Corsivo - Qual è il ciclismo difeso da Armstrong
- TOUR DE FRANCE 2004 [1]
- Filippo Simeoni [2]
- Lance Armstrong [3]
- Uomini [4]
- Doping [5]
Qua bisogna capirsi. Ci spiace tornare su uno degli episodi più sgradevoli degli ultimi tempi, ma è necessario provare a fare almeno un po' di chiarezza sui presupposti che hanno portato il mondo di Armstrong a cozzare fragorosamente con quello di Simeoni. Perché un campione della levatura del texano dovrebbe avere interesse a scontrarsi con il piccolissimo corridore della Domina Vacanze? Quale nervo scoperto ha toccato Filippo Simeoni, per scatenare la furente reazione di Lance?
Sgomberiamo il campo dall'ipotesi che l'americano possa essere turbato più di tanto dalla querela per diffamazione che il laziale gli ha inviato. Quando un uomo perde anche la misura dello stile, evidentemente il problema è più interiore, è al livello delle questioni di principio. La domanda è proprio questa: in base a quali principi Armstrong odia Simeoni? (E' chiaro che di odio si tratta).
Rivelatrici in tal senso sono le dichiarazioni dell'esacampione successive alla manfrina del suo inseguimento diretto all'italiano nella tappa di Lons-le-Saunier. Secondo Armstrong uno come Simeoni "sputa nel piatto in cui ha mangiato, vuole solo il male del ciclismo, e non dovrebbe avere il diritto di stare in gruppo". La povertà di spirito di tali frasi è disarmante.
In che senso Simeoni sputerebbe nel piatto in cui ha mangiato, e quale sarebbe questo piatto? Proviamo a capirlo. Il corridore della Domina, ormai lo sanno anche le pietre, confessò in sede penale di essersi dopato, e accusò di complicità varie il dottor Michele Ferrari. Cioè, detto in parole più semplici: secondo Simeoni, Ferrari diffondeva doping nel ciclismo. Forse che, se venissero scoperti e puniti almeno alcuni dei grandi artefici del doping di massa, lo sport non ne uscirebbe migliore, più pulito? E allora, è davvero un peccato mortale provare a smuovere le acque in nome di maggior trasparenza? Sarebbe questa la posizione di uno che vuole il male di questo sport?
E quindi perché Simeoni, accusando Ferrari, vorrebbe il male del ciclismo? O forse il ciclismo di cui vorrebbe il male Simeoni è quello in cui "è lecito ricorrere ad aiuti chimici per migliorare le proprie prestazioni" (affermazione di qualche anno fa, guarda caso fatta dal professor Ferrari...)? Infine, qual è il motivo per cui Armstrong tiene tanto a salvare questo tipo di ciclismo, e se la prende con una (flebile) voce dissonante?
Le domande, come si vede, sono tante. Le risposte ognuno se le può dare da sé, magari partendo dal brutale presupposto che in questo cielo non ci sono santi. Forse qualche intoccabile sì, ma santi proprio no.