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Het Nieuwsblad&Kuurne 2016: Venghino siori, torna il circo del pavé! - Nel week-end le classiche fiamminghe ripartono da Kristoff, Boonen, Sagan e Van Avermaet | Cicloweb

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Het Nieuwsblad&Kuurne 2016: Venghino siori, torna il circo del pavé! - Nel week-end le classiche fiamminghe ripartono da Kristoff, Boonen, Sagan e Van Avermaet

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Tre Etixx su quattro, ma a vincere fu Ian Stannard: così andò la Omloop Het Nieuwsblad 2015 © Marmeladrome.co.uk

Dopo gli antipasti serviti fra Australia, Argentina e Medio Oriente e i primi piatti gustati fra Francia e Spagna, il menu prevede finalmente l'ingresso in scena della portata principale, ovvero sia le classiche delle pietre. Dal 27 febbraio con la Omloop Het Nieuwsblad al 10 aprile con la Parigi-Roubaix un mese e mezzo pieno di corse dall'enorme tradizione e dal fascino ancor maggiore arriva a deliziare i palati più fini dei tanti appassionati delle due ruote.

 

Omloop Het Nieuwsblad, chi dopo Stannard? Il percorso pressoché invariato
L'anno scorso fu una delle prove dell'intera stagione con il finale più pazzo: gruppo di quattro a giocarsi la vittoria, tre dei quali compagni di squadra della Etixx-Quick Step. E chi ti va a vincere? Ovviamente l'intruso, ovvero sia Ian Stannard, che già aveva vinto nel 2014. Il britannico ha però clamorosamente preferito abdicare in anticipo, decidendo di concentrarsi sugli allenamenti: va bene la condizione ancora non eccelsa, ma la scelta appare ancor più strana notando che mai nessuno è riuscito a infilare tre vittorie di fila nella prima prova fiamminga della stagione. Neppure nomi di un certo livello come Freddy Maertens e Peter Van Petegem, giusto per citare due che qualcosa di più importante rispetto al britannico lo hanno portato a casa nella loro carriera.

Nei 200 km da affrontare il percorso presenta poche varianti rispetto alla scorsa edizione: due muri in più da affrontare, con l'ingresso del Tenbosse, Eikenmolen e Boembeke, quest'ultimo strappo conclusivo inserito al posto del Molenberg. Il celebre Muur di Grammont sarà la quinta delle tredici asperità, con la cima posta al km 86. Il traguardo di Gent dista come d'abitudine una trentina di km dall'ultima fatica all'insù di giornata, e i tre canonici settori di pavé (Padderstraat, Lippenhovestraat e Lange Munte) permettono ancora di tentare delle azioni solitarie o di gruppo ristretto.

 

Chi c'è e chi non c'è. Kristoff favorito, ma occhio alle sorprese
Tanti i nomi di peso al via, si fa prima a dire chi manca tra i grandi delle pietre: detto di Stannard, con lui manca anche l'altro big del Team Sky, quel Geraint Thomas che purtroppo è stato indirizzato sempre più all'obiettivo Tour de France, per continuare la tradizione del team iniziata con Wiggins e tuttora in corso con Froome. Nella formazione britannica non ci sarà neppure Michal Kwiatkowski, che nelle poche esibizioni in carriera sul pavé ha mostrato di saperci fare. Non sarà della partite neppure Sep Vanmarcke: anche per lui vale lo stesso discorso fatto per Stannard, con l'aggravante che il vincitore dell'edizione 2012 ha un palmares decisamente scarno (in totale quattro vittorie in otto anni da pro') per saltare a pié pari la corsa che gli regalò notorietà. Non saranno della partita neppure Zdenek Stybar, che punta forte sulla Strade Bianche, e gli infortunati John DegenkolbAndré Greipel. Non presenti poiché non sono state invitate le loro formazioni l'ottimo Edvald Boasson Hagen di questi giorni e gli olandesi Lars Boom e Sebastian Langeveld, quest'ultimo vincitore nel 2011. Non è una notizia infine l'assenza di Fabian Cancellara, che ha sempre snobbato la corsa.

Con il numero 1 sulla schiena gareggerà Peter Sagan: lo slovacco, che nel 2016 ha fatto capolino solo al Tour de San Luis, è un novizio della corsa, avendovi partecipato nel lontano 2010 da imberbe ventenne. Il campione del mondo ha dalla sua una squadra che pare finalmente adatta a supportarlo, pur non essendo comunque del livello degli squadroni faro: in maglia Tinkoff gregari quali Daniele Bennati, Maciej Bodnar e Oscar Gatto possono provare a tenere le ruote dei big anche nelle fasi calde della gara. Molto competitivo è il BMC Racing Team che, finalmente, schiererà assieme gli amici-nemici Philippe Gilbert e Greg Van Avermaet, entrambi in forma nelle prime esibizioni di stagione: il vallone vinse qui sia nel 2006 che nel 2008, quando era ancora in maglia Française des Jeux. GVA vanta invece la consueta lista di piazzamenti, con il picco toccato nel 2014 quando fu secondo. Con loro altri corridori di primissimo livello, qui in veste di gregari, come gli azzurri Daniel Oss e Manuel Quinziato e il lussemburghese Jean-Pierre Drucker.

Il grande favorito della vigilia è Alexander Kristoff: il norvegese con cinque vittorie sta tenendo un ruolino di marcia già superiore rispetto all'incredibile 2015, culminato poi con la perla del Giro delle Fiandre stradominato. L'anno scorso su queste strade fu undicesimo, avendo perso l'attimo giusto nei muri. Oltre alle sue qulità potrà contare su una squadra a lui totalmente votata e protagonista al Tour of Qatar con un paio di ventagli andati a buon fine. Scorteranno tra gli altri il ventottenne di Oslo il connazionale Sven Erik Bystrøm, il tedesco Nils Politt (nome da tenere d'occhio per il futuro) e il russo Alexey Tsatevich. Non ha neppure ventidue anni ma è giù uno dei grandi nomi, Tiesj Benoot: il ragazzino terribile, pimpantissimo in stagione fra Challenge Mallorca e Volta ao Algarve, guiderà una combattiva Lotto Soudal che, oltre alui, avrà due specialisti di provata qualità come Jens Debusschere e Jurgen Roelandts e il neoacquisto Jelle Wallays, un anno fa vincitore alla Dwars door Vlaanderen.

Merita un paragrafo a parte la Etixx-Quick Step: la squadra tradizionalmente dominatrice di questa parte di stagione punta senza mezzi termini alla vittoria, che qui manca da tempo immemore (2005, con Nick Nuyens). La compagine fiamminga punta su Tom Boonen, per il quale questa è la gara tabù per antonomasia: Tommeke non ha mai saputo vincere in tredici partecipazioni, lui che del pavé è stato tra i migliori interpreti di ogni epoca. Due secondi e due terzi posti non possono bastare per il trentacinquenne che, a meno di sorprese, inizia la sua ultima campagna del Nord della carriera: vuoi mai che se ne stia con le mani in mano? L'altro capitano assoluto è Niki Terpstra, l'ultimo ad essere beffato allo sprint un anno fa: rispetto al 2015 l'olandese appare meno in palla, ma mai vendere la pelle dell'orso prima di averlo ucciso. Chi è in gran forma è Stijn Vandenbergh, vincitore dell'ultima tappa alla Volta Valenciana: secondo nel 2013 e quarto nel 2015, l'Omloop Het Nieuwsblad è una delle sue gare clou. Nella Etixx curiosità per il debutto sul pavé di Tony Martin, l'anno scorso vincitore della tappa delle pietre al Tour de France: vedi mai che quella vecchia volpe di Lefevere non tiri fuori un altro campionissimo della specialità?

La gara è tradizionalmente aperta alle sorprese, come dimostrano i successi dei già citati Langeveld (2011) e Vanmarcke (2012) e i podi di Matthew Hayman (2011) e Sven Vandousselaere (2013): chi potrebbe fare lo scherzetto in questa settantesima edizione? La Francia punta su Arnaud Démare, decimo nelle ultime due edizioni e con una vittoria all'attivo in stagione. Da non sottovalutare l'esperto Dries Devenyns che divide i gradi di capitano all'IAM Cycling con il connazionale Oliver Naesen (per gli svizzeri ci sono pure Martin Elmiger e Heinrich Haussler). L'Orica scommette su Jens Keukeleire, chiamato a fare quel salto di qualità che ancora gli fa difetto. In casa Sky leadership condivisa tra Luke Rowe, nono nel 2015, ed Elia Viviani, orientato forse all'imminente mondiale su pista, senza dimenticare Gianni Moscon, che nelle primissime gare ha subito mostrato di cosa sia capace.

Senza Cancellara e Devolder, la Trek-Segafredo ha come capitani Jasper Stuyven e Edward Theuns, e testa in questo tipo di corse gli azzurri Niccolò Bonifazio e Giacomo Nizzolo. Nel panorama Professional spiccano due vecchie volpi come Sylvain Chavanel e Filippo Pozzato, con il vicentino vincitore nel 2007, e il tedesco Gerald Ciolek, chiamato al riscatto dopo troppe stagioni buie. Sempre battagliere infine le Professional belghe: la Topsport Vlaanderen-Baloise, che ha perso i tre big del 2015 (Naesen, Theuns e Wallays), mette in mostra Amaury Capiot e Gijs Van Hoecke mentre la Wanty-Groupe Gobert ha nel padovano Marco Marcato l'alfiere che sogna qualcosa di molto importante.

 

Domenica tutti a Kuurne: sarà volata?
Ventiquattrore più tardi, il tempo di spostarsi una cinquantina di km più ad ovest, spazio alla Kuurne-Bruxelles-Kuurne, prova diventata da quest'anno Hors Categorie. La sessantottesima edizione si allunga di 10 km (da 193 a 203) rispetto a quella del 2015 per effetto di qualche modifica del percorso il quale, tuttavia, dovrebbe come da tradizione sorridere agli sprinter. Come per la Omloop Het Nieuwsblad, anche la Kuurne-Bruxelles-Kuurne non avrà al via il vincitore in carica, ovvero sia Mark Cavendish. Anche in questo caso occhi puntati su Alexander Kristoff, battuto dal solo mannese un anno fa; allora sul podio salì anche Elia Viviani, che in questa prova può meglio figurare rispetto all'appuntamento di sabato.

Cast complessivo che presenta diversi cambiamenti di rilievo rispetto a quello della Omloop: tra chi bissa gli appuntamenti vanno considerati come papabili per il successo Peter Sagan, Arnaud Démare e Giacomo Nizzolo, senza dimenticare Tom Boonen (plurivincitore con tre successi) e Jens Debusschere. Tanti i nuovi volti di primissima qualità che puntano al bersaglio grosso: si va da Caleb Ewan a Nacer Bouhanni, da Sam Bennett a Matteo Pelucchi, da Dylan Groenewegen a Zico Waeytens. In caso di sorpresona (come avvenne nel 2013, quando la allora Omega Pharma-Quick Step portò via un gruppetto di dieci unità) da non dimenticare passisti quali Jurgen Roelandts, Greg Van Avermaet e Stijn Vandenbergh.

 

Non si vive di solo Belgio: gruppo in scena anche fra Francia e Lugano
E per chi sulle pietre non sa andare o non è portato, cosa propone il programma? Nel sud della Francia la due giorni fra Classic Sud Ardèche e La Drôme Classic richiama molti nomi interessanti: la Etixx-Quick Step schiera tra gli altri gli azzurri Gianluca Brambilla e Davide Martinelli, entrambi vincenti nel 2016, a cui da contraltare fa un Julian Alaphilippe alla ricerca del ritmo di gara dopo qualche malanno invernale di troppo. Molto agguerrita è l'AG2R La Mondiale con Romain Bardet, Jan Bakelants e Alexis Vuillermoz come bocche da fuoco; i rivali della FDJ rispondono con Alexandre Geniez e soprattutto con Arthur Vichot, tra i più positivi di questo scorcio di stagione. Nella BMC torna dopo un mese di pausa Rohan Dennis, affiancato dall'esperienza di Samuel Sánchez e dalla freschezza di Loïc Vliegen. La formazione che sulla carta è di gran lunga la più forte del lotto è l'Orica GreenEDGE: gli australiani schierano contemporaneamente Esteban ChavesAdam e Simon Yates, senza dimenticare i vecchietti Michael Albasini e Amets Txurruka. La Trek-Segafredo ha dalla sua Julián Arredondo e Fränk Schleck, l'IAM Cycling un Jérôme Coppel tornato quello di qualche anno fa. Buone cose sono attese anche da Thomas Voeckler e da Julien Simon, da Carlos Barbero e da Eduardo Sepúlveda, da Pierrick Fédrigo e da Enrico Gasparotto.

Domenica 28 il Gran Premio Città di Lugano festeggia la sua settantesima edizione con una prova dalla startlist non eccezionale: sono tre le formazioni World Tour al nastro di partenza, con la Lampre-Merida che può schierare il principale indiziato per il successo, ovvero sia Diego Ulissi. Il ventiseienne che corre sulle strade di casa (risiede proprio nella città ticinese) punta a migliorare il terzo posto del 2014, forte di una condizione invidiabile. A provare a fermarlo ci provano Mathias Fränk e Jarlinson Pantano dell'IAM Cycling, mentre la Dimension Data presenta Igor Antón, Merhawi Kudus e Kristian Sbaragli come leader. Foltissima la presenza di corridori italiani: nell'Androni-Sidermec spazio a Franco Pelizzotti, Daniele Ratto, Davide Viganò e soprattutto Francesco Gavazzi, quest'anno mai peggio di sedicesimo in sette giorni di corsa. La Bardiani CSF risponde con i suoi big, ossia Francesco Manuel, Sonny Colbrelli e Stefano Pirazzi (ma occhio anche a Simone Andreetta e Lorenzo Rota). Forte è anche la Nippo-Vini Fantini con il terzetto Grega Bole, Daniele Colli e Damiano Cunego utile in diverse soluzioni di gara. Presenti anche due Continental italiane, la D'Amico-Bottecchia con Fabio Chinello e Antonino Parrinello, e la Unieuro Wilier, con Mauro Finetto e un Marco Tecchio dato in gran forma. Italiani presenti anche nell'Amore & Vita-Selle SMP (ma per Mattia Gavazzi è troppo dura), nel Team Novo Nordisk (Andrea Peron) e nel Team Roth: per la formazione elvetica la migliore carta sarà Andrea Pasqualon. Da non sottovalutare infine le altre opzioni: la Stölting Service Group con la temibile coppia Linus Gerdemann e Rasmus Guldhammer (e l'esperto Fabian Wegmann) e la Gazprom-RusVelo di Sergey Firsanov e Alexandr Kolobnev, formazione che vedremo a giugno al Giro d'Italia.

Alberto Vigonesi

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