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Tour of Oman 2016: Boasson Hagen continua la campagna araba - Tappa e maglia per il norvegese: alle sue spalle un Nibali già brillante. Piazzamenti per Pozzovivo, Rebellin e Brambilla

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Un Edvald Boasson Hagen irresistibile nel Golfo Persico © Stiehl Photography/YS

Che sia la volta buona per la definitiva rinascita di Edvald Boasson Hagen? Il norvegese, talento fuglido come pochissimi, ha vissuto troppe stagioni da dimenticare, facendo immaginare che la via del declino fosse già iniziata. Archiviata l'esperienza al Team Sky "Eddy the boss" si è giocato la carta del rilancio alla MTN Qhubeka, ora Dimension Data: dopo un buon 2015 fatto di cinque vittorie, il ventottenne è partito alla grandissima in questo scorcio di 2016, mettendosi in mostra tra i primissimi della classe. E oggi, tra chi si è guadagnato la pagnotta, si trova indubbiamente Vincenzo Nibali: il messinese, secondo di giornata, è tornato a ben comportarsi nelle gare extraeuropee di inizio anno come non gli capitava dal 2014, anno poi culminato col successo al Tour de France.

 

Ancora Dehaes e Pfingsten in fuga, con loro altri quattro. Ma c'è poco accordo
La seconda tappa del Tour of Oman, la Omantel Head Office-Quriyat di 162 km, parte subito movimentata, con diversi tentativi di azione: a far parte di quello giusto sono i belgi Kenny Dehaes (Wanty-Groupe Gobert) e Stijn Steels (Topsport Vlaanderen-Baloise), l'olandese Jesper Asselman (Roompot-Oranje Peloton), il danese Alexander Kamp (Stölting Service Group), il francese Pierre-Luc Périchon (Fortuneo-Vital Concept) e il tedesco Christoph Pfingsten (Bora-Argon 18). Il meglio posizionato in classifica è Asselman, 39° a 1'14" da Jungels.

Dehaes e Pfingsten erano già stati in avanscoperta ieri, quando si sono dovuti arrendere in prossimità dei meno 30 km all'arrivo. Il vantaggio dei sei tocca i 2'50" dopo 20 km e, nella prima salita di giornata (km 33, Bousher al Amerat), è di 4'15". Il primo a passarvi in testa è Pfingsten (davanti a Steels e Dehaes) il quale tenta un allungo nella successiva discesa, ritornando in breve tempo a più miti consigli e facendosi riprendere dal quintetto alle spalle. Al km 60 la situazione vede il gruppo tirato dalla Etixx-Quick Step rincorrere a 3' tondi.

La tappa prosegue e davanti, complice anche l'azzardo precedente di Pfingsten, l'accordo salta, con scatti e controscatti che non fanno altro che rendere tutto più semplice al gruppo. Al traguardo volante di Al Salil (km 81) passa per primo Kamp, che aveva da poco attaccato, mentre la volatina per il secondo posto viene vinta da Dehaes su Steels. A metà gara sono 3'25" che separano le due parti della corsa. Ai meno 55 km dal termine si avvantaggiano Asselman, Kamp e Périchon e subito il loro allungo prende spazio: ai meno 45 km i tre hanno su Dehaes, Pfingsten e Steels 1'30" e 3'40" sul gruppo.

 

Dietro si riportano sotto. Si stacca Dan Martin
Il plotone non è d'accordo con le intenzioni del trio e, alla Etixx del capoclassifica, all'inseguimento si aggiunge il lavoro del Team LottoNL-Jumbo. Il vantaggio dei tre rapidamente cala fino al riassorbimento avvenuto nei pressi del cartello dei meno 20 km al termine. In questa fase viene abbandonata la comoda e larga autostrada per dirigersi verso l'interno e le strade più strette; il gruppo allungato si sfalda in più tronconi e nell'ultimo si trovano una ventina di corridori fra cui il belga Gianni Meersman (Etixx-Quick Step) e l'australiano Richie Porte (BMC Racing Team), alla seconda giornata di fila di presenza nei bassifondi del plotone.

In un successivo restringimento si forma un altro gruppo di ritardatari e, fra loro, c'è un pezzo grosso, vale a dire l'irlandese Daniel Martin: il leader della vigilia della Etixx-Quick Step, ieri undicesimo, paga la tradizionale condotta di gara che lo vede spesso pedalare in fondo al gruppo anche quando la corsa entra nel vivo. Ad incaricarsi del lavoro nel finale ci pensano prima la CCC Sprandi Polkowice e poi due tra le formazioni più attrezzate, ossia l'Astana Pro Team e la Dimension Data.

 

Nella salita sprinta EBH, italiani sugli scudi
All'imbocco dell'ascesa conclusiva il ritardo del gruppo Martin è di 50", impedendo quindi al vincitore di Liegi e Lombardia di essere della partita. Mano a mano che la strada sale il gruppo di testa perde sempre più protagonisti; fra loro, a sorpresa, il leader Bob Jungels che corona una giornata quasi del tutto negativa per la Etixx-Quick Step. Alla fine il suo ritardo sarà di 59", risultato del trentunesimo posto di giornata. Il suo compagno Dan Martin perderà invece 1'41" arrivato in compagnia del giovane belga Floris De Tier (Topsport Vlaanderen-Baloise), ieri sorprendente nono.

Sono in nove a giocarsi il successo di giornata sul rettifilo finale all'insù: a prevalere è Edvald Boasson Hagen che, di potenza, coglie il secondo successo stagionale dopo la cronometro di una settimana fa al Tour of Qatar. Il norvegese della Dimension Data precede un eccellente Vincenzo Nibali (Astana Pro Team), che sta mettendo in mostra di essere in buona condizione. Sul terzo gradino del podio sale il belga Greg Van Avermaet (BMC Racing Team), al sesto piazzamento tra i primi sette nei sette giorni di gara affrontati nel 2016.

La pattuglia italiana si dimostra bella pimpante: quarto è il regolare Domenico Pozzovivo (AG2R La Mondiale), quinto l'eterno Davide Rebellin (CCC Sprandi Polkowice) e sesto Gianluca Brambilla (Etixx-Quick Step), che ha iniziato questa stagione alla grandissima. Completano la top 10 il danese Jakob Fuglsang (Astana Pro Team), il francese Romain Bardet (AG2R La Mondiale), il portoghese Rui Costa (Lampre-Merida) e il belga Serge Pauwels (Dimension Data), decimo e staccato di 6". Subito dietro ha terminato Tom Dumoulin (Team Giant-Alpecin), prossimo rivale di Nibali al Giro d'Italia.

In classifica Boasson Hagen prende la vetta, con 4" di margine su Nibali, 6" su Van Avermaet e Bardet, 8" su Pauwels, 10" su Rebellin, Pozzovivo, Rui Costa e Fuglsang, mentre Dumoulin chiude la top 10 a 16". Domani finalmente spazio per i velocisti, che nei primi due giorni hanno dovuto penare: la Al Sawadi Beach-Naseem Park di 176.5 km vede una sola ascesa a metà tappa, per altro non considerata come gpm, seguita da una dolce e lunghissima discesa sin sul traguardo. Fari puntati su Alexander Kristoff che punta il terzo successo stagionale: il norvegese dovrà difendersi dagli assalti Sam Bennett, Moreno Hofland e dall'azzurro Andrea Guardini. Senza dimenticare il Boasson Hagen extralusso di questi giorni.

Alberto Vigonesi

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