Da stasera si balla - Giro, parlano tutti i protagonisti
- GIRO D'ITALIA 2005 [1]
- Alessandro Petacchi [2]
- Damiano Cunego [3]
- Danilo Di Luca [4]
- Erik Zabel [5]
- Gilberto Simoni [6]
- Ivan Basso [7]
- Paolo Bettini [8]
- Paolo Savoldelli [9]
- Robbie McEwen [10]
- Stefano Garzelli [11]
- Uomini [12]
Damiano Cunego (Lampre-Caffita)
«Il mio avversario sarà Basso, è più completo di me e va discretamente bene a cronometro, anche se io magari riuscirò a conquistare qualche abbuono nelle volate a ranghi ridotti. Personalmente mi sento più forte di un anno fa, ho un anno in più di esperienza. Nel 2005 ho vinto solo una corsa, è vero, ma ho affrontato corse più difficili rispetto al 2004, e scontrandomi sempre con i più forti del lotto, oltre ad aver dovuto sopportare pressioni ben maggiori di dodici mesi fa. Aspetto la terza settimana, ognuna delle salite delle ultime tappe può fare la differenza».
«Mi sono preparato al meglio, arrivo a Reggio Calabria esattamente nelle condizioni in cui volevo essere. Non ho pensato ai miei possibili rivali, ma solo a me stesso, e non mi sono posto una tappa precisa come obiettivo per attaccare, anche se sento particolarmente la frazione di Livigno, con lo Stelvio. Più che Cunego, comunque, temo Simoni».
«Il Pro Tour ha reso il Giro più difficile che in passato, ci sono tanti protagonisti stranieri di primo piano, sarà più arduo gestire le fasi di gara come eravamo abituati a fare. Non saremo sempre noi a "fare la corsa". Per quanto mi riguarda, aspetto con ansia le montagne dell'ultima settimana, a partire dallo Stelvio, anche se penso che il momento decisivo sarà il trittico piemontese: in quelle tre tappe la classifica potrà essere del tutto rivoluzionata».
«Non faccio troppi calcoli, spero solo di arrivare all'ultima settimana in forze e soprattutto con la testa, con la mentalità giusta. Dopodiché tutto potrà succedere».
«Rispetto alle ultime edizioni, questo mi sembra un Giro ben più difficile. Io sono qui, vengo da un secondo posto e so che non sarà agevole ripetersi, ma sono pronto a raccogliere qualsiasi risultato debba venire».
«Non posso nascondere di aver messo gli occhi sulla crono di Firenze: sono il campione italiano di specialità, e si correrà nella mia città, quindi darò il massimo per vincere quella tappa, o almeno per fare bene. Penso intensamente anche allo Stelvio, sarà dura, io e Garzelli ci aiuteremo a vicenda, abbiamo una squadra fortissima in cui anche Di Luca potrà fare cose importanti».
«Riconosco di non essere al cento per cento, mi manca del fondo, e questo purtroppo è dovuto ai tanti infortuni che mi sono capitati ultimamente. In ogni caso spero di crescere strada facendo, la mia è una buona squadra e sono onorato di esserne il capitano. Il mio favorito per il Giro è Simoni».
«Questa per me sarà una prova importante, per la prima volta arrivo al Giro con una squadra forte che mi promette pieno appoggio. Ho fatto nelle ultime settimane dei test mirati, e anche il fatto di correre poco o niente è per me una novità. Vedremo se ho avuto ragione».
«Sto bene e sono fiducioso, quest'anno per fortuna non ho avuto intoppi, e sento che la squadra crede in me. Ho molta voglia di fare bene e di dimostrare che il mio podio del 2002 non fu un risultato casuale».
«È la prima volta che vengo a fare il capitano in un grande giro, e devo ancora capire la mia dimensione. Strada facendo scoprirò se posso realmente puntare a fare qualcosa nella classifica generale, o se per il momento mi convenga piuttosto pensare di inseguire qualche successo di giornata».
«La vittoria di Cesena dell'anno scorso mi ha cambiato la vita, e se ripenso a quel giorno ancora mi emoziono. Parto con l'obiettivo di fare un bel Giro, cosa che per me equivale ad arrivare nei primi dieci: è l'obiettivo che realisticamente sento più vicino. Certo, riuscire a raggiungere le prime cinque posizioni sarebbe un sogno. Ma se nel 2004 ebbi un minimo di libertà sulla strada per Cesena, quest'anno mi conoscono e sarà più difficile trovare simili spazi».
«Io sto bene, e il Giro così duro e con così tante salite mi piace molto. L'altro lato della medaglia è che ci sono più chilometri a cronometro, e io temo le prove contro il tempo: proverò a difendermi per rilanciare poi sulle montagne».
«In questo periodo dell'anno incontro sempre delle difficoltà a causa della mia allergia al polline che si sviluppa in primavera. Conto di migliorare e di raggiungere una condizione buona per i miei prossimi obiettivi».
«Spero di riuscire ad arrivare all'ultima settimana senza aver perso troppo tempo. Infatti negli anni scorsi sono sempre venuto fuori alla distanza, e penso che la terza settimana potrebbe permettermi di risalire la classifica».
«Al Romandia ho visto un Cunego fortissimo, mi sembra il favorito del Giro. Io sto benino, in squadra siamo in due ad essere considerati capitani, io e Zubeldia: meglio così, sarà un modo per spartirci le pressioni».
«Sono venuto al Giro con il chiaro obiettivo di vincerlo. Preparo questa corsa dall'inizio dell'anno, è l'appuntamento principale della mia stagione».
«Mi rendo conto che sarà difficilissimo per me ripetere il podio del 2001. Comunque conto quanto meno di migliorare strada facendo e di uscire bene dalla corsa rosa».
«Questo Giro è più duro del precedente, e i 10 arrivi per velocisti dell'anno scorso ce li possiamo scordare, quindi non penso che riuscirò a battere o almeno eguagliare i 9 successi di dodici mesi fa. Addirittura secondo Ferretti quella del 2005 è l'altimetria più difficile degli ultimi 10 anni. È un Giro completo, ci sarà spazio per diverse tipologie di corridori, ci sono tappe strane in cui tutto potrà succedere: e non è detto che certe salite durissime all'inizio delle frazioni non lascino segni profondi».
«Il mio obiettivo è vincere una tappa. Credo che nei primi 10 giorni ci possano essere 5 o 6 volate, conto di conquistarne almeno una, poi le cose si faranno più difficili, ma se supero bene le prime salite credo di poter avere almeno un altro paio di bersagli da centrare».
«Il prologo favorisce chi viene dalla pista, per me resta comunque un obiettivo da tenere d'occhio, anche se penso di essere più adatto ad un arrivo come quello della seconda tappa. Nei primi 10 giorni spero comunque di farmi vedere in quelle 4 o 5 frazioni riservate alla nostra categoria».
«È il mio primo Giro, sono emozionatissimo, anche se non ho paura. Qui ci sono praticamente tutti i più forti sprinter del mondo, e secondo me è un fatto positivo: vuol dire che ci sarà più confusione nei finali, e ciò aumenterà la possibilità di sorprendete la compagnia».
«I migliori velocisti sono tutti al Giro, con Petacchi numero uno assoluto. Mi piacerebbe vincere una tappa, parlerò con Alessandro per vedere se me ne lascia una...».
«Tutti dicono che Petacchi è imbattibile, ma io non ci credo. Nessuno è invincibile. Penso che l'errore che tutti fanno sia di aspettare che lui parta, di restargli dietro. Bisogna invece inventarsi qualcosa, magari anticiparlo. E io sono qui per questo».
«Sono venuto al Giro sperando di poter battere Petacchi in qualche volata. Certo che se non si ha una moto è un po' difficile superarlo...».
«Il percorso è ben disegnato, sin dall'inizio offre tante possibilità, ci sarebbe parecchio da fare per uno con le mie caratteristiche. Ho messo gli occhi sulla prima tappa, al termine della quale spero anche di indossare la maglia rosa, ma per riuscire ad arrivare in cima alla classifica devo limitare i danni nel prologo. Non sono il solo a puntare sull'arrivo di Tropea, c'è Di Luca che è andato fortissimo nelle classiche, ma il Giro è un'altra corsa, magari le gerarchie si ribaltano rispetto al Nord».
«Ho centrato l'obiettivo di venire al Giro con la maglia di leader del Pro Tour, questa per me è già la prima soddisfazione. Mi aspetto di tenere almeno nei primi 10 giorni al livello delle classiche che ho vinto. Sogno una tappa e la maglia rosa, anche se l'importante per noi sarebbe indossarla a Milano, con Garzelli. Sento un bel clima intorno a me e al Giro, credo che a Tropea io possa provare a fare qualcosa di importante».