Salto in giallo per Pereiro - Giochi di alleanze e tappa a Voigt

E va bene che il Tour 2006, già in virtù del ritiro di Armstrong, era annunciato come un'edizione senza padroni. Va bene che questa definizione ha trovato mille volte più forza dopo la cacciata dei reietti dal Tempio; ma ora il crogiuolarsi della Grande Boucle in questa assenza di una guida sta assumendo livelli parossistici.
Oggi a Montélimar, città per la prima volta sede di tappa, la maglia gialla ha di nuovo cambiato spalle. Dopo aver colorato di felicità i giorni di Honchar, di Dessel, di Landis, da domani sarà portata a spasso da Oscar Pereiro. E non si tratta di comprimari pronti ad essere spazzati via dal primo venticello, ma di corridori di un certo valore: Honchar è saltato sulle prime montagne, ma non si poteva giurare che ciò sarebbe avvenuto; Dessel, dopo i Pirenei, è ancora lì a un passo dalla gloria; Landis resta uno dei favoriti principali per la vittoria finale. Ed ora questo Pereiro, spagnolo, corridore discontinuo almeno quanto divertente (è sempre in fuga).
Non è un fulmine di guerra, ma in salita quando vuole sa tenere, e al momento amministra un minuto e mezzo su Landis: per quanto tempo riuscirà a resistere al comando? Volerà via già sull'Alpe d'Huez o saprà ritagliarsi un ruolo da protagonista (con vista podio) fino alla fine? Magari lo sapessimo. Qui la regola è sempre la stessa: tutto può succedere. Per dirla tutta, Pereiro ringrazia proprio Landis per quello che si profila come uno dei più gentili omaggi della storia recente del Tour: in fuga dal mattino con Voigt (che ha vinto la tappa sullo stesso Pereiro), Chavanel, Grivko e il bolzanese Quinziato (quarto al traguardo), Pereiro si è reso protagonista di un'azione che ha potuto dispiegarsi nella totale assenza di reazione da parte del gruppo condotto ad andatura cicloturistica dalla Phonak della maglia gialla. 5, 10, 15, 20, 25 minuti di vantaggio, mezz'ora.
In classifica Pereiro aveva 28'50" di ritardo da Landis. Alla Phonak sarebbe bastato veramente poco per conservare il comando della classifica. Ma evidentemente era previsto un altro programma, perché il team svizzero ha deliberatamente ceduto la leadership. Alla base di tale comportamento c'è solo la volontà di non stressarsi domani, per controllare la 14a tappa, Montélimar-Gap, 180 km con un colle di 2a categoria a metà frazione e uno nel finale (certo che se controlla come ha fatto oggi non si spreca più di tanto...), o anche dell'altro? Dell'altro, naturalmente: se ieri la Rabobank di Menchov (rivale di Landis) si è ingraziata la Discovery Channel, aiutando Popovych a vincere (ai danni di Ballan), evidentemente urgeva intessere un'alleanza altrettanto forte: ecco quindi che la Phonak lusinga così la Caisse d'Epargne, che, statene certi, sulle Alpi darà una mano a Landis (i cui compagni non hanno peraltro brillato sui Pirenei).
Di tutto questo gioco di potenze si avvantaggia Pereiro, che ci mette anche del suo, ci mancherebbe: oltre alla capacità di capire quand'è il giorno adatto per andare in fuga, oltre alla forza necessaria per tenere in testa in un attacco di oltre 200 chilometri, oltre a tutto ciò, c'è da dire che lo spagnolo è anche bravo nelle public relations: chiedere a Hincapie, che un anno fa a Saint-Lary-Soulan vinse proprio davanti a un Pereiro un po' troppo arrendevole per essere vero; e inoltre, Oscar viene dalla Phonak, dove ha senz'altro lasciato qualche amico. Insomma, il Tour va avanti senza padroni, ma con un intreccio di do ut des da far invidia al mondo della politica.