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Gran Premio Liberazione: L'Italia rivince con un grande Albanese - Il Liberazione a Vincenzo su Shtein, ancora 3° Castegnaro. Tra le donne s'impone Bastianelli | Cicloweb

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Gran Premio Liberazione: L'Italia rivince con un grande Albanese - Il Liberazione a Vincenzo su Shtein, ancora 3° Castegnaro. Tra le donne s'impone Bastianelli

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Vincenzo Albanese esulta per la vittoria al Gran Premio Liberazione © Primavera Ciclistica

dal nostro inviato

 

Il Gran Premio Liberazione è un po' come i gatti: quando pensi che debba essere prossimo al depennamento nel momento in cui vengono stilati i calendari della nuova stagione, provocando così un vuoto incredibile ad un movimento nostrano già in forte difficoltà con e gare Under 23, ecco che saltano fuori le proverbiali sette vite che permettono la continuazione di un percorso che da settantuno edizioni ormai offre il meglio a livello nazionale e internazionale in materia di corridori che poi in quasi tutti i casi è possibile ritrovare, dopo poche stagioni, nel professionismo. La Cicli Lazzaretti, fattasi carico dello sforzo organizzativo lo scorso anno e promotrice del nuovo Gran Premio Liberazione Pink che ha visto per la prima volta le donne in gara sul collaudato scenario delle Terme di Caracalla, e la Primavera Ciclistica nuovamente da questa stagione sono riuscite nell'intento di poter dare quella continuità che merita ad un appuntamento che può definirsi un vero e proprio patrimonio del nostro ciclismo, tanto da essersi meritato ormai da vari lustri l'appellativo di "mondiale di primavera".

Decisiva comunque per le sorti della classica romana la discesa in campo di un dirigente dalla comprovata esperienza come Angelo Zomegnan, con l'ex patron del Giro d'Italia che grazie al suo intervento riuscirà a garantire la disputa del Liberazione almeno per altre due stagioni e c'è da scommetterci che, in caso di risposte positive, il continuo dovrebbe essere assicurato. Anche la carta della gara femminile potrebbe giocare un ruolo decisivo: scomparso ormai da alcune stagioni l'appuntamento di Crema, ci si chiedeva se non fosse il caso di portare anche le donne sullo stesso tracciato delle Terme di Caracalla, con un ritorno d'immagine che potrebbe essere senza dubbio diverso e con uno scenario di contorno indubbiamente più suggestivo. L'aver organizzato già nella prima edizione una gara internazionale che assegnava importanti punti UCI può essere accolto più che positivamente, con la speranza di poter vedere nelle prossime stagioni un maggior numero di squadre e di atlete di caratura internazionale. In fin dei conti quest'edizione 2016 ha regalato nuovamente firme d'autore, con l'albo d'oro femminile inaugurato dalla beniamina di casa Marta Bastianelli e la gara riservata agli Under 23 incerta fino alle ultime battute e conquistata da un bravissimo Vincenzo Albanese, riuscito così a confermarsi come uno dei più interessanti prospetti del ciclismo giovanile italiano.

 

Il Liberazione Pink è la grande novità: Marta Bastianelli ancora implacabile allo sprint
Come accennavamo poc'anzi la giornata del 25 aprile 2016 è stata aperta dalla prima edizione del Gran Premio Liberazione Pink, fortemente voluto dalla Cicli Lazzaretti: sono state 13 le formazioni schieratesi al via, comprese la nazionale australiana e la Xirayas de San Luis, squadra dell'omonima regione argentina, per complessive 75 atlete ai nastri di partenza. Nelle prime tornate (i chilometri da percorrere erano 108, in quanto sono stati aggiunti due giri ai 16 inizialmente previsti a causa di alcuni allagamenti che hanno reso momentaneamente impraticabile un tratto di percorso poi regolarmente affrontato nel pomeriggio dagli Under 23) il gruppo si è mantenuto sostanzialmente compatto, perdendo via via nel corso dei giri varie atlete alle prese con forature in tratti in cui l'asfalto non si presentava in perfette condizioni e con cadute in alcune curve rese insidiose dalla pioggia caduta copiosa nelle ore precedenti (ma che fortunatamente ha risparmiato entrambe le corse di ieri).

Particolarmente attiva in testa al gruppo è stata l'Alé Cipollini, logica favorita viste le ultime uscite di una Marta Bastianelli in gran forma, che aveva letteralmente dominato il Giro di Campania Open nelle scorse settimane. Soprattutto la reggiana Anna Trevisi si è spesa moltissimo alla causa dell'ex iridata di Lariano, facendosi vedere a più riprese in testa al gruppo, in cui si è notata spesso anche la campionessa italiana a cronometro Silvia Valsecchi della BePink. Così, quando restavano ormai meno di cinque tornate alla fine ed il gruppo era ridotto a non più di una trentina di atlete, si sono registrati solamente allunghi sporadici, operati da Ilaria Sanguineti (BePink), dall'australiana Jenelle Crooks e da Tetyana Riabchenko (Inpa-Bianchi), vincitrice in bello stile del Giro dei Cinque Comuni Open sabato scorso. Nulla da fare con l'Alé sempre pronta a chiudere, grazie anche al prezioso lavoro di Martina Alzini e Marta Tagliaferro e quindi prevedibile conclusione allo sprint: Marta Bastianelli ha fatto valere il suo proverbiale spunto veloce ed è andata a conquistare la sesta vittoria stagionale davanti al proprio pubblico, avendo ragione dell'esperta australiana Kimberley Wells.

A seguire ben tre atlete dell'Astana Women con Arianna Fidanza ancora in buona evidenza che ha completato il podio ottenendo la terza posizione e le due "gemelle del gol" Sofia Bertizzolo e Sofia Beggin, ammirate a più riprese nelle ultime stagioni, a cogliere rispettivamente la quarta e la quinta posizione. Molto brava anche la bergamasca Silvia Persico della Valcar, capace di chiudere in sesta posizione davanti a Ilaria Sanguineti, Laura Lozano, Soraya Paladin e Anna Trevisi che hanno completato la top ten di questa prima edizione. Menzione d'obbligo per Monia Baccaille che, come annunciato domenica scorsa sui social network, ha scelto il Liberazione per concludere la sua carriera d'atleta con la casacca del Team Vaiano e dedicarsi così finalmente all'attività di mamma a tempo pieno.

 

Nel pomeriggio spazio agli Under 23: una fuga a 4 domina la prima parte di gara
Alle ore 14 è giunto invece il momento più atteso, con il via del 71esimo Gran Premio Liberazione per Under 23, in cui sono stati in 194 a presentarsi al via. Il sole che già nella tarda mattinata ha cominciato a splendere su Roma ha contribuito ad asciugare ulteriormente le strade, cosicché l'avvio è stato subito molto rapido, tanto che già alla conclusione del primo giro sono stati in tre a scattare dal gruppo: il russo Alexandr Borisov, in gara con la propria nazionale, il kazako Grigoriy Shtein dell'Astana City (tenete a mente il nome del kazako) e il britannico Joey Walker, anch'egli in gara con la propria rappresentativa nazionale. A loro, nel corso del terzo giro, si è unito anche il venezuelano Luis Antonio Gomez Urosa della Fausto Coppi Gazzera, vincitore del Gran Premio della Possenta in stagione ed insieme hanno cominciato a guadagnare sempre maggior margine nei confronti del gruppo, rendendo così vano l'inseguimento di Tornabene (Overall), Alvares Penagos (Team Cingolani, costretto a desistere anche per una caduta) e il britannico Auld del Zappi's Racing Team. Dopo cinque tornate i quartetto aveva superato il minuto di vantaggio su un gruppo controllato dalle maglie della Colpack ed in cui si registravano altri tentativi di avanscoperta: il più incisivo è stato quello di Stefano Ippolito della Palazzago, che tutto solo ha cercato di riportarsi sui battistrada e, come vedremo in seguito, finirà per coronare positivamente il suo inseguimento, a differenza di Barra della Vejus e Orlandi del Gavardo.

 

In testa si ritrovano in sette, poi Albanese parte in caccia dei primi
Shtein (generosissimo in testa al drappello), Borisov, Walker e Gomez hanno toccato il massimo vantaggio attorno all'undicesima tornata, quando sono giunti ad avere circa 2'50" sul gruppo principale, mentre alle loro spalle la situazione è ulteriormente mutata, visto che a dare man forte ad Ippolito sono giunti Filippo Rudi della Selle Italia e il colombiano Luis Guillermo Mora della D'Amico Bottecchia. Il terzetto ha coronato con successo il proprio inseguimento nel corso del tredicesimo giro e così da quattro sono diventati sette i corridori al comando, con il gruppo ancora staccato di oltre due minuti ed in cui faceva bella mostra con le sue poderose trenate in testa Filippo Ganna, chiaramente al servizio di Minali e Consonni. Il gap del plotone si è poi ridotto ulteriormente quando in testa sono giunte anche le maglie della Unieuro, al punto che il vantaggio dei sette è sceso sotto il minuto. I giri da compiere a questo punto erano sette e la situazione continuava a mantenersi alquanto frizzante: se tra i primi solamente l'inesauribile Shtein, Ippolito e Rudi sono stati in grado di proseguire la loro avventura di fuggitivi, dietro sono iniziate le schermaglie e, dopo un tentativo di Francesco Rosa (Zalf) e Carmelo Foti (Cipollini), è iniziato lo show personale di Vincenzo Albanese. Il corridore toscano ma di origine campana, portacolori dell'Hopplà Petroli Firenze, è scattato di gran carriera dal gruppo, recuperando uno dopo l'altro gli ex fuggitivi e riuscendo a portarsi sul terzetto di testa, mentre alle sue spalle anche il compagno di squadra Daniel Savini si mostrava piuttosto pimpante. Restavano a questo punto solamente gli ultimi 25 chilometri di gara e ancora tante emozioni dovevano essere vissute.

 

Albanese e Shtein staccano tutti, il toscano vince la volata a due e conquista il Liberazione
La bellezza di una corsa come il Liberazione sta principalmente nella sua imprevedibilità, vista la difficoltà nel controllare la corsa: non è un caso infatti che nelle ultime dieci edizioni solamente in tre casi si è assistito a sprint a ranghi compatti, mentre nelle ultimissime stagioni, ad eccezione del 2015, sono aumentate esponenzialmente le possibilità anche delle cavalcate solitarie. Fiutata l'occasione quindi sia Vincenzo Albanese che Grigoriy Shtein hanno ulteriormente aumentato il ritmo in salita e a 3 tornate dalla conclusione si sono ritrovati da soli in testa, con il kazako capace di rendere sempre più eccezionale la sua prova, visto che aveva già superato i cento chilometri in avanscoperta. La collaborazione nata tra i due ha ulteriormente sparigliato le carte, provocando alle loro spalle un frazionamento che ha lasciato ad inseguire la coppia di testa una dozzina di atleti, con un'ottima rappresentanza della Palazzago (presente dapprima con Branchini e Riabushenko e poi anche con Castegnaro) ma anche con i vari Lizde, Rocchetti, Cacciotti, Donato e Baccio, tutti atleti capaci dire la loro in un finale atteso come quello romano.Il loro sforzo però non è stato sufficientemente efficace, visto che il vantaggio di Albanese e Shtein dapprima si è attestato sui trenta secondi, quindi ha superato i quaranta al suono della campana mentre il gruppo era ormai tagliato fuori ad oltre un minuto. A cercare d'inseguire i due di testa ci ha provato per qualche chilometro il generoso bielorusso Riabushenko, salvo poi essere raggiunto in prossimità dell'ultimo chilometro.

Non vi era però più alcun dubbio sul fatto che sarebbero stati proprio Shtein e Albanese a giocarsi la gara nello sprint a due, in cui il kazako ha approcciato in testa il rettilineo d'arrivo, con Albanese attentissimo alla sua ruota e pronto a saltarlo facilmente negli ultimi 150 metri per andare a cogliere il successo più importante della carriera maturata finora. Terza vittoria stagionale per l'atleta dell'Hopplà, dopo quelli al Trofeo Tempestini e al Trofeo Edil C ma nuova vittoria alle Terme di Caracalla, in quanto due stagioni orsono, all'ultima annata da juniores, Albanese riuscì a conquistare il Trofeo Lazzaretti disputato sullo stesso tracciato e quindi si può ragionevolmente pensare che anche la precedente esperienza possa aver giocato un ruolo fondamentale.

Applausi a scena aperta comunque per Grigoriy Shtein, nuovo interessante prospetto messo in mostra dal ciclismo kazako: classe 1996 come Albanese, ha portato a casa uno splendido secondo posto dopo circa 130 chilometri d'avanscoperta. Il suo fisico da passista lo rende molto adatto per le classiche del nord ed il 16esimo posto colto nelle scorse settimane alla Gand-Wevelgem Under 23 può essere indicativo sotto quest'aspetto. Indubbiamente dopo questa straordinaria prestazione andrà seguito ancora.


Castegnaro vince la volata degli inseguitori e completa il podio come nel 2015
A 34" è giunto il gruppo degli immediati inseguitori e proprio come nella scorsa stagione il gradino più basso del podio è toccato a Francesco Castegnaro: il corridore veronese, dotato anche di valide qualità da pistard (non a caso da juniores fu campione europeo nello Scratch) ha coronato al meglio l'ottimo lavoro di una Palazzago sempre protagonista nel corso della giornata ma non si può certamente dire che questo piazzamento lo appaghi del tutto, visto che ormai i buoi erano scappati via.

Gli è così toccato vincere con autorevolezza la volata per la terza posizione, anticipando Seid Lizde del Team Colpack, Carmelo Foti della Cipollini e Filippo Rocchetti della Zalf (i due top team lombardo e veneto sono stati sicuramente i grandi sconfitti di questa edizione). A completare la top ten Riccardo Donato della Selle Italia, che ha colto un altro buon piazzamento dopo la bella vittoria di Capodarco dello scorso anno, Alessandro Bresciani del Delio Gallina, Andrea Montagnoli, anch'egli portacolori Hopplà, e Giulio Branchini, altro Palazzago presente nel drappello. Con i tradizionali festeggiamenti sul podio si è chiusa un'edizione entusiasmante, in attesa che il 2017 regali ancora tanto spettacolo e, perché no, anche altre possibili sorprese.

Vivian Ghianni

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