Pellizotti, che felicità! - Liquigas perfetta, fuga in porto
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Franco Pellizotti la inseguiva da anni: e ora l'ha centrata. La vittoria che gli cambia la carriera, che lo spinge ad un balzo in avanti nella considerazione generale, che lo proietta in una dimensione diversa e certo più consona al suo talento; last but not least, la vittoria che pone la Liquigas di Danilo Di Luca in una posizione privilegiata tra coloro che devono inseguire/attaccare Ivan Basso: con due punte come l'abruzzese e il friulano, sarà possibile orchestrare delle tattiche ambiziose.
Di contro, la Lampre fa segnare un'altra giornata negativa, e ormai il momento no della squadra di Cunego si sta trascinando da troppi giorni per non lasciare scorie nel rapporto tra il Piccolo Principe e i suoi compagni (e col management). Andiamo con ordine.
Nella Termoli-Peschici, decima tappa del Giro e ultima prima del secondo giorno di riposo, era assodato che il finale accidentatissimo avrebbe respinto gli sprinter. Quindi due le soluzioni: fuga da lontano, oppure corsa cucita ed epilogo coi migliori scattisti a battagliare (e quindi Bettini, Di Luca, Cunego, Mazzanti, per restare ai nostri).
La fuga, in effetti, è partita: al km 62 si sono messi in viaggio 16 uomini (Joachim, Calzati, Dupont, Carrasco, Pérez Sánchez, Horrach, Matveyev, Poilvet, Yakovlev, Merckx, Eltink, Gomez Gomez, Serpa e gli italiani Lombardi e Vanotti. Sulla salita di San Giovanni Rotondo (110 all'arrivo) si sono accodati anche Pellizotti e Wegelius (entrambi Liquigas, col secondo che, grandissimo, si è accollato la massima parte del lavoro, e che anche successivamente è stato veramente prezioso per Franco), e poi Efimkin, Pinotti e Krauss. 21 uomini in totale, e il margine è cresciuto in fretta fino a lambire i 6'. La Csc di Basso, figurarsi, lasciava fare: a Ivan non dispiaceva che i fuggitivi arrivassero a destinazione, togliendo i preziosi abbuoni del traguardo a Cunego e Di Luca.
La Quick Step di Bettini, già spolpata dal lavorone di ieri, si è presa un giorno di pausa. La Gerolsteiner di Rebellin non si è proprio vista. La Liquigas aveva due uomini davanti, e quindi non toccava a lei inseguire. Chi restava? La Lampre, e infatti dal km 110 (80 alla conclusione) gli uomini di Martinelli si sono messi in testa al gruppo tirando a tutta per annullare la fuga.
La Lampre ha recuperato in breve (sulla salita di Monte Sant'Angelo) 2', ma poi nella Foresta Umbra s'è persa: troppe curve, troppi saliscendi, troppo sfavorevole agli inseguitori il terreno. E allora, in barba agli sforzi dei gregari di Cunego (ancora una volta spremuti per niente), i fuggitivi sono andati fino all'arrivo, con uno scatenato Calzati (francesino promettente) a dettare spesso i tempi e con una bella azione solitaria di Merckx figlio negli ultimi 15 km.
Ripreso proprio sull'erta finale di Peschici, a 150 metri dal traguardo, il belga ha guardato in lacrime Pellizotti (che l'aveva superato) tagliare il traguardo in un'esplosione di felicità. Il gruppo è arrivato a 3'20".
Ora il friulano è risalito al quarto posto in classifica, a 2'05" da Basso, e sarà una pedina importante al servizio di Di Luca sulle salite. Se Pellizotti va in fuga un'altra volta, la Csc non potrà più guardarlo con sufficienza; e se la Lampre evita di tirare e di togliere le castagne dal fuoco al team danese (ma davvero 20" di abbuono erano più importanti di far lavorare la squadra rivale per tutto il giorno?), Basso e soci avranno qualche gatta da pelare in più.
Ovvio, questo discorso sarà da proporre tra un paio di giorni, quando, dopo la crono di Pontedera, Ivan avrà dato un'altra mazzata al Giro e forse noi staremo guardando ogni cosa sotto una prospettiva diversa.
Marco Grassi