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Dario Cataldo e Salvatore Puccio, bilanci e confessioni ai microfoni di SkySport24

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Entrambi al Giro in maglia Sky, Dario Cataldo e Salvatore Puccio hanno raccontato oggi ai microfoni di SkySport24 le loro impressioni sulla corsa rosa terminata ieri.

DARIO CATALDO
Che Giro sarebbe stato, secondo te, con Wiggins?

«Difficile dirlo perché comunque abbiamo visto poi che con il bagnato era un po' un problema, perché c'è stata una caduta di troppo, che blocca qualunque corridore. Quando senti che la bici ti va via in qualunque momento, significa che c'è qualcosa che ti ha "traumatizzato". Poi, con tutta l'acqua che abbiamo preso, sarebbe stato difficile. Per fortuna, Urán ha preso subito le redini del capitano, è entrato nella parte, ha portato a casa una bella vittoria di tappa e un secondo posto in classifica generale che, con un Nibali così, è tanto, è tantissimo».

Nibali era realmente inattaccabile? Anticipava ogni tipo di tattica delle altre squadre?
«Sì, lui oltre ad essere molto forte, era in formissima, specialmente nella cronometro che ha vinto, ha dimostrato di avere un altro passo. Però, è stato bravo anche tatticamente, ha avuto sempre occhi, è stato sempre molto sveglio, vigile, nella prima parte del gruppo, ha saputo davvero correre. Dire che era inattaccabile, credo questo no, perché quando anche noi abbiamo voluto fare la corsa, come nella tappa di Urán, abbiamo preso in mano la situazione, abbiamo cercato di isolarlo e quindi, lui si è trovato nell'ultima salita a dover fare tutto da solo. Siamo comunque riusciti a metterlo in difficoltà però, effettivamente, non è bastato».

Che tipo di difficoltà c'erano nella cronoscalata? Volevi arrivare nei primi dieci e ci sei arrivato.
«Sì, per fortuna sì. È andata bene, era una crono difficile perché, comunque, essendo una cronoscalata, 20 km diventano molto lunghi come tempi e quindi bisogna saper gestire bene le forze, saper rilanciare nei due tratti di discesa che c'erano ed era facile cedere un po' nel finale, negli ultimi 5 km. Anche per me è stato difficile, anche se io cercavo di andare il più regolare possibile, ma non avevo una super condizione. Però, è andata bene così. Mentre Urán, che ha delle caratteristiche un po' diverse, è un po' più esplosivo, ha cercato di mantenere un passo più regolare, per aver poi quelle forze nel finale per riuscire a dare tutto perché comunque, se lui fosse partito forte, avrebbe avuto ancora più difficoltà di qualcun altro a mantenere quell'ultima parte. Quindi, è stato bravissimo a gestire la crono così».

Il bilancio può essere positivo?
«Un bilancio positivissimo, perché si parte per vincere un grande giro e arrivare secondi è già un grandissimo risultato. Poi, sappiamo dell'inconveniente capitato a Wiggins, abbiamo portato a casa due tappe e nonostante sia mancato il leader, abbiamo dimostrato che la squadra più forte l'avevamo noi, perché siamo stati attivi tutti quanti dal primo all'ultimo giorno e non è un caso l'aver vinto entrambe le classifiche a squadre».

Su Wiggins.
«È un tipo molto silenzioso, molto introverso, parla poco con i giornali».

Si dice sia antipatico.
«È uno che s'infastidisce facilmente quando ha gli occhi troppo puntati addosso, preferisce stare molto più tranquillo. Anzi, qualche direttore ha avuto addirittura il coraggio di dire che lui non parla con nessuno e che, quindi, non si fa amicizie nel gruppo. È semplicemente un ragazzo riservato che, stando in hotel, magari ci si parla poco, però, quelle volte che è un po' più in vena e ha voglia di scherzare, ti fa davvero fare tante risate».

Fa delle imitazioni?
«Sì, gli basta sentire qualcuno parlare per dieci secondi per imitarlo alla perfezione».

I tuoi programmi?
«Correrò alla Route du Sud fra una decina di giorni e poi mi concentrerò un po' per il campionato italiano. Poi, credo di avere qualche giorno di stacco, un attimo di riposo».

Wiggins farà il Tour de France?
«Credo che questo sia un po' un punto interrogativo, nel senso che la squadra sta già prendendo una linea, si sta definendo un gruppo che poi va sempre più ristretto. È vero che Wiggins aveva dichiarato di voler fare tutti e tre i grandi giri, però, bisogna un attimo riprendere la sua condizione e, quindi, vedremo cosa deciderà in queste settimane, perché la strada per arrivare al Tour non è comunque lunghissima e dovrà fare un programma di gare giusto, per arrivarci. Con il fatto che mezzo Giro l'ha saltato, bisognerà vedere cosa avrà pensato in queste due settimane».

Sui problemi avuti da Wiggins sul bagnato.
«Io ho parlato con lui anche dopo una tappa in cui si era staccato e l'abbiamo riportato in gruppo. È stata quella di Firenze e gli ho detto: "Guarda, ti ho visto da dietro e fai le curve in maniera completamente diversa da quando le fai sull'asciutto con una bici da crono". E lui ha detto: "Sì, è vero, me ne sono accorto". Quindi, era una questione psicologica. Quando lui guida la bici da crono sull'asciutto, la guida da paura, è bravissimo. Quindi, il fatto di cambiare traiettoria, è semplicemente un'insicurezza nell'affrontare la curva in determinate condizioni e questo ti fa cambiare un po' la visione della traiettoria da prendere. Quindi, è sicuramente una questione psicologica».

 

SALVATORE PUCCIO
La maglia rosa conquistata dopo la crono a squadre.

«L'importante era vincere la crono e guadagnare dei secondi. Prima della partenza, Wiggins aveva detto a Dario (Cataldo, ndr) che non voleva prendere la maglia per non avere pressioni nel dopo tappa, con le interviste, perché ancora era molto lunga, quindi si era pensato di far passare primo Dario, pensando che prendesse la maglia, invece dopo l'arrivo ci siamo accorti che contava l'arrivo del giorno precedente, per gli arrivi di tappa. È andata così».

Sono stati tolti 8 mila metri di dislivello, causa maltempo.
«Diciamo che le tappe meno dure a livello altimetrico sono molto più emozionanti a livello di scatti nel finale, quindi tappe molto più movimentate, si affrontano in modo diverso rispetto alle tappe con salite, molto più stressanti».

Per più del 50% del Giro, avete preso acqua, freddo e neve.
«Eravamo qui due mesi fa a chiedere un posto per il Giro, perché io non ero nella formazione per il Giro, mi sono trovato subito in maglia rosa il secondo giorno, grazie anche alla squadra, perché il lavoro di tutti nella crono a squadre è stato fondamentale. Giorno dopo giorno, avevo sempre buone sensazioni, un giorno ho avuto anche la possibilità di andare in fuga, di raccogliere un quarto posto. La terza settimana, poi, ho avuto la soddisfazione di arrivare sesto in una tappa abbastanza dura e per un giovane la terza settimana è un momento di difficoltà molto alto. Quindi penso sia un giro abbastanza positivo».

Su Wiggins imitatore.
«Quando è rilassato sfoggia delle imitazioni da paura. Stesso tono di voce, stessa parlata».

Programmi per il futuro?
«Attualmente un bel riposo, poi vedremo. Vediamo di ritornare ai primi di luglio, un mesetto di stacco, dopo le classiche, tanta neve e pioggia».

C'era tanta gente per le strade al Giro?
«Il Giro attira tanta gente, quando è leader un italiano ancora di più. Nibali ha meritato questo successo perché sono diversi anni che, passo dopo passo, ha sempre dimostrato di arrivare a questo livello, meritandolo. Sono diversi anni che è leader».

(Comunicato stampa)

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