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Freccia del Brabante 2016: Gasparotto nel finale è il convitato di Petr - Vakoc conferma l'irresistibile crescita di quest'anno. Enrico secondo, Colbrelli sesto

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Petr Vakoc vince la Freccia del Brabante, a podio Gasparotto e Gallopin @ Bettiniphoto

Due anni fa nella sua stagione d'esordio nel World Tour vinse subito una tappa al Giro di Polonia, l'anno scorso fu capace di ottenere quattro vittorie più la medaglia di bronzo ai Giochi Europei di Baku, ma il vero anno di svolta nella carriera di Petr Vakoc sembra essere proprio questo: il 23enne ceco (compirà 24 anni a luglio) ha vissuto un mese di febbraio da grande protagonista nel calendario francese con piazzamenti importanti al Tour du Haut-Var e al Tour la Provence e poi vincendo nel giro di due giorni sia la Classic Sud Ardèche che la Drôme Classic. L'ottimo stato di forma di Vakoc era poi proseguito con il quinto posto alla Strade Bianche, un risultato ben più probante delle sue qualità per la durezza del tracciato e per la startlist di altissimo livello: oggi, proprio in avvicinamento alla grandi classiche delle Ardenne, il ceco della Etixx-QuickStep è tornato a brillare vincendo con autorità la Freccia del Brabante.

La corsa belga con partenza da Lovanio e arrivo ad Oversijse è una sorta di misto tra un Giro delle Fiandre ed un'Amstel Gold Race: in 203 chilometri ci sono la bellezza di 26 brevi strappi (il più lungo non supera il chilometri e mezzo) alcuni dei quali in pavé. È la transizione perfetta tra i due gruppi di classiche e da qui si traggono sempre ottime indicazioni in vista delle gare ardennesi: con questa vittoria Vakoc non si guadagna solo una nomination per il titolo per rivelazione dell'anno, ma anche una maggiore considerazione tra i possibili protagonisti per i prossimi appuntamenti; la Etixx-QuickStep ha in squadra anche Julian Alaphilippe e Daniel Martin, ma un Vakoc così non può che far piacere al team di Patric Lefévère che deve riscattare una campagna del pavé il cui bilancio è ben al di sotto della sufficienza.

La corsa: Alberto Cecchin nella prima fuga
I primi chilometri di questa edizione numero 56 della Freccia del Brabante, o De Brabantse Pijl in fiammingo, hanno visto subito numerosi attacchi ed un'andatura abbastanza alta: in fondo questo era il tratto più facile del percorso visto che il primo strappo i corridori lo hanno trovato solamente dopo una sessantina di chilometri. La fuga buona alla fine è partita dopo circa 25 chilometri con Emanuel Buchmann (Bora), Alberto Cecchin (Roth), Sergey Nikolaev (Gazprom) e Oliver Zaugg (IAM Cycling) che sono riusciti ad avvantaggiarsi: per poco non è riuscito ad agganciarsi al quartetto di testa anche Liam Bertazzo (Southeast) che si è mosso con un attimo di ritardo, è arrivato a 10" dai primi che però hanno continuato ad insistere e lui è rimbalzato indietro restando per diversi chilometri nella terra di nessuno tra la fuga ed il gruppo.

La Lotto Soudal di Tony Gallopin e la Orica GreenEDGE di Michael Matthews si sono fatte carico della responsabilità di tenere il vantaggio degli attaccanti sotto ai 5'30" per evitare così spiacevoli sorprese nella seconda parte di gara. A 90 chilometri dall'arrivo a Buchmann, Cecchin, Nikolaev e Zaugg erano rimasti solo 2'35" di vantaggio e così in prossimità del primo passaggio sotto lo striscione del traguardo sono iniziate le operazioni di contrattacco: subito dopo il transito da Overijse, a 69 chilometri dall'arrivo, sui quattro uomini di testa sono riusciti a riportarsi Daryl Impey (Orica), Sean De Bie (Lotto), Pieter Serry (Etixx) e Martin Mortensen (One) con un'azione iniziata ai meno 74 sullo strappo di Ijskelderlaan.

Tanti attacchi e contrattacchi, il gruppo soffre
Questo nuovo gruppetto di otto corridori ha tenuto un margine di 45" su un plotone molto disorganizzato con continui scatti e controscatti nel tentativo di riportarsi sulla fuga: a 64 chilometri dall'arrivo sono rimasti in testa De Bie, Impey e Serry, da dietro invece sono riusciti ad uscire dal gruppo due uomini della BMC, Dylan Teuns e Loïc Vliegen, scordati da Tosh Van der Sande, anche lui della Lotto come De Bie, e da Angelo Tulik (Direct Énergie). Senza una squadra in grado di prendere in mano la situazione e con un percorso fatto di strappi e cambi di direzioni continui, questa fase di corsa è stata assolutamente caotica: i primi a rientrare sul terzetto al comando della corsa sono stati Vliegen, Tulik e Van der Sande ai meno 56, poco più avanti invece ci sono riusciti anche Teuns, Mortensen ed un infaticabile Buchmann, unico reduce della prima fuga.

A 47 chilometri dall'arrivo in corrispondenza del secondo passaggio sotto al traguardo il gruppo era riuscito a ridurre a 40" il gap dai battistrada che in precedenza aveva superato anche il 1'15": ottimo il lavoro di Nicola Boem per la Bardiani-CSF, ma in questa fase s'è visto anche un voglioso ma un po' irrequieto Enrico Gasparotto, fin troppo presente nelle prime posizioni per spronare il gruppo all'inseguimento. Dopo l'ennesimo strappo (Hertstraat) i fuggitivi sono rimani in quattro: Daryl Impey, Pieter Serry, Sean De Bie e Loïc Vliegen hanno staccato i loro compagni d'avventura salvo poi doversi arrendere anch'essi al ritorno del gruppo quando di chilometri all'arrivo ne mancavano ancora 32.

Nel finale ci provano Alaphilippe e Wellens, poi Weening
Qualche minuto per tirare il fiato dopo una fase intensissima ma poi gli attacchi sono nuovamente ripartiti: ai meno 28 il primo a muoversi è stato Tim Wellens (Lotto) su cui poi si è riportato Julian Alaphilippe (Etixx), ormai quasi pienamente ristabilito dalla brutta mononucleosi che lo aveva condizionato negli ultimi mesi del 2015 facendogli ritardare anche la preparazione invernale. La coppia al comando non ha guadagnato mai più di 15" grazie ad un immeso lavoro di Daryl Impey che dopo la fuga si è messo a disposizione del compagno di squadra Michael Matthews: sullo strappo di Hertstraat è proprio Matthews a muoversi e subito dopo l'australiano ci prova anche Gasparotto, ma l'ascesa era troppo breve per fare selezione e così il gruppo, ormai ridotto ad una quarantina di unità, si è ricompattato e qui è stata decisiva una tirata di Giulio Ciccone della Bardiani che ha un po' riorganizzato l'inseguimento andando poi ad annullare l'azione di Alaphilippe e Wellens a 11.3 chilometri dal traguardo.

L'andamento abbastanza anarchico della corsa si è confermato anche nel finale con Pieter Weening (Roompot) che è scattato a 10.7 chilometri dall'arrivo ed ha vissuto il suo periodo di gloria fino ai meno 6 quando la testa s'è ricompattata per l'ennesima volta. Sulla penultima salita di giornata, quella di Ijskelderlaan, ci prova per primo Wellens per cercare di spianare la strada ad un azione di Tony Gallopin e sul breve falsopiano presente in cima allo strappo è partita l'azione decisiva: ad istigarla è stato l'australiano David Tanner (IAM Cycling) che si è portato dietro proprio Tony Gallopin (Lotto), Enrico Gasparotto (Wanty) e due uomini della Etixx-QuickStep, Julian Alaphilippe e Petr Vakoc.

Parte il gruppo buono: Vakoc piega Gasparotto sull'ultimo muro
La Etixx-QuickStep ha subito messo Alaphilippe a spremersi davanti a tutta per portare Vakoc (che a 52 chilometri dall'arrivo aveva anche forato, rientrando senza problemi) ai piedi dello strappo finale di Schavei nelle condizioni migliori per giocarsi il successo: appena la strada ha iniziato a salire all'ultimo chilometro, Alaphilippe si è arreso e agli 800 metri dal traguardo Petr Vakoc ha scatenato tutta la sua potenza sui pedali. Non è stato un vero e proprio scatto, ma una progressione brutale che ha schiantato tutti i rivali: per primo si è staccato Tanner, poi Gallopin ha iniziato a perdere metri facendo così il buco ad Enrico Gasparotto che quando se n'è accorto non è più riuscito a chiudere quel gap che invece ha continuato ad aumentare inesorabilmente.

Peter Vakoc è arrivato così da solo al traguardo con Enrico Gasparotto secondo a 6" e forse con il rimpianto che le cose sarebbero potute andare anche diversamente senza il dispendio di energie lontano dal traguardo e senza il buco di Gallopin: per l'italiano della Wanty-Groupe Gobert comunque un ottimo segnale a quattro giorni dall'Amstel Gold Race, classica da lui vinta nel 2012 ed in cui vanta un totale di cinque top 10 in sette partecipazioni; il podio è stato completato da Tony Gallopin, terzo a 12" da Vakoc.

A 20" dal vincitore è arrivato quindi il gruppo principale che dopo essersi salvato più volte nel corso della gara, negli ultimi quattro chilometri non è più riuscito a trovare le forze per andare a prendere gli attacchi: Matthews e Colbrelli sono partiti lunghi nel disperato tentativo di andare a prendere almeno la terza posizione, e sulla linea entrambi sono stati infilati da Bryan Coquard che ha relegato l'australiano al quinto posto e l'italiano della Bardiani al sesto, un ordine d'arrivo di tutto rispetto. In top 10 si sono piazzati anche Maurits Lammerting, Julian Alaphilippe, Tom-Jelte Slagter ed un sorprendente Loïc Vliegen, capace di trovare ancora energie dopo essere stato all'attacco per più di 30 chilometri; tra gli altri italiani segnaliamo invece i piazzamenti di Davide Rebellin (14°), Simone Ponzi (19°) e Matteo Busato (20°).

Sebastiano Cipriani

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