, e sono, in netto rialzo. Capisce con un po' di ritardo che l'azione di Pellizotti era interessante, poi però offre verve e tanta energia alla fuga. Sul passo oggi era probabilmente il più forte, e lo dimostra il fatto che, una volta ripresi all'inizio del Poggio, abbia riprovato anche da solo. Però il gruppo era lì, ed insesorabilmente l'ha risucchiato.
Liquigas - 6,5
La squadra non ha granché da rimproverarsi; la débâcle di Pozzato non può certo dipendere dal team che nelle fasi decisive si è mosso sin da subito, con Quinziato. Dopo il lavoro di gregariato di Petito e Spezialetti, lo stesso Quinziato è partito sulla Cipressa, emulato da Pellizotti. Hanno fatto il loro lavoro, anche se da quel punto son mancati i vari Paolini e Gasparotto, oltre al capitano designato.
Riccò - 8
Non è facile mantenere le promesse nella vita, figuriamoci nel ciclismo. L'emiliano è un guascone, un birbantello, un carattere tanto introverso quanto illuminato ed illuminante, quando si parla di strade, tattiche e biciclette. Dopo l'allungo di Kessler sul Poggio, dà una fucilata che stronca il gruppo dei migliori, e lo stesso Gilbert, unico a resistergli. Poi il percorso è quello che è, due corridori contro un gruppo che nel frattempo si è riorganizzato non possono far miracoli, e quindi a 2000 metri dall'arrivo s'infrange il suo sogno. Non fa una piega però, e nel dopo corsa dà appuntamento alla Sanremo 2008. Ad avercene, così.
Gilbert - 6,5
Diciamocelo francamente: non ne aveva. È già tanto se è riuscito a restarci attaccato alla ruota posteriore con le unghie e con i denti, a quell'indiavolato di Richie Rich. Non ha dato cambi perché non poteva, soprattutto in salita. Quando ha potuto, tra discesa e pianura, ha dato il suo contributo all'azione orginaria dell'emiliano di Gianetti.
Milram - 4,5
Lo ammettiamo sin da subito: se Petacchi avesse vinto, questo voto sarebbe stato sicuramente stravolto, ma non più di tanto. Soprattutto per due motivi: il primo, la presenza nella primissima fuga di Petacchi; perché? Il secondo: si deve avere un cuore di pietra, ma proprio duro, per dire a Celestino di non collaborare in fuga nella corsa della sua vita. Poi vabbè, è mancato Petacchi, non certo la squadra. Ma se ci si fida solo di un uomo, alla lunga gli altri si stancano.
Hernández - 6
Premiamo il basco che ha corso in Italia con la Lpr di Piscina perché è stato l'ultimo ad arrendersi al ritorno del gruppo; ma gli altri li citiamo più che volentieri: il russo Brutt (quanto abbiamo temuto di dover titolare "Dopo Pozzato, la Sanremo a Brutt"?), Emanuele Sella, Kunitski, De Kort e Traficante. Un'azione nata al km 86 e conclusasi a poco meno di 30 km all'arrivo. Coraggiosi.
Bennati - 3
Per un motivo o per un altro, in questa classica - che pure è nelle sue caratteristiche - non ha mai brillato. Stavolta la saluta lo ha lasciato in pace, e giù per la discesa del Poggio il lavoro egregio di Ballan e Vila sembrava volesse significare un impegno maggiore da parte del passista veloce aretino. Invece sul traguardo non è pervenuto, anticipato dal compagno Napolitano (6,5 per la conferma).
Pozzato - 3
Ha accusato dei dolori di stomaco patiti ieri notte, dopo l'arrivo, dimostrandosi comunque sereno. Sa che le cose non possono sempre girare per il verso giusto, e nell'animo aveva la tranquillità di aver fatto di tutto per ripetersi. Però oggi ha sempre pedalato nelle posizioni di rincalzo e non ha mai dato l'impressione di poter far qualcosa. Lo aspettiamo al Fiandre.
Bettini - 6,5
Era ammaccato, anzi, ammaccatissimo. Come se non bastasse, un altro scivolone pure oggi, tanto per gradire. Ma siccome a Bettini per annientarlo, soprattutto psicologicamente, serve un cataclisma, non si dà per vinto, rimonta posizioni su posizioni, si porta in testa al gruppo, controlla la progressione di Visconti e poi in discesa si mette in testa a farsi seguire del gruppo; un Campione del Mondo che lavora, molto umilmente, per il compagno più in forma. Non da tutti, ma sicuramente da Paolo Bettini.