Il Portale del Ciclismo professionistico

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Altra giornata di mitiche vette alpine, tappa più lunga della precedente ma con arrivo non in quota. Le salite più celebri, Glandon e Madeleine, sono nella prima metà e risulteranno quindi meno influenti di quanto potevano essere. Il Glandon, quantomai irregolare nei 22 km di ascesa dal versante di Oz, alterna un paio di tratti tostissimi (un chilometro al 15% nella prima parte, 3 km all'11 nella fase centrale) a notevoli contropendenze, e gli ultimi 2 km prima del Gpm (posto al km 33) sono al 9%. La picchiata verso La Chambre, insidiosissima soprattutto nei primi 7 km (dei 21 totali), precede la scalata alla Madeleine, altri 19 km di ascesa vicini all'8% medio e appena più difficili nella prima metà (parliamo comunque di una salita abbastanza regolare). Lunghissima - 25 km - la successiva discesa, e veramente impegnativa, sia per le pendenze (si lambisce spesso il 10%) sia per gli innumerevoli tornanti che la caratterizzano. Poco più di 20 km di fondovalle conducono al trittico decisivo della giornata: a 70 km dal traguardo si approccia il Col de Tamié, 2a categoria che presenta 4 km non difficili ma una seconda metà di scalata costantemente sopra il 7%; i 15 km che separano il Gpm dall'inizio della successiva scalata sono per metà in discesa (non difficile) e per metà in piano, dopodiché a 45 dal traguardo ecco manifestarsi sotto le ruote il Col de l'Épine: solo 6 km, abbastanza irregolari con un chilometro al 10% in avvio, una fase centrale più morbida, e un ultimo chilometro nuovamente al 9% fino al Gpm. 10 km di falsopiani precedono la breve discesa (facile pure questa) verso La Curiaz, da cui parte la Croix-Fry, ultima asperità della frazione. 11 km al 7% medio, più difficili nella seconda metà fino al Gpm posto a 13 km dal traguardo. 11 di questi chilometri conclusivi sono di discesa senza grosse criticità (più ripida nella prima parte, decisamente pedalabile in fondo), gli ultimi 2 in piano portano all'arrivo di Le Grand-Bornand.

Bourg-d'Oisans

Ha ospitato altre 20 volte il Tour de France Le Bourg-d'Oisans, comune di 3.500 abitanti situato nel dipartimento dell'Isère della regione del Rodano-Alpi. La sua importanza turistica è dovuta per la maggior parte alla vicinanza dell'Alpe d'Huez, la maggiore stazione sciistica del Delfinato. Situata a 720 metri s.l.m. circa, è un paradiso per gli amanti della montagna o semplicemente un'oasi verde per chi cerca qualche giornata di pace. Paradiso per chi padroneggia la mountain bike, Le Bourg-d'Oisans è in generale la base di partenza di molte gite in bici da corsa, con Lautaret, Galibier, Croix de Fer e Glandon a pochi passi, oltre alla già citata Alpe d'Huez. A Le Bourg-d'Oisans si tengono diversi festival e rassegne: il Chainsaw sculpting French championship in maggio, il Mountain Images Meeting a giugno, la Vertigo Week a luglio, la Magic'Altitude sotto il solleone agostano e la Bourg d'Oisans Fair settembrina.

Le Grand-Bornand

Sede di tappa relativamente recente per il Tour, Le Grand-Bornand ha ospitato la Grande Boucle per cinque volte prima d'oggi. L'esordio nel 1995 come sede di partenza della frazione che si sarebbe conclusa a La Plagne, vittoria di Alex Zülle con lo svizzero allora targato ONCE che piazzò un attacco a Miguel Indurain, che vincerà il suo quinto ed ultimo Tour. Nel '99 da qui si parte per il Sestriere, laddove s'imporrà Lance Armstrong (è l'anno dell suo primo dei sette Tour). Nel 2004 si corre come oggi la Bourg-d'Oisans - Le Grand-Bornand, con Armstrong, Ullrich, Basso, Landis e Klöden che si giocano la tappa. È proprio Andreas Klöden ad andare verso la conquista della frazione ma Lance Armstrong batterà il tedesco al fotofinish. Nel 2007 la Bourg-en-Bresse - Le Grand-Bornand va a Linus Gerdemann mentre l'ultimo arrivo qui risale al 2009: nella frazione che partiva da Bourg-Saint-Maurice, la 17a, fu Fränk Schleck ad imporsi sulla maglia gialla Alberto Contador (poi vincitore finale) e sul fratello Andy Schleck.

Francesco Sulas
Bourg-d'Oisans

Ha ospitato altre 20 volte il Tour de France Le Bourg-d'Oisans, comune di 3.500 abitanti situato nel dipartimento dell'Isère della regione del Rodano-Alpi. La sua importanza turistica è dovuta per la maggior parte alla vicinanza dell'Alpe d'Huez, la maggiore stazione sciistica del Delfinato. Situata a 720 metri s.l.m. circa, è un paradiso per gli amanti della montagna o semplicemente un'oasi verde per chi cerca qualche giornata di pace. Paradiso per chi padroneggia la mountain bike, Le Bourg-d'Oisans è in generale la base di partenza di molte gite in bici da corsa, con Lautaret, Galibier, Croix de Fer e Glandon a pochi passi, oltre alla già citata Alpe d'Huez. A Le Bourg-d'Oisans si tengono diversi festival e rassegne: il Chainsaw sculpting French championship in maggio, il Mountain Images Meeting a giugno, la Vertigo Week a luglio, la Magic'Altitude sotto il solleone agostano e la Bourg d'Oisans Fair settembrina.

Le Grand-Bornand

Sede di tappa relativamente recente per il Tour, Le Grand-Bornand ha ospitato la Grande Boucle per cinque volte prima d'oggi. L'esordio nel 1995 come sede di partenza della frazione che si sarebbe conclusa a La Plagne, vittoria di Alex Zülle con lo svizzero allora targato ONCE che piazzò un attacco a Miguel Indurain, che vincerà il suo quinto ed ultimo Tour. Nel '99 da qui si parte per il Sestriere, laddove s'imporrà Lance Armstrong (è l'anno dell suo primo dei sette Tour). Nel 2004 si corre come oggi la Bourg-d'Oisans - Le Grand-Bornand, con Armstrong, Ullrich, Basso, Landis e Klöden che si giocano la tappa. È proprio Andreas Klöden ad andare verso la conquista della frazione ma Lance Armstrong batterà il tedesco al fotofinish. Nel 2007 la Bourg-en-Bresse - Le Grand-Bornand va a Linus Gerdemann mentre l'ultimo arrivo qui risale al 2009: nella frazione che partiva da Bourg-Saint-Maurice, la 17a, fu Fränk Schleck ad imporsi sulla maglia gialla Alberto Contador (poi vincitore finale) e sul fratello Andy Schleck.

Bourg-d'Oisans

Ha ospitato altre 20 volte il Tour de France Le Bourg-d'Oisans, comune di 3.500 abitanti situato nel dipartimento dell'Isère della regione del Rodano-Alpi. La sua importanza turistica è dovuta per la maggior parte alla vicinanza dell'Alpe d'Huez, la maggiore stazione sciistica del Delfinato. Situata a 720 metri s.l.m. circa, è un paradiso per gli amanti della montagna o semplicemente un'oasi verde per chi cerca qualche giornata di pace. Paradiso per chi padroneggia la mountain bike, Le Bourg-d'Oisans è in generale la base di partenza di molte gite in bici da corsa, con Lautaret, Galibier, Croix de Fer e Glandon a pochi passi, oltre alla già citata Alpe d'Huez. A Le Bourg-d'Oisans si tengono diversi festival e rassegne: il Chainsaw sculpting French championship in maggio, il Mountain Images Meeting a giugno, la Vertigo Week a luglio, la Magic'Altitude sotto il solleone agostano e la Bourg d'Oisans Fair settembrina.

Le Grand-Bornand

Sede di tappa relativamente recente per il Tour, Le Grand-Bornand ha ospitato la Grande Boucle per cinque volte prima d'oggi. L'esordio nel 1995 come sede di partenza della frazione che si sarebbe conclusa a La Plagne, vittoria di Alex Zülle con lo svizzero allora targato ONCE che piazzò un attacco a Miguel Indurain, che vincerà il suo quinto ed ultimo Tour. Nel '99 da qui si parte per il Sestriere, laddove s'imporrà Lance Armstrong (è l'anno dell suo primo dei sette Tour). Nel 2004 si corre come oggi la Bourg-d'Oisans - Le Grand-Bornand, con Armstrong, Ullrich, Basso, Landis e Klöden che si giocano la tappa. È proprio Andreas Klöden ad andare verso la conquista della frazione ma Lance Armstrong batterà il tedesco al fotofinish. Nel 2007 la Bourg-en-Bresse - Le Grand-Bornand va a Linus Gerdemann mentre l'ultimo arrivo qui risale al 2009: nella frazione che partiva da Bourg-Saint-Maurice, la 17a, fu Fränk Schleck ad imporsi sulla maglia gialla Alberto Contador (poi vincitore finale) e sul fratello Andy Schleck.

Bourg-d'Oisans

Ha ospitato altre 20 volte il Tour de France Le Bourg-d'Oisans, comune di 3.500 abitanti situato nel dipartimento dell'Isère della regione del Rodano-Alpi. La sua importanza turistica è dovuta per la maggior parte alla vicinanza dell'Alpe d'Huez, la maggiore stazione sciistica del Delfinato. Situata a 720 metri s.l.m. circa, è un paradiso per gli amanti della montagna o semplicemente un'oasi verde per chi cerca qualche giornata di pace. Paradiso per chi padroneggia la mountain bike, Le Bourg-d'Oisans è in generale la base di partenza di molte gite in bici da corsa, con Lautaret, Galibier, Croix de Fer e Glandon a pochi passi, oltre alla già citata Alpe d'Huez. A Le Bourg-d'Oisans si tengono diversi festival e rassegne: il Chainsaw sculpting French championship in maggio, il Mountain Images Meeting a giugno, la Vertigo Week a luglio, la Magic'Altitude sotto il solleone agostano e la Bourg d'Oisans Fair settembrina.

Le Grand-Bornand

Sede di tappa relativamente recente per il Tour, Le Grand-Bornand ha ospitato la Grande Boucle per cinque volte prima d'oggi. L'esordio nel 1995 come sede di partenza della frazione che si sarebbe conclusa a La Plagne, vittoria di Alex Zülle con lo svizzero allora targato ONCE che piazzò un attacco a Miguel Indurain, che vincerà il suo quinto ed ultimo Tour. Nel '99 da qui si parte per il Sestriere, laddove s'imporrà Lance Armstrong (è l'anno dell suo primo dei sette Tour). Nel 2004 si corre come oggi la Bourg-d'Oisans - Le Grand-Bornand, con Armstrong, Ullrich, Basso, Landis e Klöden che si giocano la tappa. È proprio Andreas Klöden ad andare verso la conquista della frazione ma Lance Armstrong batterà il tedesco al fotofinish. Nel 2007 la Bourg-en-Bresse - Le Grand-Bornand va a Linus Gerdemann mentre l'ultimo arrivo qui risale al 2009: nella frazione che partiva da Bourg-Saint-Maurice, la 17a, fu Fränk Schleck ad imporsi sulla maglia gialla Alberto Contador (poi vincitore finale) e sul fratello Andy Schleck.

Bourg-d'Oisans

Ha ospitato altre 20 volte il Tour de France Le Bourg-d'Oisans, comune di 3.500 abitanti situato nel dipartimento dell'Isère della regione del Rodano-Alpi. La sua importanza turistica è dovuta per la maggior parte alla vicinanza dell'Alpe d'Huez, la maggiore stazione sciistica del Delfinato. Situata a 720 metri s.l.m. circa, è un paradiso per gli amanti della montagna o semplicemente un'oasi verde per chi cerca qualche giornata di pace. Paradiso per chi padroneggia la mountain bike, Le Bourg-d'Oisans è in generale la base di partenza di molte gite in bici da corsa, con Lautaret, Galibier, Croix de Fer e Glandon a pochi passi, oltre alla già citata Alpe d'Huez. A Le Bourg-d'Oisans si tengono diversi festival e rassegne: il Chainsaw sculpting French championship in maggio, il Mountain Images Meeting a giugno, la Vertigo Week a luglio, la Magic'Altitude sotto il solleone agostano e la Bourg d'Oisans Fair settembrina.

Le Grand-Bornand

Sede di tappa relativamente recente per il Tour, Le Grand-Bornand ha ospitato la Grande Boucle per cinque volte prima d'oggi. L'esordio nel 1995 come sede di partenza della frazione che si sarebbe conclusa a La Plagne, vittoria di Alex Zülle con lo svizzero allora targato ONCE che piazzò un attacco a Miguel Indurain, che vincerà il suo quinto ed ultimo Tour. Nel '99 da qui si parte per il Sestriere, laddove s'imporrà Lance Armstrong (è l'anno dell suo primo dei sette Tour). Nel 2004 si corre come oggi la Bourg-d'Oisans - Le Grand-Bornand, con Armstrong, Ullrich, Basso, Landis e Klöden che si giocano la tappa. È proprio Andreas Klöden ad andare verso la conquista della frazione ma Lance Armstrong batterà il tedesco al fotofinish. Nel 2007 la Bourg-en-Bresse - Le Grand-Bornand va a Linus Gerdemann mentre l'ultimo arrivo qui risale al 2009: nella frazione che partiva da Bourg-Saint-Maurice, la 17a, fu Fränk Schleck ad imporsi sulla maglia gialla Alberto Contador (poi vincitore finale) e sul fratello Andy Schleck.

Bourg-d'Oisans

Ha ospitato altre 20 volte il Tour de France Le Bourg-d'Oisans, comune di 3.500 abitanti situato nel dipartimento dell'Isère della regione del Rodano-Alpi. La sua importanza turistica è dovuta per la maggior parte alla vicinanza dell'Alpe d'Huez, la maggiore stazione sciistica del Delfinato. Situata a 720 metri s.l.m. circa, è un paradiso per gli amanti della montagna o semplicemente un'oasi verde per chi cerca qualche giornata di pace. Paradiso per chi padroneggia la mountain bike, Le Bourg-d'Oisans è in generale la base di partenza di molte gite in bici da corsa, con Lautaret, Galibier, Croix de Fer e Glandon a pochi passi, oltre alla già citata Alpe d'Huez. A Le Bourg-d'Oisans si tengono diversi festival e rassegne: il Chainsaw sculpting French championship in maggio, il Mountain Images Meeting a giugno, la Vertigo Week a luglio, la Magic'Altitude sotto il solleone agostano e la Bourg d'Oisans Fair settembrina.

Le Grand-Bornand

Sede di tappa relativamente recente per il Tour, Le Grand-Bornand ha ospitato la Grande Boucle per cinque volte prima d'oggi. L'esordio nel 1995 come sede di partenza della frazione che si sarebbe conclusa a La Plagne, vittoria di Alex Zülle con lo svizzero allora targato ONCE che piazzò un attacco a Miguel Indurain, che vincerà il suo quinto ed ultimo Tour. Nel '99 da qui si parte per il Sestriere, laddove s'imporrà Lance Armstrong (è l'anno dell suo primo dei sette Tour). Nel 2004 si corre come oggi la Bourg-d'Oisans - Le Grand-Bornand, con Armstrong, Ullrich, Basso, Landis e Klöden che si giocano la tappa. È proprio Andreas Klöden ad andare verso la conquista della frazione ma Lance Armstrong batterà il tedesco al fotofinish. Nel 2007 la Bourg-en-Bresse - Le Grand-Bornand va a Linus Gerdemann mentre l'ultimo arrivo qui risale al 2009: nella frazione che partiva da Bourg-Saint-Maurice, la 17a, fu Fränk Schleck ad imporsi sulla maglia gialla Alberto Contador (poi vincitore finale) e sul fratello Andy Schleck.

Meteo

11.00 - Bourg-d'Oisans
15.03 - Albertville
17.23 - Le Grand-Bornand

Soggetti Alternativi

Prima esperienza al Tour de France per lui che finora ha preso parte in due occasioni al Giro d'Italia e in una alla Vuelta di Spagna, riuscendo sempre a giungere fino in fondo. Dopo aver praticato anche il ciclocross nelle categorie giovanili, ha iniziato a mettersi in mostra in piccole squadre Continental tedesche e, dopo un anno in una Continental danese, è stato ingaggiato dalla Saxo Bank di Bjarne Riis, in cui è rimasto per due stagioni prima di approdare in RadioShack. Passista che sa difendersi discretamente anche in salita, finora ha spesso lavorato per i propri compagni, ragion per cui ha ottenuto una sola vittoria nel campionato nazionale lussemburghese 2012. Anche in questo Tour il suo compito è stato quello di assistere al meglio i vari capitani e nelle ultime frazioni potrebbe essere d'aiuto anche sganciandosi in una fuga da lontano. In una tappa dove scoprire le carte sarà mica che il croupier lo farà...Didier?

Vivian Ghianni

Prima esperienza al Tour de France per lui che finora ha preso parte in due occasioni al Giro d'Italia e in una alla Vuelta di Spagna, riuscendo sempre a giungere fino in fondo. Dopo aver praticato anche il ciclocross nelle categorie giovanili, ha iniziato a mettersi in mostra in piccole squadre Continental tedesche e, dopo un anno in una Continental danese, è stato ingaggiato dalla Saxo Bank di Bjarne Riis, in cui è rimasto per due stagioni prima di approdare in RadioShack. Passista che sa difendersi discretamente anche in salita, finora ha spesso lavorato per i propri compagni, ragion per cui ha ottenuto una sola vittoria nel campionato nazionale lussemburghese 2012. Anche in questo Tour il suo compito è stato quello di assistere al meglio i vari capitani e nelle ultime frazioni potrebbe essere d'aiuto anche sganciandosi in una fuga da lontano. In una tappa dove scoprire le carte sarà mica che il croupier lo farà...Didier?

Prima esperienza al Tour de France per lui che finora ha preso parte in due occasioni al Giro d'Italia e in una alla Vuelta di Spagna, riuscendo sempre a giungere fino in fondo. Dopo aver praticato anche il ciclocross nelle categorie giovanili, ha iniziato a mettersi in mostra in piccole squadre Continental tedesche e, dopo un anno in una Continental danese, è stato ingaggiato dalla Saxo Bank di Bjarne Riis, in cui è rimasto per due stagioni prima di approdare in RadioShack. Passista che sa difendersi discretamente anche in salita, finora ha spesso lavorato per i propri compagni, ragion per cui ha ottenuto una sola vittoria nel campionato nazionale lussemburghese 2012. Anche in questo Tour il suo compito è stato quello di assistere al meglio i vari capitani e nelle ultime frazioni potrebbe essere d'aiuto anche sganciandosi in una fuga da lontano. In una tappa dove scoprire le carte sarà mica che il croupier lo farà...Didier?

Prima esperienza al Tour de France per lui che finora ha preso parte in due occasioni al Giro d'Italia e in una alla Vuelta di Spagna, riuscendo sempre a giungere fino in fondo. Dopo aver praticato anche il ciclocross nelle categorie giovanili, ha iniziato a mettersi in mostra in piccole squadre Continental tedesche e, dopo un anno in una Continental danese, è stato ingaggiato dalla Saxo Bank di Bjarne Riis, in cui è rimasto per due stagioni prima di approdare in RadioShack. Passista che sa difendersi discretamente anche in salita, finora ha spesso lavorato per i propri compagni, ragion per cui ha ottenuto una sola vittoria nel campionato nazionale lussemburghese 2012. Anche in questo Tour il suo compito è stato quello di assistere al meglio i vari capitani e nelle ultime frazioni potrebbe essere d'aiuto anche sganciandosi in una fuga da lontano. In una tappa dove scoprire le carte sarà mica che il croupier lo farà...Didier?

Prima esperienza al Tour de France per lui che finora ha preso parte in due occasioni al Giro d'Italia e in una alla Vuelta di Spagna, riuscendo sempre a giungere fino in fondo. Dopo aver praticato anche il ciclocross nelle categorie giovanili, ha iniziato a mettersi in mostra in piccole squadre Continental tedesche e, dopo un anno in una Continental danese, è stato ingaggiato dalla Saxo Bank di Bjarne Riis, in cui è rimasto per due stagioni prima di approdare in RadioShack. Passista che sa difendersi discretamente anche in salita, finora ha spesso lavorato per i propri compagni, ragion per cui ha ottenuto una sola vittoria nel campionato nazionale lussemburghese 2012. Anche in questo Tour il suo compito è stato quello di assistere al meglio i vari capitani e nelle ultime frazioni potrebbe essere d'aiuto anche sganciandosi in una fuga da lontano. In una tappa dove scoprire le carte sarà mica che il croupier lo farà...Didier?

Prima esperienza al Tour de France per lui che finora ha preso parte in due occasioni al Giro d'Italia e in una alla Vuelta di Spagna, riuscendo sempre a giungere fino in fondo. Dopo aver praticato anche il ciclocross nelle categorie giovanili, ha iniziato a mettersi in mostra in piccole squadre Continental tedesche e, dopo un anno in una Continental danese, è stato ingaggiato dalla Saxo Bank di Bjarne Riis, in cui è rimasto per due stagioni prima di approdare in RadioShack. Passista che sa difendersi discretamente anche in salita, finora ha spesso lavorato per i propri compagni, ragion per cui ha ottenuto una sola vittoria nel campionato nazionale lussemburghese 2012. Anche in questo Tour il suo compito è stato quello di assistere al meglio i vari capitani e nelle ultime frazioni potrebbe essere d'aiuto anche sganciandosi in una fuga da lontano. In una tappa dove scoprire le carte sarà mica che il croupier lo farà...Didier?

TourTweet

@MATTEOTRENTIN: Tra poco si parte per la tappa più dura del tour!! Non sappiamo quando si torna ma vediam di tornare!! #opqstdf

@sepvanmarcke: All'inizio dell'ultima Alpe d'Huez s'è rotta la corona da 36 così ho dovuto fare tutta la salita con il 53. Mi ha veramente ucciso!! #bigringclimb

@MorenoMoser: Oggi ho vissuto un sogno!

@HansenAdam: Chi ha detto che non mi sono divertito oggi?? Amo il Tour de France pic.twitter.com/DXIpLTl34R

@GersintThomas86: Roba da pazzi!! Grazie per il supporto. Comunque per favore non spingetemi dal fondo schiena!!! #doloroso

La classifica al contrario

Tom VeelersCi si aspettava una bella prestazione olandese e puntualmente la pattuglia orange si è messa in mostra: Tom Veelers dell'Argos ha vinto la tappa dell'Alpe d'Huez arrivando in solitaria ai 1850 metri della storica vetta alpina, regalando ai propri connazionali, presenti in numero incredibile sui 21 tornanti, una giornata da ricordare, rendendoli ebbri più di quanto già non fossero. A 1'16" si è piazzato l'aretino della Saxo Bank Daniele Bennati, segnale che la tattica messa in pratica della squadra non fosse così azzardata come ritenuto da molti esperti. Assieme al velocista azzurro sono arrivati in quest'ordine lo spagnolo dell'Euskaltel Juan José Lobato e altri due italiani, Matteo Trentin dell'Omega Pharma e Davide Cimolai della Lampre. In ultima posizione, con grande amarezza dei padroni di casa, si è classificato Christophe Riblon dell'Ag2r a 33'18". In uno scenario simile l'impresa di Veelers si è completata grazie all'accoppiata tappa e maglia, strappata dalle esperte spalle del kazako dell'Astana Dmitriy Muravyev, che ora paga 2'46". Al terzo posto il canadese dell'Orica Svein Tuft a 3' tondi, al quarto l'altro kazako superstite, visto il ritiro del giovane Alexey Lutsenko, ossia Assan Bazayev a 4'57", mentre quinto il belga della Vacansoleil Kris Boeckmans a 7'02". Chiude sempre il britannico della Sky Chris Froome a 3h34'56".

Alberto Vigonesi

100% Grandi Squadre (Festina)

Richard Virenque è stato il simbolo, nel bene e nel male, della Festina © richardvirenque.over-blog.comSquadrone, squadretta, squadraccia. Di certo la Festina è stato un team molto presente sulle strade della Grande Boucle, mai vincente se si parla di classifica generale eppure sempre al centro dell'attenzione. Nasce nel 1989 sotto il nome Lotus-Zahor su iniziativa dei direttori sportivi spagnoli Miguel Moreno Cachinero e Carlos Machín Rodríguez. Fino a fine '92 ha licenza spagnola, nel '93 andorrana, dal '95 alla fine dei suoi giorni rappresenterà la Francia. Nel '92, anno che coincide con la vittoria della Sanremo per mano di Sean Kelly, la Lotus prende parte al primo Tour. Arriva l'olandese Steven Rooks e Luc Leblanc, in organico nel solo 1994, anno in cui veste l'iride ad Agrigento. Sempre nel 1994, con l'ingresso nello staff di Bruno Roussel (come ds), erano già arrivati corridori transalpini come Pascal Lino, Thierry Marie o Richard Virenque. È proprio quest'ultimo il grimpeur che farà impazzire le folle francesi, illudendo ogni anno i suoi sostenitori di poter vincere il Tour (siamo in piena era Indurain) ed aggiudicandosi per ben sette volte la maglia a pois, attualmente record imbattuto (ma solo dal '94 al '97 lo farà vestendo la casacca Festina). Virenque fa sognare, nel 1996 è terzo a Parigi dietro a Riis e Ullrich. L'anno dopo i tifosi s'aspettano il salto di qualità che in effetti c'è, ma il nativo di Casablanca ha la sfortuna di scontrarsi contro il miglior Jan Ullrich mai visto, quello che vince il Tour proprio davanti a Virenque e Pantani. Nel 1998 arriva dalla ONCE il forte elvetico Alex Zülle ma alla partenza del Tour scoppia l'affaire Festina; di certo in molti collegheranno questo sponsor e questa squadra alla vicenda doping che travolse l'intera squadra, da Virenque a Roussel, svelandone il doping sistematico. Il team è cacciato dal Tour, nel 1999 ritorna dopo una pulizia di facciata (via Virenque, Dufaux, Zulle, Roussel ed altri). Nel 2000 la squadra centra ancora il podio finale con il 3° posto dello spagnolo Joseba Beloki, mentre il nuovo idolo delle folle francesi, Christophe Moreau, giunge 4°. Eppure i bei tempi di Virenque, il ragazzotto che con la maglia a pois marchiata Festina faceva impazzire, non torneranno più. Ci si accontenterà, prima di calare il sipario, di assistere alla vittoria della Vuelta a España da parte di Ángel Casero nel 2001 e poi il consorzio si scioglierà. Una dozzina di vittorie di tappa al Tour, una Vuelta a España, diverse tappe a Giro e Vuelta, due Campionati del Mondo (Leblanc nel '94, Brochard nel '97) il bottino. È una storia di pallini rossi, di tifosi francesi in delirio, di Virenque in lacrime dopo la cacciata dal Tour 1998, del sogno francese di riconquistare la Grande Boucle che s'infrange ineluttabilmente ora contro Indurain, ora contro Riis o Ullrich, ora contro uno scandalo doping. Tutto questo è la Festina.

Francesco Sulas

100% Grandi Squadre (Festina)

Richard Virenque è stato il simbolo, nel bene e nel male, della Festina © richardvirenque.over-blog.comSquadrone, squadretta, squadraccia. Di certo la Festina è stato un team molto presente sulle strade della Grande Boucle, mai vincente se si parla di classifica generale eppure sempre al centro dell'attenzione. Nasce nel 1989 sotto il nome Lotus-Zahor su iniziativa dei direttori sportivi spagnoli Miguel Moreno Cachinero e Carlos Machín Rodríguez. Fino a fine '92 ha licenza spagnola, nel '93 andorrana, dal '95 alla fine dei suoi giorni rappresenterà la Francia. Nel '92, anno che coincide con la vittoria della Sanremo per mano di Sean Kelly, la Lotus prende parte al primo Tour. Arriva l'olandese Steven Rooks e Luc Leblanc, in organico nel solo 1994, anno in cui veste l'iride ad Agrigento. Sempre nel 1994, con l'ingresso nello staff di Bruno Roussel (come ds), erano già arrivati corridori transalpini come Pascal Lino, Thierry Marie o Richard Virenque. È proprio quest'ultimo il grimpeur che farà impazzire le folle francesi, illudendo ogni anno i suoi sostenitori di poter vincere il Tour (siamo in piena era Indurain) ed aggiudicandosi per ben sette volte la maglia a pois, attualmente record imbattuto (ma solo dal '94 al '97 lo farà vestendo la casacca Festina). Virenque fa sognare, nel 1996 è terzo a Parigi dietro a Riis e Ullrich. L'anno dopo i tifosi s'aspettano il salto di qualità che in effetti c'è, ma il nativo di Casablanca ha la sfortuna di scontrarsi contro il miglior Jan Ullrich mai visto, quello che vince il Tour proprio davanti a Virenque e Pantani. Nel 1998 arriva dalla ONCE il forte elvetico Alex Zülle ma alla partenza del Tour scoppia l'affaire Festina; di certo in molti collegheranno questo sponsor e questa squadra alla vicenda doping che travolse l'intera squadra, da Virenque a Roussel, svelandone il doping sistematico. Il team è cacciato dal Tour, nel 1999 ritorna dopo una pulizia di facciata (via Virenque, Dufaux, Zulle, Roussel ed altri). Nel 2000 la squadra centra ancora il podio finale con il 3° posto dello spagnolo Joseba Beloki, mentre il nuovo idolo delle folle francesi, Christophe Moreau, giunge 4°. Eppure i bei tempi di Virenque, il ragazzotto che con la maglia a pois marchiata Festina faceva impazzire, non torneranno più. Ci si accontenterà, prima di calare il sipario, di assistere alla vittoria della Vuelta a España da parte di Ángel Casero nel 2001 e poi il consorzio si scioglierà. Una dozzina di vittorie di tappa al Tour, una Vuelta a España, diverse tappe a Giro e Vuelta, due Campionati del Mondo (Leblanc nel '94, Brochard nel '97) il bottino. È una storia di pallini rossi, di tifosi francesi in delirio, di Virenque in lacrime dopo la cacciata dal Tour 1998, del sogno francese di riconquistare la Grande Boucle che s'infrange ineluttabilmente ora contro Indurain, ora contro Riis o Ullrich, ora contro uno scandalo doping. Tutto questo è la Festina.

Francesco Sulas

La classifica al contrario

Tom VeelersCi si aspettava una bella prestazione olandese e puntualmente la pattuglia orange si è messa in mostra: Tom Veelers dell'Argos ha vinto la tappa dell'Alpe d'Huez arrivando in solitaria ai 1850 metri della storica vetta alpina, regalando ai propri connazionali, presenti in numero incredibile sui 21 tornanti, una giornata da ricordare, rendendoli ebbri più di quanto già non fossero. A 1'16" si è piazzato l'aretino della Saxo Bank Daniele Bennati, segnale che la tattica messa in pratica della squadra non fosse così azzardata come ritenuto da molti esperti. Assieme al velocista azzurro sono arrivati in quest'ordine lo spagnolo dell'Euskaltel Juan José Lobato e altri due italiani, Matteo Trentin dell'Omega Pharma e Davide Cimolai della Lampre. In ultima posizione, con grande amarezza dei padroni di casa, si è classificato Christophe Riblon dell'Ag2r a 33'18". In uno scenario simile l'impresa di Veelers si è completata grazie all'accoppiata tappa e maglia, strappata dalle esperte spalle del kazako dell'Astana Dmitriy Muravyev, che ora paga 2'46". Al terzo posto il canadese dell'Orica Svein Tuft a 3' tondi, al quarto l'altro kazako superstite, visto il ritiro del giovane Alexey Lutsenko, ossia Assan Bazayev a 4'57", mentre quinto il belga della Vacansoleil Kris Boeckmans a 7'02". Chiude sempre il britannico della Sky Chris Froome a 3h34'56".

Alberto Vigonesi

Rassegna stampa

Rassegna TourNotes 2013 - 19a tappa
Rassegna TourNotes 2013 - 19a tappa
Rassegna TourNotes 2013 - 19a tappa
Rassegna TourNotes 2013 - 19a tappa
Rassegna TourNotes 2013 - 19a tappa

La classifica al contrario

Tom VeelersCi si aspettava una bella prestazione olandese e puntualmente la pattuglia orange si è messa in mostra: Tom Veelers dell'Argos ha vinto la tappa dell'Alpe d'Huez arrivando in solitaria ai 1850 metri della storica vetta alpina, regalando ai propri connazionali, presenti in numero incredibile sui 21 tornanti, una giornata da ricordare, rendendoli ebbri più di quanto già non fossero. A 1'16" si è piazzato l'aretino della Saxo Bank Daniele Bennati, segnale che la tattica messa in pratica della squadra non fosse così azzardata come ritenuto da molti esperti. Assieme al velocista azzurro sono arrivati in quest'ordine lo spagnolo dell'Euskaltel Juan José Lobato e altri due italiani, Matteo Trentin dell'Omega Pharma e Davide Cimolai della Lampre. In ultima posizione, con grande amarezza dei padroni di casa, si è classificato Christophe Riblon dell'Ag2r a 33'18". In uno scenario simile l'impresa di Veelers si è completata grazie all'accoppiata tappa e maglia, strappata dalle esperte spalle del kazako dell'Astana Dmitriy Muravyev, che ora paga 2'46". Al terzo posto il canadese dell'Orica Svein Tuft a 3' tondi, al quarto l'altro kazako superstite, visto il ritiro del giovane Alexey Lutsenko, ossia Assan Bazayev a 4'57", mentre quinto il belga della Vacansoleil Kris Boeckmans a 7'02". Chiude sempre il britannico della Sky Chris Froome a 3h34'56".

Alberto Vigonesi

100% Grandi Squadre (Festina)

Richard Virenque è stato il simbolo, nel bene e nel male, della Festina © richardvirenque.over-blog.comSquadrone, squadretta, squadraccia. Di certo la Festina è stato un team molto presente sulle strade della Grande Boucle, mai vincente se si parla di classifica generale eppure sempre al centro dell'attenzione. Nasce nel 1989 sotto il nome Lotus-Zahor su iniziativa dei direttori sportivi spagnoli Miguel Moreno Cachinero e Carlos Machín Rodríguez. Fino a fine '92 ha licenza spagnola, nel '93 andorrana, dal '95 alla fine dei suoi giorni rappresenterà la Francia. Nel '92, anno che coincide con la vittoria della Sanremo per mano di Sean Kelly, la Lotus prende parte al primo Tour. Arriva l'olandese Steven Rooks e Luc Leblanc, in organico nel solo 1994, anno in cui veste l'iride ad Agrigento. Sempre nel 1994, con l'ingresso nello staff di Bruno Roussel (come ds), erano già arrivati corridori transalpini come Pascal Lino, Thierry Marie o Richard Virenque. È proprio quest'ultimo il grimpeur che farà impazzire le folle francesi, illudendo ogni anno i suoi sostenitori di poter vincere il Tour (siamo in piena era Indurain) ed aggiudicandosi per ben sette volte la maglia a pois, attualmente record imbattuto (ma solo dal '94 al '97 lo farà vestendo la casacca Festina). Virenque fa sognare, nel 1996 è terzo a Parigi dietro a Riis e Ullrich. L'anno dopo i tifosi s'aspettano il salto di qualità che in effetti c'è, ma il nativo di Casablanca ha la sfortuna di scontrarsi contro il miglior Jan Ullrich mai visto, quello che vince il Tour proprio davanti a Virenque e Pantani. Nel 1998 arriva dalla ONCE il forte elvetico Alex Zülle ma alla partenza del Tour scoppia l'affaire Festina; di certo in molti collegheranno questo sponsor e questa squadra alla vicenda doping che travolse l'intera squadra, da Virenque a Roussel, svelandone il doping sistematico. Il team è cacciato dal Tour, nel 1999 ritorna dopo una pulizia di facciata (via Virenque, Dufaux, Zulle, Roussel ed altri). Nel 2000 la squadra centra ancora il podio finale con il 3° posto dello spagnolo Joseba Beloki, mentre il nuovo idolo delle folle francesi, Christophe Moreau, giunge 4°. Eppure i bei tempi di Virenque, il ragazzotto che con la maglia a pois marchiata Festina faceva impazzire, non torneranno più. Ci si accontenterà, prima di calare il sipario, di assistere alla vittoria della Vuelta a España da parte di Ángel Casero nel 2001 e poi il consorzio si scioglierà. Una dozzina di vittorie di tappa al Tour, una Vuelta a España, diverse tappe a Giro e Vuelta, due Campionati del Mondo (Leblanc nel '94, Brochard nel '97) il bottino. È una storia di pallini rossi, di tifosi francesi in delirio, di Virenque in lacrime dopo la cacciata dal Tour 1998, del sogno francese di riconquistare la Grande Boucle che s'infrange ineluttabilmente ora contro Indurain, ora contro Riis o Ullrich, ora contro uno scandalo doping. Tutto questo è la Festina.

Francesco Sulas

100% Grandi Squadre (Festina)

Richard Virenque è stato il simbolo, nel bene e nel male, della Festina © richardvirenque.over-blog.comSquadrone, squadretta, squadraccia. Di certo la Festina è stato un team molto presente sulle strade della Grande Boucle, mai vincente se si parla di classifica generale eppure sempre al centro dell'attenzione. Nasce nel 1989 sotto il nome Lotus-Zahor su iniziativa dei direttori sportivi spagnoli Miguel Moreno Cachinero e Carlos Machín Rodríguez. Fino a fine '92 ha licenza spagnola, nel '93 andorrana, dal '95 alla fine dei suoi giorni rappresenterà la Francia. Nel '92, anno che coincide con la vittoria della Sanremo per mano di Sean Kelly, la Lotus prende parte al primo Tour. Arriva l'olandese Steven Rooks e Luc Leblanc, in organico nel solo 1994, anno in cui veste l'iride ad Agrigento. Sempre nel 1994, con l'ingresso nello staff di Bruno Roussel (come ds), erano già arrivati corridori transalpini come Pascal Lino, Thierry Marie o Richard Virenque. È proprio quest'ultimo il grimpeur che farà impazzire le folle francesi, illudendo ogni anno i suoi sostenitori di poter vincere il Tour (siamo in piena era Indurain) ed aggiudicandosi per ben sette volte la maglia a pois, attualmente record imbattuto (ma solo dal '94 al '97 lo farà vestendo la casacca Festina). Virenque fa sognare, nel 1996 è terzo a Parigi dietro a Riis e Ullrich. L'anno dopo i tifosi s'aspettano il salto di qualità che in effetti c'è, ma il nativo di Casablanca ha la sfortuna di scontrarsi contro il miglior Jan Ullrich mai visto, quello che vince il Tour proprio davanti a Virenque e Pantani. Nel 1998 arriva dalla ONCE il forte elvetico Alex Zülle ma alla partenza del Tour scoppia l'affaire Festina; di certo in molti collegheranno questo sponsor e questa squadra alla vicenda doping che travolse l'intera squadra, da Virenque a Roussel, svelandone il doping sistematico. Il team è cacciato dal Tour, nel 1999 ritorna dopo una pulizia di facciata (via Virenque, Dufaux, Zulle, Roussel ed altri). Nel 2000 la squadra centra ancora il podio finale con il 3° posto dello spagnolo Joseba Beloki, mentre il nuovo idolo delle folle francesi, Christophe Moreau, giunge 4°. Eppure i bei tempi di Virenque, il ragazzotto che con la maglia a pois marchiata Festina faceva impazzire, non torneranno più. Ci si accontenterà, prima di calare il sipario, di assistere alla vittoria della Vuelta a España da parte di Ángel Casero nel 2001 e poi il consorzio si scioglierà. Una dozzina di vittorie di tappa al Tour, una Vuelta a España, diverse tappe a Giro e Vuelta, due Campionati del Mondo (Leblanc nel '94, Brochard nel '97) il bottino. È una storia di pallini rossi, di tifosi francesi in delirio, di Virenque in lacrime dopo la cacciata dal Tour 1998, del sogno francese di riconquistare la Grande Boucle che s'infrange ineluttabilmente ora contro Indurain, ora contro Riis o Ullrich, ora contro uno scandalo doping. Tutto questo è la Festina.

Francesco Sulas

La classifica al contrario

Tom VeelersCi si aspettava una bella prestazione olandese e puntualmente la pattuglia orange si è messa in mostra: Tom Veelers dell'Argos ha vinto la tappa dell'Alpe d'Huez arrivando in solitaria ai 1850 metri della storica vetta alpina, regalando ai propri connazionali, presenti in numero incredibile sui 21 tornanti, una giornata da ricordare, rendendoli ebbri più di quanto già non fossero. A 1'16" si è piazzato l'aretino della Saxo Bank Daniele Bennati, segnale che la tattica messa in pratica della squadra non fosse così azzardata come ritenuto da molti esperti. Assieme al velocista azzurro sono arrivati in quest'ordine lo spagnolo dell'Euskaltel Juan José Lobato e altri due italiani, Matteo Trentin dell'Omega Pharma e Davide Cimolai della Lampre. In ultima posizione, con grande amarezza dei padroni di casa, si è classificato Christophe Riblon dell'Ag2r a 33'18". In uno scenario simile l'impresa di Veelers si è completata grazie all'accoppiata tappa e maglia, strappata dalle esperte spalle del kazako dell'Astana Dmitriy Muravyev, che ora paga 2'46". Al terzo posto il canadese dell'Orica Svein Tuft a 3' tondi, al quarto l'altro kazako superstite, visto il ritiro del giovane Alexey Lutsenko, ossia Assan Bazayev a 4'57", mentre quinto il belga della Vacansoleil Kris Boeckmans a 7'02". Chiude sempre il britannico della Sky Chris Froome a 3h34'56".

Alberto Vigonesi

100% Grandi Squadre (Festina)

Richard Virenque è stato il simbolo, nel bene e nel male, della Festina © richardvirenque.over-blog.comSquadrone, squadretta, squadraccia. Di certo la Festina è stato un team molto presente sulle strade della Grande Boucle, mai vincente se si parla di classifica generale eppure sempre al centro dell'attenzione. Nasce nel 1989 sotto il nome Lotus-Zahor su iniziativa dei direttori sportivi spagnoli Miguel Moreno Cachinero e Carlos Machín Rodríguez. Fino a fine '92 ha licenza spagnola, nel '93 andorrana, dal '95 alla fine dei suoi giorni rappresenterà la Francia. Nel '92, anno che coincide con la vittoria della Sanremo per mano di Sean Kelly, la Lotus prende parte al primo Tour. Arriva l'olandese Steven Rooks e Luc Leblanc, in organico nel solo 1994, anno in cui veste l'iride ad Agrigento. Sempre nel 1994, con l'ingresso nello staff di Bruno Roussel (come ds), erano già arrivati corridori transalpini come Pascal Lino, Thierry Marie o Richard Virenque. È proprio quest'ultimo il grimpeur che farà impazzire le folle francesi, illudendo ogni anno i suoi sostenitori di poter vincere il Tour (siamo in piena era Indurain) ed aggiudicandosi per ben sette volte la maglia a pois, attualmente record imbattuto (ma solo dal '94 al '97 lo farà vestendo la casacca Festina). Virenque fa sognare, nel 1996 è terzo a Parigi dietro a Riis e Ullrich. L'anno dopo i tifosi s'aspettano il salto di qualità che in effetti c'è, ma il nativo di Casablanca ha la sfortuna di scontrarsi contro il miglior Jan Ullrich mai visto, quello che vince il Tour proprio davanti a Virenque e Pantani. Nel 1998 arriva dalla ONCE il forte elvetico Alex Zülle ma alla partenza del Tour scoppia l'affaire Festina; di certo in molti collegheranno questo sponsor e questa squadra alla vicenda doping che travolse l'intera squadra, da Virenque a Roussel, svelandone il doping sistematico. Il team è cacciato dal Tour, nel 1999 ritorna dopo una pulizia di facciata (via Virenque, Dufaux, Zulle, Roussel ed altri). Nel 2000 la squadra centra ancora il podio finale con il 3° posto dello spagnolo Joseba Beloki, mentre il nuovo idolo delle folle francesi, Christophe Moreau, giunge 4°. Eppure i bei tempi di Virenque, il ragazzotto che con la maglia a pois marchiata Festina faceva impazzire, non torneranno più. Ci si accontenterà, prima di calare il sipario, di assistere alla vittoria della Vuelta a España da parte di Ángel Casero nel 2001 e poi il consorzio si scioglierà. Una dozzina di vittorie di tappa al Tour, una Vuelta a España, diverse tappe a Giro e Vuelta, due Campionati del Mondo (Leblanc nel '94, Brochard nel '97) il bottino. È una storia di pallini rossi, di tifosi francesi in delirio, di Virenque in lacrime dopo la cacciata dal Tour 1998, del sogno francese di riconquistare la Grande Boucle che s'infrange ineluttabilmente ora contro Indurain, ora contro Riis o Ullrich, ora contro uno scandalo doping. Tutto questo è la Festina.

Francesco Sulas

100% Grandi Squadre (Festina)

Richard Virenque è stato il simbolo, nel bene e nel male, della Festina © richardvirenque.over-blog.comSquadrone, squadretta, squadraccia. Di certo la Festina è stato un team molto presente sulle strade della Grande Boucle, mai vincente se si parla di classifica generale eppure sempre al centro dell'attenzione. Nasce nel 1989 sotto il nome Lotus-Zahor su iniziativa dei direttori sportivi spagnoli Miguel Moreno Cachinero e Carlos Machín Rodríguez. Fino a fine '92 ha licenza spagnola, nel '93 andorrana, dal '95 alla fine dei suoi giorni rappresenterà la Francia. Nel '92, anno che coincide con la vittoria della Sanremo per mano di Sean Kelly, la Lotus prende parte al primo Tour. Arriva l'olandese Steven Rooks e Luc Leblanc, in organico nel solo 1994, anno in cui veste l'iride ad Agrigento. Sempre nel 1994, con l'ingresso nello staff di Bruno Roussel (come ds), erano già arrivati corridori transalpini come Pascal Lino, Thierry Marie o Richard Virenque. È proprio quest'ultimo il grimpeur che farà impazzire le folle francesi, illudendo ogni anno i suoi sostenitori di poter vincere il Tour (siamo in piena era Indurain) ed aggiudicandosi per ben sette volte la maglia a pois, attualmente record imbattuto (ma solo dal '94 al '97 lo farà vestendo la casacca Festina). Virenque fa sognare, nel 1996 è terzo a Parigi dietro a Riis e Ullrich. L'anno dopo i tifosi s'aspettano il salto di qualità che in effetti c'è, ma il nativo di Casablanca ha la sfortuna di scontrarsi contro il miglior Jan Ullrich mai visto, quello che vince il Tour proprio davanti a Virenque e Pantani. Nel 1998 arriva dalla ONCE il forte elvetico Alex Zülle ma alla partenza del Tour scoppia l'affaire Festina; di certo in molti collegheranno questo sponsor e questa squadra alla vicenda doping che travolse l'intera squadra, da Virenque a Roussel, svelandone il doping sistematico. Il team è cacciato dal Tour, nel 1999 ritorna dopo una pulizia di facciata (via Virenque, Dufaux, Zulle, Roussel ed altri). Nel 2000 la squadra centra ancora il podio finale con il 3° posto dello spagnolo Joseba Beloki, mentre il nuovo idolo delle folle francesi, Christophe Moreau, giunge 4°. Eppure i bei tempi di Virenque, il ragazzotto che con la maglia a pois marchiata Festina faceva impazzire, non torneranno più. Ci si accontenterà, prima di calare il sipario, di assistere alla vittoria della Vuelta a España da parte di Ángel Casero nel 2001 e poi il consorzio si scioglierà. Una dozzina di vittorie di tappa al Tour, una Vuelta a España, diverse tappe a Giro e Vuelta, due Campionati del Mondo (Leblanc nel '94, Brochard nel '97) il bottino. È una storia di pallini rossi, di tifosi francesi in delirio, di Virenque in lacrime dopo la cacciata dal Tour 1998, del sogno francese di riconquistare la Grande Boucle che s'infrange ineluttabilmente ora contro Indurain, ora contro Riis o Ullrich, ora contro uno scandalo doping. Tutto questo è la Festina.

Francesco Sulas

La classifica al contrario

Tom VeelersCi si aspettava una bella prestazione olandese e puntualmente la pattuglia orange si è messa in mostra: Tom Veelers dell'Argos ha vinto la tappa dell'Alpe d'Huez arrivando in solitaria ai 1850 metri della storica vetta alpina, regalando ai propri connazionali, presenti in numero incredibile sui 21 tornanti, una giornata da ricordare, rendendoli ebbri più di quanto già non fossero. A 1'16" si è piazzato l'aretino della Saxo Bank Daniele Bennati, segnale che la tattica messa in pratica della squadra non fosse così azzardata come ritenuto da molti esperti. Assieme al velocista azzurro sono arrivati in quest'ordine lo spagnolo dell'Euskaltel Juan José Lobato e altri due italiani, Matteo Trentin dell'Omega Pharma e Davide Cimolai della Lampre. In ultima posizione, con grande amarezza dei padroni di casa, si è classificato Christophe Riblon dell'Ag2r a 33'18". In uno scenario simile l'impresa di Veelers si è completata grazie all'accoppiata tappa e maglia, strappata dalle esperte spalle del kazako dell'Astana Dmitriy Muravyev, che ora paga 2'46". Al terzo posto il canadese dell'Orica Svein Tuft a 3' tondi, al quarto l'altro kazako superstite, visto il ritiro del giovane Alexey Lutsenko, ossia Assan Bazayev a 4'57", mentre quinto il belga della Vacansoleil Kris Boeckmans a 7'02". Chiude sempre il britannico della Sky Chris Froome a 3h34'56".

Alberto Vigonesi

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