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Tirreno-Adriatico 2016: Cummings a Foligno, l'allungo è maligno - Il britannico beffa nel finale Puccio (2°) e gli altri attaccanti. Neve a Monte San Vicino, domani tappa annullata | Cicloweb

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Tirreno-Adriatico 2016: Cummings a Foligno, l'allungo è maligno - Il britannico beffa nel finale Puccio (2°) e gli altri attaccanti. Neve a Monte San Vicino, domani tappa annullata

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Stephen Cummings arriva solitario sul traguardo di Foligno © Bettiniphoto

Ci siamo lasciati ventiquattr'ore fa celebrando il nuovo che avanza (la fantastica vittoria di Gaviria su Ewan a Montalto di Castro) e ci ritroviamo con la copertina tutta per uno degli atleti più esperti del gruppo, capace di primeggiare a Foligno con una gestione tattica da manuale e con quella malizia che solo con tanti anni di militanza nel plotone si acquisisce per poi tirarla fuori in maniera esemplare. L'atleta in questione è Stephen Cummings, 35 anni da festeggiare sabato prossimo con la Milano-Sanremo, che quest'oggi ha voluto anticipare la festa regalandosi la tappa più lunga di questa edizione della Tirreno-Adriatico, piazzando la zampata decisiva a tre chilometri dalla conclusione ricordando a tutti di esser stato anche un inseguitore di successo (ah la pista, dolce ricorrenza di queste giornate!).

Il britannico ha così aggiunto un'altra perla ad una carriera che gli ha già portato in dote, tra le altre, una tappa al Tour de France (a Mende lo scorso anno),una tappa alla Vuelta di Spagna (a Ferrol nel 2012), il Giro del Mediterraneo (nel 2014, con tanto di successo nella frazione a cronometro) e la Coppa Bernocchi (nel 2008). Giornata di festa in ogni caso quindi per la Dimension Data che sembrava destinata a lanciare un Boasson Hagen in ottima forma in un finale dal sapore di Ardenne, a cui fanno da contraltare il rammarico di Salvatore Puccio (ancora un secondo posto per lui e primo successo da professionista rimandato per l'ennesima volta), galvanizzato dal correre sulle strade di casa, e di un Peter Sagan costretto ad accontentarsi nuovamente del piazzamento quando sembrava poter avere la corsa in pugno. In tutto questo si è aggiunto il no contest in classifica generale che, unito alla fresca notizia dell'annullamento dell'attesa frazione che doveva prevedere l'inedito arrivo a Monte San Vicino, farà si che il tutto si deciderà nella crono conclusiva di martedì prossimo.

 

In quattro all'avventura, c'è ancora Benedetti
Come detto in apertura i 222 chilometri da Montalto di Castro a Foligno, particolarmente insidiosi nella parte finale, rappresentavano la frazione più lunga di questa Tirreno-Adriatico 2016, con la cittadina umbra a fare le prove generali in vista del ritorno del Giro d'Italia, che lì farà tappa il prossimo 13 maggio (partenza da Sulmona con un'altra frazione over 200 km). Non appena la bandierina si è abbassata è subito iniziata la bagarre, con il primissimo tentativo operato da Juul Jensen (Orica), Sergent (AG2R), Saramotins (IAM), Tjallingii (Lotto NL) e Lightart (Lotto Soudal), seguiti poi da Pirazzi (Bardiani), Mas (Caja Rural) e Timmer (Giant), a cui però il gruppo non ha lasciato spazio. Il disco verde è invece arrivato al km 18, quando dal gruppo sono evasi Valerio Conti (Lampre) e Ricardo Vilela (Caja Rural), raggiunti pochi chilometri più tardi da Manuel Bongiorno (Bardiani) e dal solito, inesauribile Cesare Benedetti (Bora-Argon), ormai assurto al ruolo di mago delle fughe e con la possibilità d'incamerare punti preziosi nella classifica degli scalatori (che difatti lo vedrà al comando al termine della frazione).

Il quartetto ha trovato subito il giusto affiatamento, arrivando a toccare dopo una trentina di chilometri il vantaggio massimo di 6'55" nei confronti del gruppo controllato principalmente dalla Etixx e dalla Tinkoff. Proprio Benedetti ha conquistato il primo GPM di giornata (il Valico della Somma, posto al km 123) mentre Valerio Conti ha primeggiato nei traguardi volanti di Giove e Terni, con il vantaggio che pian piano si è ridotto a circa 3' quando la corsa era giunta ormai all'imbocco della prima ascesa a Montefalco.

 

Conti enfant du pays, la Movistar ricompatta il gruppo
La salita verso il paese perugino poteva rappresentare un antipasto di quel che sarebbe successo più avanti, visto che era previsto un secondo passaggio (con scollinamento ai -15) ma soprattutto con delle pendenze (la punta massima toccava il 18%) che potevano indubbiamente intossicare le gambe dei velocisti e creare importanti fratture nel plotone. Montefalco è però anche il paese d'origine di Noè e Franco Conti, vale a dire lo zio ed il papà di Valerio che evidentemente aveva preparato al meglio questa giornata e così, non appena la strada ha iniziato a farsi più arcigna sotto le ruote, si è prodotto in un allungo che ha fatto decisamente male a Benedetti e Vilela (il portoghese è stato poi ripreso dal gruppo) e a cui il solo Bongiorno ha provato a replicare. A meno di un chilometro dalla vetta però anche il toscano ha dovuto desistere e così Conti è andato a conquistare il GPM tra gli applausi della folla: in vetta sono stati una decina di secondi a separarlo dai primi inseguitori mentre il gruppo (tirato dall'Astana) aveva ridotto il gap a 2'05". Non contento l'atleta laziale ha tentato l'assolo solitario, mantenendo pressoché immutato il suo vantaggio sul plotone in cui facevano capolino in testa le maglie della FDJ nel primo passaggio da Foligno (in cui si è verificata una scivolata di Agnoli e Kreuziger, fortunatamente senza conseguenze) e mentre Benedetti e Bongiorno si avviavano ormai a rientrare nei ranghi, ha proseguito convinto nel tentativo di far proprio anche il GPM di Trevi.

La verve di Conti, le cui energie dopo oltre 150 chilometri di fuga cominciavano a venir meno, non ha però fatto i conti con le ambizioni della Movistar, che si è prodotta in un furioso inseguimento, annullando prima il breve allungo di Lightart e poi fagocitando il Lampre prima dello scollinamento (risoltosi in passerella con Amador davanti a Oliveira e Valverde) in cui si è verificata anche la caduta di un Giant che ha coinvolto anche Formolo (penalizzato anche in precedenza da un problema meccanico) e Colbrelli.Il temuto spartiacque era però rappresentato dalla seconda ascesa a Montefalco, a cui il gruppo è arrivato a ritmo frenetico, con continui rimescolamenti in testa (si sono alternate le varie Etixx, Astana, Tinkoff, BMC, FDJ, Lotto NL e Trek).

 

Cancellara seleziona il gruppo, Ulissi tenta la stoccata
Giunti all'imbocco della salita è stata proprio la Trek-Segafredo a prendere decisamente in mano le operazioni, con un Fabian Cancellara ad imporre un passo deciso per favorire eventuali attacchi di Mollema e, al contempo, eliminare i velocisti più puri. La sortita del bernese ha avuto i suoi effetti, cosicché ad un chilometro dalla vetta erano all'incirca una trentina i componenti del gruppo principali, con tutti i big della generale, il leader Stybar ma non Fernando Gaviria, costretto ad alzare bandiera bianca e a rinunciare ai sogni di replica per quest'oggi (sul traguardo saranno 2'05" i minuti di ritardo, al pari di Sacha Modolo, mentre ben più staccati giungeranno, tra gli altri, Nizzolo, Ewan e Viviani). A poco meno di un chilometro, quasi nello stesso punto in cui era partito in precedenza Conti, un'altra maglia Lampre ha però movimentato le acque: è stata quella di Diego Ulissi, che si è prodotto in una bella stoccata, che ha però provocato l'immediata reazione di un brillante Salvatore Puccio e di Domenico Pozzovivo, andati a rintuzzarlo proprio in prossimità dello scollinamento (dove il livornese è comunque transitato per primo) in cui anche Vincenzo Nibali si è fatto vedere nelle posizioni d'avanguardia. L'inizio della discesa è coinciso anche col tentativo di contropiede orchestrato da Giovanni Visconti e Matteo Montaguti, annullato dopo circa un chilometro ma che ha avuto il merito di dare il là ad un finale indubbiamente entusiasmante.

 

Cummings stoppa e poi parte, Puccio recrimina
L'azione del siciliano e del forlivese infatti ha posto il quesito sull'effettiva possibilità di riuscire a controllare tutti i tentativi d'allungo nel finale, onde evitare di arrivare ad una soluzione di sprint ristretto in cui i vari Sagan (su tutti), Van Avermaet e Boasson Hagen avrebbero potuto facilmente dire la loro. Così, dopo la prima ricucitura attuata dalla Etixx, si sono susseguiti altri sporadici tentativi che hanno comunque messo brio nei chilometri che man mano si riducevano e con la discesa che pian piano si trasformava in pianura: prima ha tentato Selvaggi ai -8 (stoppato da Berhane), poi lo stesso Sagan ha provato la fagianata poco dopo, quindi l'indomito Puccio, non distante dalla sua Petrignano, ci ha riprovato ai -7, raggiunto poco dopo da Torres dell'Androni e Cummings che iniziava il suo lavoro di stopper.

Ai -5 però si è avuta la svolta: Montaguti ha ritentato l'allungo, chiamando ancora una volta alla reazione Puccio e con Cummings in versione piattola attaccato alle ruote dei due azzurri, facendo capire a chiari gesti che non avrebbe avuto alcuna intenzione di collaborare al tentativo. La scena è però decisamente mutata pochi istanti dopo, quando il terzetto è divenuto sestetto per l'aggiunta di un altro Dimension Data (il brillante eritreo Berhane), un altro AG2R (il valente Bakelants) e Daniel Moreno che sgravava così la Movistar da compiti d'inseguimento. In gruppo è iniziata così la fase degli sguardi e il drappello di testa ha così guadagnato rapidamente una decina di secondi, rivelatisi decisivi.

Se si pensa che quello sia stato l'ultimo colpo di scena ci si sbaglia di grosso: ai -3 dalla conclusione infatti Cummings, esauriti ormai i compiti da stopper, ha vestito infatti i panni del finalizzatore ed ha piazzato una stoccata ben assestata poco prima di una curva, guadagnando subito un buon vantaggio. Concedere anche pochi metri al passista britannico è un'operazione che può rivelarsi fatale e così Cummings ha rapidamente preso una decina di secondi che la generosità di Montaguti (il più attivo nel cercare di riportare sotto gli inseguitori) non è riuscita a colmare, lasciando quindi spazio ad un finale facilmente prevedibile. Il britannico è così giunto tutto solo a braccia alzate e dopo 13" sono giunti gli inseguitori, con Salvatore Puccio che è andato a vincere lo sprint ristretto sbattendo comprensibilmente il pugno sul manubrio per la grande occasione sfumata, con un contorno di epiteti facilmente immaginabile. La Dimension Data ha occupato anche il terzo posto del podio di giornata col bravo Berhane, davanti a Moreno, Bakelants e a Montaguti ormai esausto. Poco più di dieci secondi ancora (25 per la precisione) e sul traguardo è piombato anche il gruppo con Peter Sagan a vincere nuovamente la volata dei battuti che gli ha portato in dote un settimo posto buono solamente a consolidare la maglia rossa della classifica a punti, precedendo Van Avermaet, il sempre più onnipresente Benoot e Stybar a completare la top ten di giornata. Zero affanni per Nibali, Valverde, Van Garderen e tutti gli altri big, presenti nel gruppo principale.

 

Stybar ancora in blu, il rischio neve fa saltare Monte San Vicino
Classifica generale praticamente immutata quindi con Zdenek Stybar ancora leader con 9" sul terzetto BMC costituito da Caruso, Van Avermaet e Van Garderen, con Gianluca Brambilla ancora in sesta posizione a 11". Appena fuori dai dieci Vincenzo Nibali (undicesimo a 24") ma per il siciliano e per tutti gli altri attesi protagonisti non ci sarà domani la possibilità di provocare la prevedibile rivoluzione in classifica generale: in applicazione dell'Extreme Weather Protocol infatti la Foligno-Monte San Vicino, prevista per domani e che avrebbe dovuto portare il gruppo in vetta all'inedita ascesa maceratese, è stata cancellata. Una decisione spiegata da Mauro Vegni con il concreto rischio di precipitazioni nevose previste per la giornata di domani a quote anche inferiori a quella del traguardo (dove già sarebbero caduti almeno 20 cm di neve), che pone nell'impossibilità di gareggiare anche sul percorso alternativo precedentemente approntato. Un destino comune quello della Tirreno-Adriatico e della Parigi-Nizza di questa stagione ma, mentre in Francia le ultime due frazioni avevano un tracciato che poteva radicalmente cambiare il volto della classifica generale, nella corsa dei Due Mari resterà solamente la cronometro conclusiva di San Benedetto del Tronto a sancire il vincitore di questa edizione. Lunedì si riprenderà infatti con la Castelraimondo-Cepagatti di 210 chilometri che strizzerà presumibilmente l'occhio ai velocisti. Sulla carta Tejay Van Garderen diviene ora il principale favorito ma l'improvviso mutare degli eventi non esclude dalla lotta nessuno dei primissimi, Stybar compreso.

Vivian Ghianni

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