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Dwars door Vlaanderen 2016: Debusschere punisce la fretta di Coquard - In crescita Pozzato (quarto), ottime prestazioni di Nizzolo e Gatto, entrambi all'attacco e poi in top ten | Cicloweb

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Dwars door Vlaanderen 2016: Debusschere punisce la fretta di Coquard - In crescita Pozzato (quarto), ottime prestazioni di Nizzolo e Gatto, entrambi all'attacco e poi in top ten

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Bryan Coquard sta per esultare quando spunta Jens Debusschere che lo brucia al colpo di reni © Bettiniphoto

Un minuto di silenzio prima di partire, tante braccia di corridori listate a lutto, e poi via, si riparte. Con il ciclismo, con la vita. Con una corsa che per qualche ora avrà distolto il popolo belga dall'angoscia del giorno dopo, e già per questo rendiamo grazie a questo sport. Rendiamo grazie agli organizzatori e alle forze dell'ordine fiamminghe che hanno permesso il regolare svolgimento della Dwars door Vlaanderen, a poche ore dagli attentati terroristici che hanno sconvolto Bruxelles, una nazione, un continente.

Siamo anche contenti che abbia vinto un corridore di casa, Jens Debusschere, e che abbia vinto con merito e bravura; e siamo ancora più contenti che il successo non sia invece arrivato in una maniera (Greg Van Avermaet tirato via dalle scie delle moto complici) che avrebbe gettato un'ombra in quella che aveva il diritto e il dovere di essere un'affermazione limpida.

Siamo infine contenti di aver rivisto un Filippo Pozzato confermatosi corridore (quarto al traguardo) dopo troppo tempo sprecato a gigioneggiare; e di aver ritrovato in top ten altri due italiani, Giacomo Nizzolo e Oscar Gatto, a lungo nel vivo della corsa prima della volata che l'ha conclusa.

 

Gougeard per una volta molla. Gli altri fuggitivi invece no
Dei sei uomini partiti in fuga al km 35 (Jesper Asselman della Roompot, Phil Bauhaus della Bora, Alex Kirsch della Stölting, Kevin Van Melsen della Wanty, Alexis Gougeard dell'AG2R e Igor Boev della Gazprom) e passati da un vantaggio massimo di 7'45" al km 75 (125 dalla fine), solo i primi quattro hanno resistito insieme dopo l'Eikenberg, muro su cui la corsa ha vissuto un momento di svolta a poco meno di 60 km dal traguardo.

Gougeard è completamente saltato (strano per un cagnaccio come lui), Boev è stato raggiunto da tre contrattaccanti che si erano mossi tra il pavé di Haaghoek (-82) e il tratto successivo al Berendries (-73), ovvero Mike Teunissen (LottoNL), Jonas Rickaert (Topsport) e Luke Durbridge (Orica).

La situazione al momento di affrontare il Taaienberg (ai -53) si era quindi così composta: quattro uomini avanti, quattro uomini a un minuto dai primi, e il gruppo a un minuto dai secondi.

 

Theuns infiamma la corsa sul Taaienberg
Lì, sul muro amato da Tom Boonen (che però oggi non c'era), la corsa si è infiammata grazie a un attacco di Edward Theuns (Trek) che ha chiamato la reazione dei Lotto Soudal Tiesj Benoot e Jelle Wallays (vincitore dell'ultima edizione della DDV), degli Etixx (Nikolas Maes e un sorprendente Fernando Gaviria) e dell'unico italiano dell'albo d'oro della corsa, ovvero Oscar Gatto (Tinkoff). Uomini di un certo rilievo perché il gruppo lasciasse fare, e infatti sul nuovo sestetto sono rientrati 20-25 corridori, e da questa nuova conformazione del plotone è partita ai -49 un'azione che avrebbe caratterizzato lunghe fasi della gara, promossa da Wallays e supportata da Jens Keukeleire (Orica), Loïc Vliegen (BMC), Dries Devenyns (IAM), Giacomo Nizzolo (Trek), Amaury Capiot (Topsport), Scott Thwaites (Bora) e ancora Maes. Su di loro sono poi rientrati Gatto con Tom Van Asbroeck (LottoNL) e Antoine Duchesne (Direct Énergie), e tutti insieme hanno raggiunto Durbridge, Teunissen, Richaert e Boev.

Intanto tra i fuggitivi della prima ora l'accordo era prossimo a svanire, evento accaduto sull'Oude-Kwaremont, ottavo muro della giornata, a 35 km dal traguardo, allorché Van Melsen ha forzato e si è isolato al comando della corsa.

 

Benoot si muove bene a 20 km dalla fine
Sul vecchio Kwaremont, in accoppiata classica col Paterbeg (previsto subito dopo), ci si aspettava che nascessero azioni decisive, ma così non è stato. Tra i contrattaccanti abbiamo assistito a schermaglie innescate ora da Devenyns (ottimo sull'O-K), ora da un brillantissimo Gatto (sugli scudi sul Paterberg), ma ogni volta la situazione tendeva a ricomporsi.

Né dal gruppo provenivano segnali di battaglia furente, a parte qualche sgasata di Tiesj Benoot (Lotto Soudal), marcato stretto da Greg Van Avermaet (BMC). Tanto marcato che, per provare a scompaginare i piani degli avversari, il giovane Tiesj ha pensato bene di giocare d'anticipo sul Vossenhol, decimo e terz'ultimo muro della DDV, posto a 20 km dalla conclusione. È su questa salitella che il gruppo inseguitore si è praticamente riportato sul drappello di Gatto e soci, e appena prima che in cima ci fosse l'aggancio, Benoot è partito secco da dietro, ha chiuso il gap con quelli che gli erano davanti e se ne è portati alcuni in contrattacco: i più svegli, quelli capaci di prendergli la ruota, sono stati Vliegen, Durbridge (prestazione notevolissima la sua, dato che ha cantato per sé e portato la croce per Keukeleire), Thwaites, Nizzolo e Maes. Ai -18 questo nuovo drappello ha ripreso Van Melsen, che era ancora solo in testa.

 

I belgi tentano la moto-magata con Van Avermaet
A questo punto, si va al traguardo tutti e 7? Neanche per sogno, visto che il gruppo (frazionato in due tronconi) non era lontano, e veniva tirato dalla Topsport e soprattutto dalla Direct Énergie, intenzionata a dare al suo capitano Bryan Coquard la possibilità di sprintare per la vittoria. Sicché, a 10 km dalla conclusione, c'è stato un nuovo ricongiungimento, l'azione dei 7 è sfumata e, con l'approssimarsi del Nokereberg (ultimo muro del percorso), eravamo pronti ad assistere a nuovi contrattacchi.

È stato allora che il corridore forse più atteso dai tifosi di casa, Greg Van Avermaet, è partito ai -9, sfuggendo al controllo del generosissimo Maes. Il capitano della BMC ha superato di slancio il Nokereberg, pronto a difendere coi denti i pochi secondi che aveva incamerato; ma qui, già dai -7, abbiamo assistito all'odiosa scena che sin troppe volte si manifesta nelle corse fiamminghe: quella in cui una moto della tv sta praticamente attaccata al corridore di casa, davanti, impegnata più a fendergli l'aria e a offrirgli una comoda scia, che a fornire un servizio televisivo al pubblico che assiste alla diretta televisiva.

Grazie all'ausilio del motociclista-tifoso, Van Avermaet ha incrementato il suo margine fino a 15", in barba al grande sforzo che dietro facevano soprattutto Etixx (un Niki Terpstra strepitoso) e Trek (Jasper Stuyven su tutti) a beneficio rispettivamente di Gaviria e di Theuns o Nizzolo. Il ritmo degli inseguitori era comunque altissimo, e non è che la moto di GVA potesse fare miracoli fino al rettilineo d'arrivo, sicché il buon margine dell'attaccante è andato scemando man mano che si avvicinava lo striscione del traguardo. Ad ogni buon conto, quel tignoso di Greg ha tenuto fino ai 300 metri, facendo davvero sudare ai suoi inseguitori il ricongiungimento.

 

Gaviria è il più atteso ma la benzina finisce presto
La situazione in gruppo era a questo punto la seguente: il favorito - non foss'altro per il grandissimo lavoro svolto da Terpstra - era il sorprendente Gaviria, già da lodare per il fatto di essere lì a giocarsela al termine della sua prima esperienza in una corsa belga; ma non mancavano uomini in grado di contendere al colombiano la vittoria, non ultimi anche diversi italiani. In particolare, Pippo Pozzato era stato bravissimo a tenere la ruota di Fernando fino all'ultima curva, quando un errore di valutazione l'ha sospinto indietro, obbligandolo a una delle sue famose, magnifiche (nonché destinate all'insuccesso) volate di rimonta: do you remember Geelong?

Gaviria, essendo l'uomo che tutti aspettavano, non ha perso tempo, ed è scattato nell'attimo esatto in cui il gruppo (con Stuyven, in particolare) ha chiuso su Van Avermaet, ai 280 metri. Ma, vuoi per un rettilineo infido (tirava all'insù), vuoi per il fatto di sprintare dopo un susseguirsi interminabile di cambi di ritmo e strappate, tra un muro e l'altro, il corridore della Etixx si è ritrovato di colpo con le gambe vuote. Esperienza forse nuova anche per lui, il quale dopo aver preso la volata in testa si è ingobbito, ha subìto il ritorno di Theuns da un lato e Coquard dall'altro, e vistosi superato ha addirittura smesso di pedalare, autodestinandosi al decimo posto.

 

Coquard pensa a esultare, Debusschere bada solo a vincere
Allora pareva che la vittoria fosse lì per arridere a Coquard, e talmente ne era convinto lo stesso francesino da evitare accuratamente di prodursi in un colpo di reni, preferendo invece alzarsi sul manubrio per prepararsi a esultare. Troppo presto, caro Bryan! Infatti da dietro, come una scheggia, partito da lontanissimo, emergeva alla sua sinistra Jens Debusschere, che lo andava a superare proprio sulla linea d'arrivo, strozzando l'urlo in gola all'avversario ma liberando la gioia di una Lotto Soudal che raccoglie risultati in misura proporzionale a quanto bene lavora dietro le quinte: ed ecco che il successo di Debusschere dà senso al grande sbattersi di Wallays e Benoot, un impegno di qualità (attacca qua, attacca là), non limitato a un ozioso tirare il gruppo per tutto il giorno.

Quanto al vincitore, a 26 anni e mezzo coglie il principale alloro in una carriera punteggiata da vittorie in semiclassiche minori (ma l'anno scorso si impose anche in una tappa della Tirreno), e che ha avuto il picco nel titolo nazionale belga conquistato nel 2014.

 

Buona Italia: Pozzato cresce, Nizzolo e Gatto ottimi interpreti
Con Coquard primo dei battuti e Theuns salito a occupare il terzo gradino del podio, va messo in prima pagina anche il piazzamento di Pozzato, quarto non senza un po' di rammarico. Ma occhio che questo qui sta ritrovando una gamba ottima in vista del Fiandre. Chi lo sa, chi lo sa.

Tra l'altro l'Italia piazza - come scritto in apertura - anche Nizzolo e Gatto in top ten, sesto e settimo (preceduti da Keukeleire quinto), il che ci fa pensare di avere di nuovo un contingente che forse non è condannato in partenza alla marginalità, nelle prossime gare dei muri. In particolare, non possiamo neanche dire che Nizzolo non avrebbe potuto ottenere un risultato migliore se si fosse coordinato col compagno Theuns; invece i due hanno sprintato ognuno per conto proprio: lavoro da fare per il team manager Guercilena.

Per la cronaca, la top ten è stata completata da Thwaites e Teunissen (conferma che in queste corse andare all'attacco e piazzarsi poi alla fine non sono esercizi in contrasto l'uno con l'altro) davanti a Gaviria. Sempre per la cronaca, citiamo anche il 13esimo posto di Marco Marcato (Wanty).

Le prossime gare dei muri, dicevamo: ce ne sarà una - splendida - fra due giorni, ovvero la E3 Harelbeke; poi domenica la Gand-Wevelgem ci introdurrà nella settimana che culminerà con la Ronde van Vlaanderen. Lo spettacolo davanti a noi è ancora tantissimo: speriamo che gli interpreti siano all'altezza di simili scenari.

Marco Grassi

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