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Il personaggio: Sven, te lo prendi il ciclismo sulle spalle? - Omaggio a Nys: un grande campione che per noi potrebbe essere un ottimo prossimo presidente UCI

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Il taglio che il freno a disco ha provocato a Francisco Ventoso alla Parigi-Roubaix © Facebook

Non c'è ragione di non pensare che da qui a un anno e mezzo Brian Cookson darà grande prova di sé, dimostrerà sullo scranno di Aigle finalmente quello spessore che finora gli ha fatto difetto, e risulterà alla lunga il miglior presidente UCI degli ultimi 150 anni. È vero che il suo percorso da numero uno dell'Unione Ciclistica Internazionale ha oscillato, nei due anni e mezzo sin qui coperti del suo mandato, tra l'impalpabilità e la nocività, ma se le rimonte sono ciò che rende più bello uno sport, anche il chairman britannico ha diritto a provare la sua.

Certo, bisogna dire che questo "girone di ritorno" (il secondo biennio, iniziato in autunno) non sta sembrando una gran cosa. Dalla maldestra irruzione sulla scena dell'Extreme Weather Protocol al persistere di gravi problemi di sicurezza in corsa (i mezzi della carovana continuano a causare incidenti anche gravissimi), non mancano le situazioni controverse. Si attendeva una riforma strutturale dell'intero ciclismo che era annunciata come più o meno epocale, ma è stata congelata sine die; intanto è arrivata una controriformina, ma ha riguardato solo l'aspetto delle radioline in corsa, sul cui uso Cookson è molto più liberale del suo predecessore.

Intanto, nel mentre che il presidente è impegnato - come UCI - a discutere (stavamo per scrivere: litigare) riguardo al controllo dell'universo ciclismo con gli organizzatori di ASO (ovvero del Tour), i quali ovviamente hanno un intero set di coltelli dalla parte del manico, sfuggono alla sua organizzazione dettagli molto importanti, del tipo: i freni a disco fanno l'ingresso in gruppo senza che ci siano stati studi o test approfonditi per giungere a delle corrette valutazioni del rischio. Poi un corridore alla Roubaix incoccia in uno di questi dischi, si affetta una gamba, scrive una lettera aperta, ed ecco che dall'oggi al domani i freni a disco vengono vietati dall'Unione Ciclistica Internazionale. Come dire: la politica che previene, e che non decide sull'onda emotiva! (Siamo ovviamente ironici; e siamo ovviamente d'accordo sullo stop - che sia temporaneo o definitivo, lo si vedrà in un secondo momento - ai freni a disco, ma questa decisione andava presa prima che qualcuno cominciasse a usarli).

 

Quello che cerchiamo in un candidato alla presidenza UCI
Ora che siamo a circa 18 mesi dalle prossime elezioni per la presidenza UCI, ci pare che sia saggio cominciare a guardarci intorno per provare a capire se possa emergere qualche possibile successore di Cookson. Ripetiamo, da qui a settembre 2017 Brian ci convincerà della sua levatura, c'è da metterci la mano sul fuoco! Ma se così non fosse, meglio premunirsi e trovare delle alternative, giusto per non arrivare all'estate del prossimo anno senza una minima idea di nomi da poter contrapporre al presidente in carica (all'epoca sarà "uscente").

Le caratteristiche dell'identikit a cui dovrebbe corrispondere il nostro candidato sono cinque: determinazione, intelligenza, passione, assenza di interessi personali, senso di appartenenza al ciclismo. Pensa che ti ripensa, siamo arrivati alla soluzione: il nostro candidato per la presidenza UCI, oggi come oggi, risponde al nome di Sven Nys. Vediamo perché.

 

Un uomo determinato e intelligente
Chiunque abbia visto una qualsiasi gara di ciclocross negli ultimi 17 anni sa bene che Sven Nys è un uomo determinato. Il suo palmarès parlerebbe già a sufficienza dell'argomento, ma aver visto Nys gareggiare toglie tutti i dubbi. Averlo visto cadere e rialzarsi, digerire delusioni e riprendersi come se nulla fosse, contendere vittorie ad avversari molto più esperti di lui (all'inizio della carriera) o molto più giovani (nelle ultime due stagioni) e uscirne comunque e sempre - quando non vincente - a testa alta, dà una precisa idea di quanto possa essere determinato colui che venne ribattezzato "de Kannibaal van Baal", Cannibale come Merckx, Baal come il villaggio in mezzo alla campagna belga da cui proviene.

Quanto all'intelligenza, basta riandare col pensiero ad alcune cose dette dal fiammingo negli ultimi anni. Ad esempio: il ciclocross patisce di scarsa internazionalità e popolarità in molti paesi, e al contempo la MTB subisce un calo di attenzione nei mesi invernali? Altri si lamenterebbero (e si lamentano) sterilmente, lui già nel 2009 ha lanciato la proposta di unire le forze e creare una Coppa del Mondo congiunta, con 9 gare di cross e 9 di mountain bike, per spingere i crossisti a praticare la MTB, e i biker a praticare il cross. Il tutto, allargando le rispettive platee e aumentando l'appeal delle competizioni. Semplice come un uovo di Colombo, vero? C'è un problema? Nys propone la soluzione, e quella soluzione non è fantascientifica, ma concreta e realizzabile.

Un altro esempio: si parla tanto di multidisciplinarietà nel ciclismo, ma a conti fatti si fa poco per incoraggiarla sul serio? Ecco che Sven lancia un'altra proposta sensata, nel 2011: mettere punti World Tour in palio per le competizioni di cross o pista (o MTB, ovviamente), in modo da incentivare realmente le squadre professionistiche a investire anche in questi settori, creando un circuito virtuoso sempre più fruttuoso.

Inutile dire che le citate proposte non hanno trovato accoglimento presso l'UCI, ma dicono tanto sulla mentalità aperta, innovatrice e improntata al problem solving del nostro eroe.

 

Un innamorato che potrebbe non dover chiedere nulla al ciclismo
Le altre tre caratteristiche che prendiamo in esame sono anch'esse ben presenti nel personaggio Sven Nys. Che abbia passione per la materia è fuori da ogni discussione, viceversa non avrebbe gareggiato fino alla soglia dei 40 anni. Poniamo l'accento su questo aspetto perché un candidato che - ad esempio - mettesse il business davanti alla natura e al senso del ciclismo, non sarebbe un buon presidente: ce ne sono pure, in circolazione, di dirigenti che pensano più al mercato che al valore intrinseco di questo sport; quello che ci serve è invece una figura che dia la giusta importanza al colore dei soldi: ovvero, un'importanza altissima, ma sempre un passo indietro rispetto all'altra istanza. Per assurdo (e per chiarire): si troverebbe pure qualcuno disponibile a imporre per regolamento l'uso dei monocicli, se si rendesse conto che ciò frutta più soldi rispetto all'uso delle biciclette. Ma sarebbe un bene per il nostro sport? Ecco, siamo certi che Nys non farebbe mai scelte del genere.

L'assenza di interessi personali attiene a un elemento abbastanza evidente: Nys dal ciclismo ha già avuto tantissimo, fama, gloria, molti soldi. Potrebbe anche non lavorare fino alla fine dei suoi giorni, e campare benissimo (l'ha dichiarato lui stesso). È vero che non si può mai dire, e che l'uomo tende comunque a essere fallace, ma chissà perché pensiamo che il nostro candidato possa essere molto più resistente a determinate sirene rispetto a un qualsiasi inappagato burocrate del ciclismo.

Infine il senso di appartenenza. Ci piace ricordare l'episodio di Sven che, bersagliato da tifosi ubriachi a ogni passaggio sul circuito di Loenhout, a fine 2012, perse la pazienza quando uno di quei fan gli lanciò addosso un bicchiere di birra (precedentemente svuotato). Nys si fermò (a gara in corso!), scese dalla bici, andò a cercare il tifoso in mezzo al pubblico, lo individuò e lo rimproverò pesantemente. In quella reazione non c'è solo un corridore che risponde piccato, ma c'è anche il più rappresentativo e carismatico del seeding che ricorda a tutti (non solo al malcapitato preso di petto) che devono avere il massimo rispetto per la fatica di chi pedala. Uno dei gesti più politici attuati da un ciclista negli anni recenti.

 

Nys, campione assoluto con un futuro nella politica sportiva
Per tutto quanto sopra esposto, ribadiamo e risottolineaiamo che Sven Nys è il nostro "cavallo" in vista delle elezioni UCI del 2017. Lui fa già parte dell'infernale macchina di Aigle, in qualità di membro (in quota atleti) della Commissione Ciclocross; ma quel ruolo va stretto a un personaggio di tale calibro.

Avremmo potuto omaggiarlo, all'indomani del suo ritiro nel febbraio scorso, soffermandoci sulla sua carriera e le sue tantissime vittorie nel cross (due Mondiali, 7 Coppe del Mondo con 50 successi di tappa, 13 Superprestige con 64 vittorie parziali, 9 GVA-Bpost Bank Trofee con 50 affermazioni di giornata, 9 titoli nazionali belgi) e non solo (vanta anche 5 titoli nazionali nella MTB).

Ma preferiamo guardare avanti più che pensare al passato: quello si illustra da sé, mentre l'avvenire è tutto da scrivere, e siamo convinti che Sven Nys possa avere la capacità di vergare ancora grandi pagine per il ciclismo. Ora, questa candidatura che qui lanciamo potrebbe sembrare quasi una provocazione. Ma vi assicuriamo che non lo è.

Marco Grassi

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