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Kuurne-Bruxelles-Kuurne 2016: Non è Cancellara però... che sparate fa! - Jasper Stuyven vede premiato il suo coraggio alla KBK. Kristoff secondo, gran prova Trosino

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Jesper Stuyven si prende il suo agognato successo dopo una giornata all'attacco © Bettiniphoto

Anche se il ciclismo è uno sport sempre più spietato nei confronti di chi osa, alle volte la fortuna aiuta gli audaci e li premia, specie se sono recidivi. È accaduto a Jasper Stuyven, in assenza di Cancellara il miglior uomo da pavé in seno alla Trek: ieri aveva osato anche più del dovuto, tentando di ricucire da solo sull'azione decisiva che aveva preso il largo. Punito da una curva truffaldina, finisce a terra e si rialza col gruppo che già gli è addosso. Non pago della brutta figura, oggi è stato nel vivo della gara sin da quando la gara è entrata effettivamente nel vivo, ossia dall'Oude Kwaremont, ed ha avuto il coraggio di sganciarsi da un'azione che era destinata a non avere successo. Chapeau a lui, che alla terza annata da professionista dimostra di non essere solo un velocista con una buona tenuta sui percorsi insidiosi (come testimonia la tappa alla Vuelta vinta l'anno scorso a Murcia, nonostante la frattura dello scafoide).

 

Si rivela Trosino, re della fuga e non solo
Se ieri la Het Nieuwsblad ci aveva mostrato un Moscon a suo agio anche sul pavé (la Sky ha tra le mani un vero fenomeno) oggi la Kuurne-Bruxelles-Kuurne ci dà in pasto un altro neoprofessionista italiano in grande spolvero: è Mirko Trosino, quest'anno passato tra le fila della Southeast dopo 5 anni tra i dilettanti in Toscana, tra Hopplà e Mastromarco, durante i quali ha raccolto in tutto 9 vittorie, tra cui una tappa al Giro Bio. Discreto passista (podio ai campionati italiani a cronometro under23 nel 2012), aveva già avuto modo di confrontarsi con la maglia della nazionale sul pavé: nelle annate 2012-2013 ha partecipato al Giro delle Fiandre Under 23. Un po' poco come esperienza, ma evidentemente sufficiente per risultare il migliore della fuga odierna, comprendente Kevin Van Melsen (Wanty), in fuga già ieri, Boy Van Poppel (Trek-Segafredo), Yanto Barker (ONE Pro Cycling), Sébastien Turgot (AG2R La Mondiale), Sjoerd Van Ginneken, Berden De Vries (Rompoot), Gerry Druyts, David Boucher (Crelan), Jaap De Man (Team 3M), e Romain Cardis (Direct Énergie). Il vantaggio arriva a toccare gli 8', ed è sufficiente perché i fuggitivi arrivino nella zona calda con ancora un largo margine.

 

La "zona calda": Sagan testa la gamba
Sull'Oude Kwaremont, a 83 km dalla fine, comincia la fase intensa della corsa, che consiste in una bella infestata di muri e tratti in pavé che termina a 50 km dall'arrivo. La corsa funziona così: i passisti sparigliano le carte quanto possono in queste fase e poi i velocisti rimasti cercano di rientrare (e di solito ci riescono). Le vittime di questa fase sono Daniele Bennati, Giacomo Nizzolo ed Elia Viviani, che alzano bandiera bianca prima ancora che la corsa si faccia dura. È Peter Sagan, non pago della sua bella Het Nieuwsblad, ad azionare il motore (non facciamo ironie): ad agganciarsi alla sua ruota è Stuyven, il quale saggiamente non gli dà mezzo cambio. L'azione finisce presto, ma il gruppo ne esce notevolmente sgranato.

 

La Lotto Soudal incalza sul pavè
Dopo l'azione di Sagan sono in una trentina davanti, tra i quali Sagan, Kristoff, Boonen, Debusschere ed un bravo e pimpante Ewan, al primo test sul pavé. Gli altri, seppur faticosamente, sono appena riusciti a rientrare quando la Lotto Soudal decide di fare il forcing sui 2 km di pavé di Varent, famosi per il "corridoio" laterale asfaltato, origine di tante polemiche regolamentari: all'uscita dal tratto il gruppo è di nuovo spezzato, e sono gli Orica a tirarlo, sugli ultimi tre muri di giornata, coi fuggitivi della prima ora ormai in vista.

 

Dopo i muri il vero dolore
Al Nokereberg la fase calda della corsa dovrebbe essere ormai terminata, ma quest'anno succede tutt'altro. La Etixx vuole rifarsi della pessima Het Nieuwsblad disputata ed attacca con Julian Vermote, che ha l'occasione di portar via un'azione con anche stavolta Stuyven pronto a rispondere e Sagan pronto a rilanciare; ci sono anche Van Avermaet, Devenyns, Roelandts e Salvatore Puccio, che magari adesso stupirà, ma da dilettante ha vinto un Giro delle Fiandre Under 23. Non c'è collaborazione e così Sagan insiste ancora, con Vermote a ruota, arrivando addosso ai fuggitivi; poco prima, Trosino aveva deciso di avvantaggiarsi sui compagni di fuga, diventando la testa della corsa.

 

È tempo di ventagli, si forma l'azione decisiva
Tra Waregem e Kuurne la corsa è in un tratto particolarmente esposto al gelido vento laterale, oggi abbastanza intenso da causare ventagli: basta un allungo di Stuyven a 41 km dal termine per far esplodere in più tronconi il gruppo. Il primo tronco va a formare l'azione che deciderà la corsa: ci sono anche Tom Boonen e Julien Vermote, (ancora) Greg Van Avermaet e Luke Rowe, esattamente come ieri, Oliver Naesen (IAM), Pim Ligthart (Lotto Soudal), Twan Casteljins (LottoNL), Magnus Cort Nielsen (Orica), Antoine Duchesne (Direct Energie) e Tom Stamsnijder (Giant). Oltre a Trosino, della fuga iniziale riescono a rimanere agganciati Yanto Barker, Berden De Vries e Boy Van Poppel, che avrà un ruolo fondamentale per la futura vittoria di Stuyven.

 

L'accidentaccio Broeckx-moto: doppia frattura
I 15 uomini davanti guadagnano terreno, almeno fino a quando il gruppo non aumenta le sue dimensioni arrivando a un'ottantina di elementi. Prima del ricongiungimento uno degli uomini della Lotto Soudal, Stig Broeckx, nello spostarsi dalla testa viene centrato da una moto sopraggiungente alle sue spalle, quando mancano 34 km al termine: ironia della sorte, è proprio la moto del medico; un incidente diventato ormai classico (stessa dinamica avvenuta per Sagan alla Vuelta), evitabile se la moto fosse sopraggiunta a una velocità più moderata: il buon Stig ci lascia una costola e la clavicola destra, fratturata in maniera scomposta.

 

Non c'è collaborazione, Stuyven rompe gli indugi
I fuggitivi entrano così nel circuito finale di Kuurne (da ripetere 2 volte) con un vantaggio di 40". Una situazione gestibile, se non fosse che tra di loro non c'è collaborazione: solo il sacrificio di Boy Van Poppel permette alla fuga di non perdere consistenza. Prima che il suo compagno si sposti, è Stuyven a scattare in faccia a tutti, a 17 km dal termine: un allungo che non lascia possibilità di replica neanche a Tom Boonen, che vede così svanire un'occasione di rivincita in una delle sue corse predilette, vinta già in tre edizioni.

 

Kristoff regola il gruppo
Sembrava quasi Cancellara, per il passo e la tenuta nell'azione: Stuyven guadagna 20" di margine sui fuggitivi, che ormai pensano più a resistere al gruppo che a rientrare su di lui. Naesen, Van Avermaet, Vermote, Boonen, Rowe e Ligthart sono gli ultimi, ormai fiaccati dal vento, a cedere quando all'arrivo manca ormai un chilometro e mezzo. Il gruppo giunge dopo 17" alle spalle di Stuyven, e a regolarlo è un pimpante Kristoff, che salta il polacco Wisiniowski (poi quinto), il quale aveva tentato l'anticipo, e regola Nacer Bouhanni (Cofidis) e Dylan Groenewgen (Lotto-NL). Al sesto posto c'è un buon Niccolò Bonifazio, bravo oggi a resistere alle insidie del pavé, davanti al Campione del Mondo Peter Sagan, al compagno di squadra Edward Theuns, a Jonas Vangenechten (IAM) e a Scott Thwaites (Bora).

Nicola Stufano

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