Guesdon, bingo a Tours - Sorprende tutti come a Roubaix '97

Si conferma corsa strana la Parigi-Tours, che finisce nel palmares del transalpino Frédéric Guesdon, maglia Française des Jeux. 254 chilometri tra St-Arnoult-en-Yvelines a Tours. Media altissima fin dalle prime battute, con una fuga a 25 a cui il gruppo lascia spazio. Troppo spazio. Il plotone si frantuma col passare dei chilometri: sembra assopito e in effetti non si sveglierà mai in questo soleggiato pomeriggio di inizio autunno. Si verificano ritiri in massa, tra i quali quelli di molti pesci grossi, i due grandi favoriti della vigilia Zabel e Boonen salgono in ammiraglia: sono caduti nella rete.
Ma la corsa là davanti continua. Il gruppo dei fuggitivi si riduce via via che il traguardo si avvicina. Rimangono in 5 in testa, e tutti collaborano. Sono gli italiani (entrambi ex campioni nazionali) Gasparotto e Moreni, il belga Van Impe, il francese Guesdon e il norvegese Arvesen. Il plotone nel frattempo riassorbe tutti i vari inseguitori e inizia lo show di Ale Ballan: da solo riesce a recuperare più d'un minuto sui fuggitivi con tutto il gruppo a ruota in fila indiana. Bennati evidentemente si sente forte e manda in testa all'inseguimento anche Napolitano, ma il ritmo del veneto è troppo alto e anche il volenteroso Danilo non riesce a contribuire con più di qualche cambio.
Sembra prossimo il ricongiungimento, ma negli ultimi 10 km il copione svolta bruscamente. Tre strappi rendono nervoso il percorso. Gasparotto viene subito riassorbito dal gruppone sulla prima breve asperità. Pozzato tira fuori dal cilindro una bella sparata sulla seconda, che scompagina il gruppo, ma, involontariamente, favorisce l'azione dei fuggitivi. Si mette in caccia con Sacchi, Cooke e Gilbert.
Ci fa saltare il cuore il vicentino quando tira dritto alla rotonda (per fortuna già famigerata, perciò dotata di "via di fuga": il giro più lungo però) che immette sul lunghissimo rettilineo finale di avenue de Grammont; lo segue mezzo gruppo: perdono ritmo e velocità e per i due in testa è ormai fatta. Anche il tempo di studiarsi e zigzagare (tanto da allungarsi di almeno un centinaio di metri l'ultimo mezzo chilometro e inscenare un simpatico "teatrino" con la moto al seguito che per evitare i corridori rischia un duplice mal di mare degli occupanti!). Parte lungo Guesdon che continua a voltarsi per controllare un Arvesen che non riesce mai a impensierirlo. È il francese ad alzare le braccia sotto lo striscione, e ad aggiudicarsi la sua seconda grande classica 9 anni dopo la Parigi-Roubaix: e come allora, si tratta ancora una volta di una grande sorpresa, ma possiamo dire che queste due vittorie incorniciano una carriera che per molti - visti anche solo questi due clamorosi risultati - sarebbe invidiabile.
O'Grady regola il gruppo, battendo di pochissimi centimetri Hushovd, e completa il podio. Non bene gli italiani, in linea con la storia di questa corsa che ha sempre sorriso poco ai nostri: ottavo il generoso Napolitano e decimo Pozzato. Inesistente e deludente Daniele Bennati che, dopo lo straordinario lavoro dei compagni di squadra, non prende nemmeno parte alla volata: 3 carte (e non dei due di picche!) che la Lampre doveva inevitabilmente giocare meglio, dopo esser stata a lungo la miglior formazione della gara.