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Paris-Nice 2016: Prova di forza, Lutsenko la passa a pieni voti - Assolo del kazako, ma Matthews resiste in giallo. Quarto Davide Cimolai

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Alexey Lutsenko si inventa un numero alla Paris-Nice e arriva in solitaria © Bettiniphoto

Scalare il Mont Ventoux (o almeno, una parte) e vedere la vittoria di uno sprinter. È un breve riassunto di quanto stava per succedere quest'oggi nella sesta giornata della Paris-Nice, con la tappa partita da Saint-Paul-Trois-Châteaux e conclusasi a Salon-de-Provence dopo 198 km, nei quali si è affrontato il Monte Calvo fino a Chalet Reynard. A rovinare la sceneggiatura ci ha pensato un giovanotto kazako di belle speranze, che quando è in giornata è praticamente inarrestabile: se solo Alexey Lutsenko riuscisse a dare continuità a quanto fatto oggi o nella penultima tappa del Giro di Svizzera 2015, ecco che il Kazakistan potrebbe coltivare sogni di gloria a breve termine per traguardi molto importanti.

 

Otto in fuga, Herrada primo a Chalet Reynard
164 i corridori al via dato nella cittadina della Drôme, con il solo Sérgio Paulinho (Tinkoff) non partente. Nemmeno il tempo di scambiare quattro chiacchiere che parte la classica fuga già al km 1, con otto protagonisti: gli olandese Lars Boom (Astana Pro Team) e Wouter Wippert (Cannondale), i belgi Edward Theuns (Trek-Segafredo) e Stijn Vandenbergh (Etixx-Quick Step), l'austriaco Matthias Brändle (IAM Cycling), il francese Arnaud Courteille (FDJ), il canadese Antoine Duchesne (Direct Énergie) e lo spagnolo Jesús Herrada (Movistar Team). Già al km 9 il margine è di 3'15" ma è quasi quadruplicato (11'25") al km 30.

Anche se nessuno di questi è pericoloso ai fini della classifica generale (il migliore, il belga Theuns, è a 48" ma non è uno scalatore), Team Sky e Tinkoff decidono di iniziare a ricucire il gap già al km 35. Allo scollinamento del Col de la Madeleine (km 49), dove Herrada transita per primo davanti a Boom e Duchesne, sono 9'20" che separano le due parti in corsa.

Già nella prima fase dell'ascesa al Mont Ventoux la fuga perde un suo elemento, vale a dire Brändle, che verrà riassorbito dal gruppo nel corso della scalata. Davanti si mostrano pimpanti Courteille e Herrada che attaccano poco dopo il quinto km di salita, seguiti dopo poco da Duchesne il quale si ridistacca nell'ultimo km all'insù. A tagliare per primo il prestigioso traguardo parziale è Herrada, con Courteille al secondo posto; Duchesne insegue a 15" mentre a 55" transita la coppia Vandenbergh-Boom. Di 2'10" e di 2'30" il ritardo delle due ruote veloci della fuga, rispettivamente Thuens e Wippert.

 

Si ritirano Gougeard e Greipel mentre Talansky è in difficoltà
Il gruppo passa in quota con 6' di ritardo, sempre tirato dagli uomini del Team Sky: tuttavia l'ascesa non è stata indolore per tanti, a partire dal febbricitante Alexis Gougeard (AG2R La Mondiale) e André Greipel (Lotto FixAll) che hanno deciso di abbandonare la gara. Diversi velocisti, come il vincitore di ieri Nacer Bouhanni (Cofidis, Solutions Crédits) e Marcel Kittel (Etixx-Quick Step), sono rimasti attardati, ma questo non è una sorpresa: lo è invece la perdita di contatto per Andrew Talansky (Cannondale), uscito di classifica già nella prima tappa in linea e che sta assumendo sempre più la fisionomia dell'eterno incompiuto.

Nella discesa dal Ventoux si ricompattano i primi cinque mentre prima Wippert e poi Theuns, che aveva tentato a sua volta di rientrare, si rialzano e vengono ripresi dal gruppo. Del plotone principale non fa più parte José Joaquín Rojas: lo spagnolo del Movistar Team è caduto in discesa sbattendo violentemente il ginocchio, dolore che lo ha fatto propendere per il ritiro. Quando mancano 90 km al termine il quintetto al comando ha 5'15" di vantaggio sul gruppo maglia gialla mentre il drappello che comprende Bouhanni e Kittel li segue ad oltre 2'.

 

Duchesne tenta l'allungo, dietro si cade
Nel terzo gpm di giornata, il Col du Pointou (km 131), passa per primo Courteille davanti ad Herrada e Duchesne: il gruppo staziona a circa 2'50"; gap che si riduce a 2'30" nei km successivi per effetto del lavoro degli uomini della Orica GreenEDGE. Nella pancia del gruppo si registra una caduta, fortunatamente senza conseguenze: tra i coinvolti Tony Gallopin (Lotto FixAll), Bram Tankink (Team LottoNL-Jumbo), Laurens Ten Dam (Team Giant-Alpecin) e Fränk Schleck (Trek-Segafredo), il quale impiega del tempo prima di risalire in sella e che più tardi preferirà abbandonare.

Ai meno 41 km dal termine, in prossimità dell'inizio del gpm della Côte de la Roque-d'Anthéron, Duchesne decide di attaccare e allunga da solo. Al gpm il canadese transita con 32" su Herrada, 42" su Courteille, 1'02" su Boom e 1'50" sul gruppo, dal quale prova un allungo Tom Jelte Slagter (Cannondale). Ancora una caduta, intanto, nella coda del plotone, dovuta alle impegnative pendenze che costringono più d'uno a mettere piede a terra: tra chi ha assaggiato l'asfalto ci sono Adam Hansen (Lotto FixAll) e Jacques Janse van Rensburg (Dimension Data).

I primi inseguitori di Duchesne vengono ripresi ai meno 30 km dall'arrivo, con il leader che procede con 1'13" di vantaggio: nella precedente ascesa si era staccato Alexander Kristoff (Team Katusha) che, assieme ai suoi gregari, passa con 40" di ritardo dal gruppo. Con il norvegese è presente anche Patrick Bevin (Cannondale), terzo della generale e rimasto intruppato dai rallentamenti. Nell'ultima salitella, il Col de Sèze (km 169), prova un allungo Alexey Lutsenko (Astana Pro Team), controllato senza problemi da Quentin Pacher (Delko Marseille Provence KTM), Simon Yates (Orica GreenEDGE) e da tutto il gruppo. Al passaggio il nordamericano transita con 33" di vantaggio, mentre il gruppo Kristoff è a 1'25".

 

Kristoff rientra, Lutsenko contrattacca
Ai meno 20 km Duchesne ha 20" su Lutsenko che, combattivamente, ha riprovato in discesa l'allungo riuscendo questa volta nel suo intento; il gruppo, che ha ritrovato Kristoff e quanti facevano parte del suo drappello, passa ad 1'. Giustamente consigliato dall'ammiraglia, Duchesne attende il rientro di Lutsenko; ma il kazako ha altri piani e aumenta la velocità, staccando l'affaticato canadese ai meno 16 km. Ai meno 15 km l'asiatico ha 15" su Duchesne e 40" sul gruppo, ora tirato dagli uomini del Team Katusha.

Ma i due gregari di Kristoff sono più stanchi dello scatenato iridato under 23 di Valkenburg: ai meno 10 km il margine è salito fino a 40" mentre Duchesne, raggiunto, viene complimentato dal suo capitano Thomas Voeckler, uno che di attacchi da lontano se ne intende. Alla coppia del Team Katusha si aggiungono uomini Cannondale e Movistar Team, nella difficile operazione di rientro su un Lutsenko che viaggia come un treno. Ai meno 5 km il battistrada ha perso molto poco, solo cinque secondi.

 

L'azzardo va in porto, Cimolai si piazza quarto
Ai meno 3 km il margine è ancora di 30", mentre scende ai 2 km quando è di 23", a causa del lavoro dietro del Team Giant-Alpecin. Ma non c'è nulla da fare, Lutsenko è imprendibile e va a vincere in una maniera che tanto ricorda patron Vino. E oggi è una gioia particolare per il campione olimpico di Londra 2012: l'11 marzo 2003 cadde nella seconda tappa della Parigi-Nizza Andrei Kivilev, l'amico fraterno del team manager dell'Astana, che spirò in ospedale il giorno seguente.

Il gruppo arriva a 21", con una volata vinta agevolmente da Alexander Kristoff (Team Katusha) su Michael Matthews (Orica GreenEDGE). Buon quarto posto per Davide Cimolai (Lampre-Merida), che supera Sep Vanmarcke (Team LottoNl-Jumbo), Pieter Serry (Etixx-Quick Step), Vicente Reynés (IAM Cycling), Leonardo Duque (Delko Marseille Provence KTM), Oliver Naesen (IAM Cycling) e Arnold Jeannesson (Cofidis, Solutions Crédits).

Ci sono cambiamenti in classifica generale: Lutsenko, che era quindicesimo a 33", balza al secondo posto a 6" da Matthews. Tom Dumoulin (Team Giant-Alpecin) è terzo a 18" davanti a Patrick Bevin (Cannondale), Ion Izagirre (Movistar Team) e Geraint Thomas (Team Sky), tutti a 23". Domani c'è in programma la tappa regina, con la partenza a Nizza e l'arrivo dopo 177 km al santuario della Madonna di Utelle: sette salite di cui quella conclusiva lunga oltre 15 km e con una pendenza media del 5,7% e punte sopra al 10%. Non è nemmeno quotato il tentativo di modificare la generale da parte di Alberto Contador, anche oggi sempre attento e pimpante nella parte alta del gruppo.

Alberto Vigonesi

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