Mortirolo, è sempre una magia - Migliaia di appassionati sulla "Montagna Pantani"

Mortirolo. Salita mitica come quelle scalate nelle tappe precedenti, ma oggi l'ambiente cambia completamente, si vede che ci siamo trasferiti sulle Alpi Valtellinesi: fa più caldo, il territorio è meno legato al turismo e più rurale, attaccato alle tradizioni pastorizie. In una giornata così calda il profumo intenso del fieno penetra tagliente ma dolce nelle narici delle migliaia di persone che dai quattro versanti scalano, chi a piedi chi in bici, il "Passo della Foppa", unite dalla stessa identica passione che li fa convergere a 1852 m.s.l.m..
Quasi come in un'affollata città, il frenetico viavai di biciclette appare come routine, invece no, oggi son tutti qui perché passa il Giro. D’accordo, quest’anno la corsa rosa appare un poco scontata dato che l’irraggiungibile Basso dal primo arrivo in salita si è preso la maglia di leader non cedendola più a nessuno, ma qualche posizione da limare fa ben sperare per quanto concerne lo spettacolo.
Visto dall'alto il Mortirolo sembra un vulcano che erutta lava umana, densa in vetta, via via più diradata ma comunque calda verso le pendici. Una folla che abbraccia il ciclismo e i suoi beniamini, in quella che sulla carta è la penultima tappa, ma che praticamente decreta il vincitore dell'89° Giro d'Italia. Abbraccio caloroso sia per i primi che per gli ultimi, forse addirittura più intenso per quelli più attardati, che suscitano la piena solidarietà della folla.
La giornata inizia presto, per molti dalla sera prima, per accaparrarsi le posizioni migliori, preparare la brace, piantare la tenda: in fondo il ciclismo è anche festa, come pochi altri sport. Stupisce, ma non troppo, la gente che pranza lungo le strade, non negando anche agli sconosciuti un buon bicchiere di vino o un pezzo di carne alla griglia la cui aroma si propaga a seconda del vento, suscitando una buona dose di acquolina in bocca a coloro i quali stanno tentando di imitare i propri eroi scalando la montagna in sella alla fidata bicicletta e che, maledizione, non possono fermarsi mai, perché la cima li aspetta come un magnete che ti attira a sé ma che allo stesso tempo ti frena, costringendoti a lottare fra due forze opposte, la volontà e la fatica.
Meraviglia maggiormente scorgere, fra le centinaia di appassionati che scalano la vetta in bici, così tanti bambini, per nulla intimoriti dalle pendenze massime dell’impegnativa salita che in molti casi rappresenta una pendenza pari al doppio delle loro età. A costo di scendere dalla sella e trasportare il mezzo correndo sotto il sole per non perdere il passo dei genitori più allenati, i bimbi si avviano verso la cima. Tra di loro tanti piccoli fan dell'indimenticato "Panta", quest'anno commemorato proprio sul Mortirolo, "Montagna Pantani" di questo Giro, con un monumento posto sui tornanti che lo hanno visto lanciarsi in alcune delle sue più emozionanti imprese.
Fra gli infiniti appassionati che sfidano il Mortirolo numerosi sono principianti, temerari, incoscienti, pazzi, i quali salgono chi proprio fino in cima, chi soltanto per qualche tornante - qualcuno addirittura stramazza nei rari prati al fianco della strada, stremato, esausto, ma comunque conscio e soddisfatto di averci provato.
Giornata fantastica, scaldata da uno stupendo sole estivo lungamente agognato in Lombardia e da una prorompente passione che ha spinto migliaia di persone in montagna, anche solo per poter dire di esserci state, quel giorno sul Mortirolo.

Enula Bassanelli