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Vuelta a Andalucía 2016: Felline ci va vicino, Bouhanni è più veloce - Ma c'è chi contesta: «Sprinter che in salita si fanno spingere dai compagni e poi vincono la tappa...»

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Nacer Bouhanni batte Fabio Felline a Córdoba, esulta anche il suo compagno Christophe Laporte © Bettiniphoto

Ne succedono di cose in Andalusia, c'è chi va in fuga, chi attacca in salita e chi in discesa, chi insegue e chi sprinta. E poi alla fine c'è chi serve la polemica del giorno, mettendo in discussione non tanto l'esito della tappa (lo sprint di un gruppo non troppo assortito era nell'ordine delle cose, vista l'altimetria), quanto proprio il vincitore. Ovvero, nel caso, Nacer Bouhanni.

Il francese della Cofidis ha centrato oggi a Córdoba la prima vittoria stagionale sua e della sua squadra, battendo un volitivo Fabio Felline e il pluripiazzato Ben Swift. Grande festa, coronata dalla maglia di leader strappata - per il gioco dei piazzamenti - a Daniele Bennati? Fino a un certo punto. Diciamo fino a una un'oretta dopo la fine della tappa, cioè fino al momento in cui Simon Geschke della Giant non se n'è uscito con un tweet che non mancherà di sollevare qualche opportuno polverone: «Not a fan of sprinters that get pushed up the last climb by teammates and then win the stage», dice testualmente il barbuto tedesco. Cioè, tradotto pari pari: «Non sono tifoso di sprinter che vengono spinti dai compagni sull'ultima salita e poi vincono la tappa». Con chi ce l'avrà mai avuta, Geschke? Se non ipotizziamo che abbia lanciato sul tavolo un discorso così giusto per conversare, gli indizi sono stringenti: lui sta correndo la Vuelta a Andalucía, oggi c'era una salita a fine tappa, e il vincitore è Bouhanni. Seguiranno repliche dell'interessato, resta il fatto che la vittoria odierna è un po' sporcata da questa mezza rivelazione. Scriviamo "un po'" e "mezza" in omaggio al garantismo di prammatica, nell'attesa che Nacer spieghi il suo punto di vista.

 

Fuga senza speranza, Siutsou accende la salita
Il piattone che precedeva l'Alto de Trassierras non ispirava grandi poesie ai fuggitivi di giornata, consci che su quella salita (in parte molto pedalabile) il ritmo del gruppo sarebbe stato tanto forsennato da ingoiare qualsiasi tentativo nato da lontano. Ugualmente, in quattro si sono messi in moto nei primi chilometri della seconda tappa della Vuelta a Andalucía, la Palomares del Río-Córdoba di 186 km: l'olandese Reinier Honig (Roompot), il belga Ruben Pols (Topsport) e gli spagnoli Pablo Torres (Burgos BH) e Aitor González (Euskadi). Vantaggio massimo del quartetto, 3'45" al km 65, poi la Tinkoff del leader della corsa Daniele Bennati e la Movistar di Alejandro Valverde hanno collaborato nel tenere alla giusta distanza i battistrada, e hanno impresso una fisiologica accelerazione in vista della citata salita, tanto che la fuga è stata annullata proprio ai piedi di Trassierras, a 30 km dalla fine.

La Sky ha interpretato la scalata a modo suo, ovvero mettendo il trenino a fare l'andatura (Vasili Kiryienka la locomotiva), ma ad attaccare non è stato un corridore del sodalizio britannico, bensì un fresco ex, Kanstantsin Siutsou, alla prima stagione con la maglia della Dimension Data. Il 33enne bielorusso è scattato a 4 km dalla vetta (e 27 dal traguardo), e ha fatto la sua brava parte arrivando ad avere una ventina di secondi di vantaggio sul gruppo (che intanto si spezzettava in vari tronconi). Ma dopo il Gpm (su cui Imanol Estévez è scattato per prendersi i 2 punti del secondo posto e rafforzare così la maglia di leader degli scalatori) l'avanguardia del gruppo si è riavvicinata a Siutsou, e sulla successiva discesa son rientrati su di lui in una quindicina: Movistar in grande spolvero con Dani Moreno, Ale Valverde e pure uno sveglissimo Juanjo Lobato, ma buona pure la presenza della BMC con Pippo Gilbert attorniato da diversi compagni (su tutti TJ Van Garderen e Samu Sánchez).

 

L'epilogo è in volata, Bouhanni batte Felline
Il secondo gruppo, comprendente anche la maglia rossa Bennati, non era però lontano dai primi, una volta finita la discesa: appena 20" dividevano i due drappelli, e il margine si è ridotto a 12" ai 5 km, per poi essere annullato ai -4, allorquando si è formato il plotone di 50-60 unità che sarebbe andato a giocarsi il successo cordobese.

La Sky, avendo nella manica un jolly da giocare (Swift), ha tirato negli ultimissimi chilometri, ma si sa che quasi sempre tra Ben e la vittoria c'è di mezzo almeno un paio di avversari, e così è stato anche oggi. Omar Fraile della Dimension Data ha provato un bell'anticipo ai 500  metri, ma non ha avuto gambe sufficienti per dare un seguito produttivo al suo input. Valverde ha appena accennato un'uscita ai 300 metri, ma ormai i velocisti più puri erano già all'opera, sul rettilineo finale in mattonato, e ai 100 metri è stata la volta di Bouhanni mettere il cappello sullo sprint, tenendo testa (senza troppi patemi) a Fabio Felline che cercava di emergere sulla destra, ma che si è dovuto accontentare di un secondo posto comunque prezioso.

Swift ha chiuso terzo, e poi a seguire troviamo Christophe Laporte (Cofidis), Raymond Kreder (Roompot), Juanjo Lobato (Movistar), Tosh Van der Sande (Lotto Soudal), Kiel Reijnen (Trek) e tre italiani: Enrico Battaglin (LottoNL) nono, Matteo Busato (Southeast) decimo e Gianni Moscon (Sky) undicesimo.

In assenza di abbuoni la classifica è disegnata dalla somma dei piazzamenti di tutti i corridori con uguale tempo (e sono la bellezza di 58): quindi primo Bouhanni davanti a Lobato, Kreder, Swift e Van der Sande. Bennati (25esimo oggi: poteva giocarsela un po' meglio, ma probabilmente aveva speso tanto in salita) scende in ottava posizione, Battaglin è decimo e Felline 13esimo. La situazione nella generale non cambierà di sostanza domani, con la terza tappa, Monachil-Padul di 158 km: percorso non difficile, e probabile nuovo sprint, se non a ranghi compatti, almeno dei 50-60 che se la son giocata oggi. E speriamo che nessuno spinga nessuno.

Marco Grassi

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