Ok, la firma è giusta - Petacchi, un altro sprint da sogno
- VUELTA A ESPAÑA 2004 [1]
- Liberty Seguros 2004 [2]
- Quick Step - Davitamon 2004 [3]
- Alessandro Petacchi [4]
- Bram Tankink [5]
- Erik Zabel [6]
- Max Van Heeswijk [7]
- Patrick Sinkewitz [8]
- Uomini [9]
Al secondo giorno la Vuelta inizia a parlare italiano. E lo fa per merito di Alessandro Petacchi, il velocista che da un paio di stagioni si è scoperto quasi imbattibile, e che a Burgos ha raccolto oggi la sua diciottesima vittoria stagionale. Lo spezzino ha iniziato presto a inseguire il suo score di 5 successi di tappa alla Vuelta 2003, mettendo la sua ruota davanti a tutti sin dalla prima frazione in linea della corsa spagnola.
Quando ci si mette, Petacchi offre al pubblico delle volate senza storia, parte in testa (lanciato da un treno che non conosce ritardi), e risulta imprendibile. Potremmo usare il copia&incolla e dare del 90% degli sprint dello spezzino questa descrizione. Una splendida ripetitività che Alessandro Dinamite conta di perseguire fino a Madrid, dopo il passaggio a vuoto (inatteso, sfortunato) del Tour de France. Alle sue spalle Zabel e Freire hanno l'aria rassegnata di chi sa che non si oscura il sole con un dito, mentre più dietro (al settantasettesimo posto) un altro velocista che ha motivi per gioire c'è: si tratta di Max Van Heeswijk, che grazie a un abbuono volante e soprattutto al fatto di essere riuscito a chiudere ieri la cronosquadre insieme ai compagni della Us Postal, scalza il suo coequipier Landis dalla vetta della classifica e si prende la maglia oro.
La porterà domani, e poi forse basta, perché l'arrivo di Soria, dopo 157 km della terza tappa, è insidioso, trovandosi al termine di una leggera salita che taglierà le gambe meno agili: parrebbe un traguardo disegnato pensando a Valverde, ma non è da escludere che i velocisti alla Zabel possano salvarsi e sprintare.
Tornando a oggi, da segnalare (a parte una fuga centenaria di Tankink e Serrano chiusa a 25 km dalla fine) un interessante gioco di ventagli al rifornimento, in seguito a cui Beloki si è trovato a inseguire per qualche chilometro, e un simile tentativo dei Liberty Seguros (Heras e soci) agli 8 km: tentativo vano, ma la fantasia di averci provato merita un plauso. Invece c'è un gruppetto di uomini che avrebbero potuto far benino, e invece si sono già staccati due volte su due: si tratta per esempio di Jeker, tragico perdente al Giro di Svizzera (un solo secondo da Ullrich), e di Piepoli, mentre Pecharroman non ha perso terreno nella cronosquadre ma a Burgos sì, e ciò semplifica la lettura della tattica in casa Quick Step: per chi avesse mezzo dubbio, è Sinkewitz l'uomo da proteggere.