I 1150 metri di Cipollini - Emozione per SuperMario all'addio
- GIRO D'ITALIA 2005 [1]
- Mario Cipollini [2]
- Uomini [3]
Millecentocinquanta metri. Percorrerli e sapere che non ce ne saranno altri. Sapere che quello che per il resto del gruppo è un prologo, per te è invece già un epilogo. Derogare alla regola che imporrebbe di indossare un casco aerodinamico, di quelli che quando iniziasti la tua carriera dovevano essere ancora inventati; attaccare gli scarpini sui pedali, e ricordare di quando i piedi si infilavano nelle gabbiette, e all'avvicinarsi della volata dovevi stringere la cinghietta per rendere impossibile la perdita dell'aggancio (se cadevi, però, così saldato alla bici, dovevi raccomandare l'anima a qualche santo); smanettare sul cambio, che oggi è sul manubrio ma allora era sul telaio, e per variare il rapporto dovevi fare l'equilibrista.
Buttarti giù dalla rampa e regalarti al piacere dell'abbraccio della folla, che è lì per te, ancora una volta, come in centinaia di altre tappe di questo Giro che ti ha fatto campione, che ti è rimasto tatuato nell'anima, che non era dato senza la presenza di Mario Cipollini, così come Mario Cipollini non era pensabile senza il suo Giro. Correre, non importa se piano, sospeso per un attimo che vorresti immortalare e prolungare il più possibile; o se a perdifiato, fingendo di essere ancora un professionista, quello che non sei più da 11 giorni, da quando hai annunciato a tutti che basta, che non è più il caso di affannarsi alla ricerca del tempo perduto, noi siamo uomini e tutt'al più ciclisti, e se ci nominano Proust pensiamo più all'automobilismo che ad altro, siamo fatti di carne e concretezze.
Chissà se millecentocinquanta metri di pellicola bastano per un film: ogni 150 metri, due anni di carriera. Sin dai primi fotogrammi il tuo road-movie parlerebbe di vittorie al Giro. Ai 300 metri hai messo in carniere già due Gand-Wevelgem, ai 400 ti amano anche al Tour de France, sei un personaggio internazionale, ai 600 ti sei vestito con la maglia tricolore, e dopo aver superato i 1000 metri hai vinto finalmente la tua Milano-Sanremo, e poi il Mondiale, e poi hai pure superato il record di Binda, che aveva vinto 41 tappe al Giro, e tu 42.
Eccolo lì, il traguardo, il pubblico ti osanna una volta di più, l'organizzazione ha dimostrato di avere un cuore e di non essere solo cronotabelle e distintivo, ti ha messo a disposizione il Giro per il più degno addio che potessi sognare. O forse sei tu che hai messo te stesso a disposizione della corsa rosa, al suo servizio, per questa cerimonia che non è solo il saluto a un grande, ma è anche un po' un cerchio che si chiude insieme a un'epoca. Una festa, comunque; ringraziamenti, saluti, lacrime, commozione. Poi il circo sbaracca e il lungomare torna al suo passeggio, ai suoi incontri, alle sue anime. Fine del film. Titoli di coda. Pubblicità.