Bettini già s'invola - Tirreno subito nel segno di Paolino
- Tirreno - Adriatico 2006 [1]
- Quick Step - Innergetic 2006 [2]
- Filippo Pozzato [3]
- Luca Ascani [4]
- Paolo Bettini [5]
- Valerio Agnoli [6]
- Uomini [7]
Facce sorridenti e visi rilassati, soprattutto di qualcuno, al "primo giorno di scuola" alla Tirreno-Adriatico.
Il clima sereno ed il sole avranno sicuramente contribuito, ma c'entra anche il contorno di pubblico che si è avvicinato alla starting-list di tutto rispetto che Rcs ha ottenuto da un percorso finalmente all'altezza di una breve corsa a tappe del Pro Tour, e non "solo" una mera preparazione per un appuntamento, seppur importantissimo, come la Milano-Sanremo.
È inevitabile, però, guardare le corse con un occhio all'attualità e l'altro rivolto verso via Roma, puntato al 18 marzo: tra Petacchi e Boonen, difatti, spunta - e ti pareva - Paolo Bettini.
La prima corsa in Spagna, durante la Challenge Mallorca, la seconda in Svizzera, a Lugano, il giorno dopo l'affermazione di Nuyens, altro Quick Step, alla Kuurne-Bruxelles-Kuurne. La terza oggi, a Tivoli (anzi, sarebbe più opportuno scrivere "su" Tivoli), dopo l'ennesima prova di forza della Quick Step e l'ulteriore dimostrazione - semmai il lavoro di Boonen per Pozzato all'Het Volk e per lo stesso Nuyens a Kuurne, ed ancora Bettini con Wielinga a Chiasso non fosse bastato - di un gioco di squadra strepitoso e disarmante.
Le corse in linea, la Quick Step, può solo perderle da sé: in giro non si vedono squadre, né tantomeno singoli, in grado di impensierire la corazzata di Lefevere e Parsani. Oggi il campione belga (non del Gabon, sia detto con tutto il rispetto) si è adoperato ai piedi dello strappo conclusivo di Tivoli (4 km d'ascesa non impossibile, ma comunque taglia-gambe) per scremare il gruppo o quantomeno far arrivare al gancio le ruote prettamente più veloci.
Come non bastasse, un certo Filippo Pozzato, che alla Tirreno del 2003 si era rivelato al mondo ciclistico internazionale dopo l'antipasto del Laigueglia, si è messo in testa a stoppare una coppia di giovani promettentissimi, coppia targata Naturino e Santoni, che di nome fanno Luca e Valerio e di cognome Ascani ed Agnoli: due ragazzi che più in là, ma neanche troppo, sapranno ritagliarsi spazi importanti.
«Ho corso come fosse una gara di un giorno», dice Bettini a fine tappa, ed aggiunge anche che, con la "vecchiaia", sta imparando a spendere meno e far lavorare meglio la squadra: di sicuro, se la squadra è questa - con De Jongh, Baguet e Pozzato sugli scudi - gli viene anche più facile dare un'indicazione a chi si trovi davanti con lui.
"Meno male che c'è Paolino": abbiamo aperto così. In un ciclismo dove gli arrivi spesso sono in volata e dove la Sanremo, spesso, si è decisa in tal senso (proprio il Grillo livornese fece saltare il banco nel 2003, a Cipollini su tutti), un corridore con le caratteristiche, e la verve (per non dire "pazzia", ovviamente in senso buono), di Bettini ci serve per discutere, pensare, tentare di capire, e - perché no? - permetterci di sognare.
Gli sarebbe utile Vinokourov, ma scommettiamo che - anche in caso di assenza del kazako - tra Cipressa e Poggio l'olimpionico Paolo non soffrirà certo di solitudine. Prima però, Garzelli e Rebellin permettendo, c'è anche da vincere una "corsetta" che si chiama Tirreno-Adriatico.