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Amstel Gold Race 2016: A tutta birra verso il Cauberg e oltre - Italiana la pattuglia più nutrita: 33 azzurri sfidano Kwiatkowski, Matthews e Gilbert

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Lo scatto di Philippe Gilbert nell'Amstel 2015 © Cor Vos

 

Le classiche di primavera cambiano scenario e si spostano sulle Ardenne, dove domani si terrà la 51esima edizione della "classica della birra", l'Amstel Gold Race. La più importante classica olandese si tiene nel Limburgo, e il suo nome deriva appunto dalla fabbrica di birra Amstel, che sponsorizza la corsa sin dalla sua prima edizione (ragion per cui, per entrare nel sito della corsa bisogna inserire la propria data di nascita onde dimostrare di essere maggiorenni). Un cambiamento di scenario completo dalle classiche del pavè e dalla Roubaix disputata appena una settimana fa, con esigenze di spettacolo diverse e condotta di gara conseguente: l'Amstel è una delle corse più nervose in assoluto, con pochissima pianura e pochissimi rettilinei; ciò la rende una competizione dalle soluzioni tattiche pressochè infinite, benchè per l'andazzo del ciclismo moderno tutto tende a risolversi negli ultimi 30 km.

 

I 34 "Berg", 4 passaggi sul Cauberg
Dal 2003 ormai il nodo cruciale della corsa è il Cauberg, tempio del ciclismo e arena naturale per il pubblico come ampiamente dimostrato dai recenti mondiali di Valkenburg (1997 e 2012). Dopo la sperimentazione al mondiale, negli ultimi anni gli organizzatori hanno variato leggermente l'arrivo, spostandolo 1,7 km più avant rispetto allo scollinamento, in località Berg En Terbljit: ciò ha reso la corsa, che stava diventando un clone morbido della Freccia Vallone, meno attendista e più difficile da interpretare. L'edizione 2016 sarà più breve della precedente di 10 km (da 258 a 248), ma l'andamento sarà pressochè similare, con 4 circuiti da affrontare e 34 "berg" (come qui chiamano le côtes) da scalare. Partenza dal mercato di Maastricht e poi questi 4 circuiti, tutti prevedenti uno scollinamento sul Cauberg. Il primo di 54 km attraverserà il nord del Limburgo lambendo Geleen ed Heerlen, il secondo (il più lungo) di 108 punterà verso sud sconfinando per un breve tratto in Vallonia, il terzo di 63 ricalcherà in parte il secondo affrontando le salite 'storiche' della corsa ed il quarto, di appena 17,5 km, rappresenterà un'andata-ritorno tra Maastricht e Valkenburg. Concentriamoci sugli ultimi 50 km, quando la corsa enterà nel vivo: nel giro di poco più di 15 km si affronteranno Gulpenerberg,  Kruisberg, Eyserbosweg (la famosa "salita delle antenne", la più dura di tutte, con la sua pendenza media attorno al 9,3%), Fromberg e Keutenberg; una rapida successione di strappi tra i 600 e i 1600 metri di lunghezza resa ancor più fitta in questa edizione, che dovrebbe restare nelle gambe di molti pretendenti e magari, fomentare l'attacco di qualche coraggioso. Dopodichè, a -21 si passa sul Cauberg e conseguentemente dal traguardo per la penultima volta, e si affrontano Geulhemmerberg (ai -16) e Belemerberg (ai -8), prima di buttarsi a capofitto per l'ultima volta sulla rampa di Maastricht, il temibile Cauberg, 800 metri al 6,5% con punte al 12,8%: dura quanto basta per permettere anche a uomini veloci di giocare le loro possibiità anche dopo. "Dopo" è quel falsopiano di 1,7 km, dove può accadere di tutto: può ricompattarsi il gruppo come può tirar dritto un attaccante del Cauberg, come ancora qualcun altro uscito relativamente fresco dal Cauberg può tentare il colpo del finisseur.

 

Il dettaglio del percorso dell'Amstel 2016

 

 

Tanti uomini indicati, nessuno favorito
L'Amstel di per sè difficilmente ha un grande favorito: pochi gli appuntamenti precedenti similari o assimilabili. Tra gli uomini di riferimento possiamo mettere tranquillamente il vincitore uscente, Michal Kwiatkowski: per il polacco questo fu il successo più prestigioso in maglia iridata. Non è cambiato, resta uomo scaltro e capace di tirar fuori il coniglio dal cilindro in tante situazioni (vedere Harelbeke). In casa Sky non sarà l'unico a poter dir la sua, con Sergio Luis Henao magari più indicato per gli appuntamenti belgi e Ben Swift capacissimo di resistere e dire la sua in volata. Ecco: in caso di sprint, l'uomo più temibile resta Michael Matthews: al vicecampione del mondo l'anno scorso mancarono le gambe per sprintare a pieno regime, non è detto che quest'anno le corse non vadano diversamente; se cede, Simon Gerrans (già 3 volte sul podio) potrebbe restare come ultimo uomo della Orica. Altro uomo su misura per l'Amstel sarebbe Philippe Gilbert, non a caso il pretendente in attività con più successi, tre in tutto. Gli anni però avanzano e l'avvicinamento non è stato dei migliori, con l'assurda agressione subita in allenamento da due ubriachi e la beffarda denuncia per detenzione ed uso di uno spray al peperoncino (considerato un'arma in Belgio). Gilbert arriva all'Amstel con un dito in rotto e la BMC sulle spalle, confidando nell'aiuto dei compagni tra cui un Sámuel Sanchez in forma come non lo si vedeva da tanto tempo e di qualche movimento da cavallo pazzo di Alessandro De Marchi. In calo rispetto alle annate precedenti anche le quotazioni di Joaquim Rodríguez, che al Giro dei Paesi Baschi ha dato l'idea di essere l'ombra del Purito che fu, pur chiudendo con un buon quinto posto; discorso simile si può fare sul campione portoghese Rui Alberto Faria da Costa; il campione del mondo 2014 è a secco di successi oramai da 10 mesi.

 

Gli olandesi non vincono da 15 anni
Oltre questi favoriti "storici", tanti i possibili exploit di atleti finora mai saliti sul podio della corsa olandese. A cominciare dal vincitore della Freccia Brabante Petr Vakoc, che si sta ritagliando il suo spazio a suon di successi in un ambiente ultracompetitivo come quello della Etixx: è la possibile alternativa a Julian Alaphilippe, sorpresa delle Ardenne 2015 ma ancora non al 100% a causa di una mononucleosi conseguita a inizio stagione. Tante frecce nell'arco della Lotto Soudal, tra Tony Gallopin che potrebbe inventarsi una cavalcata delle sue e Tim Wellens, molto indicato per questo tipo di gare eppure finora mai seriamente competitivo. Qualche ambizione la maturano sicuramente anche i corridori di casa, ai quali il Cauberg alla fine è risultato finora piuttosto indigesto, tant è che il successo manca da ormai 15 anni (Erik Dekker). Tom Dumoulin della Giant-Alpecin è forse il più talentuoso tra tutti, ma le classiche non sono molto nelle sue corde. Qualche speranza può arrivare dai LottoNL-Jumbo, Wilco Kelderman e l'eterna promessa Robert Gesink, oppure dal Trek-Segafredo Bauke Mollema o dal Cannondale Tom-Jelte Slagter, ma in ogni caso dovranno inventarsi qualcosa.

 

Boasson Hagen e Benoot i reduci del pavé
Assente Alejandro Valverde, con la testa già alla Liegi e soprattutto al Giro, la Movistar si affida ai fratelli Gorka e Ion Izagirre; soprattutto quest'ultimo ha i numeri per diventare un protagonista di questa tipologia di classiche. Infine non dimentichiamo Roman Kreuziger (Tinkoff), autore nel 2013 di un autentico colpaccio. Come da tradizione, nutrita la pattuglia di reduci delle classiche del pavé che tenta di dare un colpetto prima di staccare la spina: qualcuno, in tempi non molto recenti, ci è quasi riuscito (Stefan Wesemann secondo nel 2006). Abbiamo alcuni dei protagonisti della Roubaix, come Edvald Boasson Hagen (Dimension Data) e Sep Vanmarcke (Lotto NL): il norvegese ha concrete possibilità, considerando che il mondiale di Valkenburg lo vide salire sul podio. In 3 addirittura i reduci della Lotto Soudal: oltre a Jurgen Roelandts e Marcel Sieberg c'è come possibile sorpresa Tiesj Benoot (Lotto Soudal), motivato dalle sfortunate prove a Fiandre e Roubaix: l'anno scorso ha dimostrato che ha le capacità per far bene in qualunque tipo di corsa. E infine la Etixx schiera Tony Martin, promosso come gregario di lusso sulle pietre, e Matteo Trentin, a dir la verità sembrato un po' stanco negli ultimi appuntamenti.

 

33 italiani: tre ex vincitori e tante scommesse
Saranno gli italiani il gruppo più numeroso in gara, con ben 33 atleti: questo grazie all'invito ricevuto da Nippo-Vini Fantini e Bardiani. Ma anche la qualità della partecipazione è alta ed è lecito aspettarsi qualcosa di meglio di quanto finora visto nelle classiche. Si presentano al via tre vincitori delle passate edizioni dell'Amstel.  Damiano Cunego non desta preoccupazioni ai rivali ed è in condizione precaria (mentre Grega Bole, in casa Nippo, ha qualche possibilità di giocarsela fino alla fine). Enrico Gasparotto (Wanty) ha invece dimostrato alla Freccia Brabante di essere ancora un avversario temibile per molti, supportato in Wanty dal sempre presente corregionale Marco Marcato. E non dimentichiamo quel giovanotto di 44 anni che corrisponde al nome di Davide Rebellin (accompagnato in CCC Polsat da Simone Ponzi): risultasse lui il miglior italiano in gara, ci sarebbe davvero da ridere. Le speranze nostrane più concrete si riversano su atleti più giovani, ma finora deludenti in questo tipo di gare: su tutti quel Diego Ulissi (Lampre) che finora ha pagato la sua scarsa capacità di limare su percorsi così lunghi e ricchi di rilanci. Così come Fabio Felline (Trek), anche quest'anno apparso in buona condizione ai Paesi Baschi. È un'occasione unica di luce per Sonny Colbrelli, unico uomo della Bardiani con le carte in regola per un piazzamento in top ten; in maglia LottoNL c'è il suo ex-compagno di squadra Enrico Battaglin, ansioso di mettere a frutto le competenze internazionali acquisite. E Giovanni Visconti (Movistar), con l'assenza di Valverde, avrà più possibilità di correre di testa sua.  Saremo curiosi di vedere infine come si comporterà Fabio Aru (Astana), che a inzio stagione aveva rivelato moderate ambizioni alla Liegi: sicuramente l'Amstel risulterà una forma di esperienza utile, così come per testare le capacità su terreni mossi di Nicolò Bonifazio (Trek). All'ultim'ora, è della partita anche Diego Rosa: sostituirà l'influenzato Lieuwe Westra. Non è una sostituzione così banale, chissà come il piemontese prenderà l'impegno.

 

 

 

A questo link la STARTLIST UFFICIALE by Procyclingstats.com

Nicola Stufano

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