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Tour of Qatar 2016: Spartitraffico tra le ruote, coltello tra i denti - Kristoff su Cavendish: il testa a testa è esaltante, molto meno lo è la caduta che lo precede | Cicloweb

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Tour of Qatar 2016: Spartitraffico tra le ruote, coltello tra i denti - Kristoff su Cavendish: il testa a testa è esaltante, molto meno lo è la caduta che lo precede

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Volata da coltello tra i denti a Doha tra Mark Cavendish e il vincitore Alexander Kristoff © Bettiniphoto

Abbiamo una brutta notizia, cari lettori. Il circuito di Doha su cui si svolgeranno i Mondiali in ottobre non è una ciofeca: deppiù!, come dicono a Roma. Come definire altrimenti un percorso che riesce nella non irrilevante impresa di sterilizzare una tappa - la seconda del Tour of Qatar, disputata oggi - che prometteva tantissimo nella prima parte (tratto in linea nel deserto e grandi manovre esattamente come ieri nella prima), e nella quale invece proprio l'estrema banalità di quel circuito conclusivo, ripetuto 4 volte, ha fatto sì che tutto si ricomponesse in vista del volatone conclusivo?

Facile dire che il vento - una costante del Qatar - potrà sparigliare le carte: nel tratto che verrà coperto nelle prove iridate, la variabile meteo si scontrerà coi grattacieli della zona, che rischieranno di tenere riparati i corridori da eccessive correnti; i vialoni su cui si correrà, larghi e fisiologicamente nemici di attacchi e colpi di mano, faranno il resto.

E va bene, tanto dovevamo: ora sappiamo di che morte dovremo morire in ottobre a Doha; possiamo quindi passare a celebrare la bella vittoria di Alexander Kristoff, certo meno importante per la Katusha di quella di cui parliamo a parte (a questo link), giunta anch'essa oggi; ma di sicuro confortante in vista dei prossimi appuntamenti stagionali, tantopiù se confrontata con la piccola débâcle allo sprint patita ieri dal norvegese.

 

Prima parte di tappa molto battagliata
Inizio scoppiettante, si diceva. Subito una fuga in moto con quattro uomini: Lieuwe Westra (Astana), Gediminas Bagdonas (AG2R), Preben Van Hecke (Topsport: per chi non lo ricordasse, il ragazzo è il poco noto campione nazionale belga in carica) e Brian Van Goethem (Roompot). Quando i quattro - sospinti principalmente da Westra - si son ritrovati con 2' di vantaggio dopo 20 km, pensavano forse di poter tenere in piedi quell'azione ancora a lungo, e invece il gruppo ha reagito in maniera veemente, dato che c'era un traguardo volante al km 39 che faceva gola a diversi uomini di classifica (al TOQ è così: i minuscoli abbuoni degli sprint intermedi fanno anch'essi classifica).

E così, con la Katusha fieramente impegnata a tirare, abbiamo avuto due risultati: il primo, la fuga è stata annullata prima del TV; il secondo, il gruppo - complice l'immancabile vento - si è spezzettato in quattro parti. Davanti erano rimasti in 21, e tra questi i tre piazzati al traguardo volante (nell'ordine: Kristoff, Edvald Boasson Hagen e Vyacheslav Kuznetsov), più altri personaggi interessanti come Jacopo Guarnieri, Greg Van Avermaet, Daniel Oss, Sam Bennett, Andrea Guardini (che non si perde un ventaglio!), Moreno Hofland, Andrea Palini. In totale 4 uomini della Katusha, 3 della BMC, ben 5 della Bora; assente, su tutti, il leader della classifica Mark Cavendish.

 

Sul circuito finale si pensa solo alla volata
Il distacco degli attardati è arrivato a lambire il minuto, e tale stato di bagarre è andato avanti fino a 60 km dalla fine, quando il gruppo è entrato nella zona del circuito iridato: lì i giochi son finiti, come suggerivamo in apertura, la situazione si è ricomposta, il gruppo è tornato compatto. In compenso è partita in contropiede una nuova fuga a due, ancora con Van Hecke e con Gatis Smukulis (Astana), ma era chiaro che quest'azione non sarebbe andata da nessuna parte, e infatti - dopo aver avuto non più di 50" di margine, intorno ai -40 - è stata annullata a 15 km dalla fine, quando Smukulis (che a quel punto tentava di resistere da solo) è stato ripreso. Da segnalare, nel frattempo, che il secondo traguardo volante ha premiato Edvald Boasson Hagen, piazzatosi al terzo posto dopo i due fuggitivi: come dire, in casa Dimension Data, malgrado ci sia il Cav in maglia gialla, è chiaro chi curerà la classifica.

Proprio la Dimension Data aveva tirato abbastanza per annullare la fuga, coadiuvata dalla Wanty e dalla solita Katusha: lo sprint faceva gola a tanti, e purtroppo come vedremo molti non sono neanche arrivati a giocarselo, vista la genialità degli organizzatori.

 

Caduta inconcepibile, poi Kristoff su Cavendish
Quale genialità? Quella che ha spinto il tracciatore del percorso a piazzare il rettilineo d'arrivo in un punto in cui c'erano delle isolette spartitraffico. Sarebbe bastato escludere tali ingombranti arredi urbani ponendo delle transenne che avrebbero sì ristretto la carreggiata (ma tanto sarebbe stata lo stesso molto larga), ma avrebbero permesso lo svolgersi di una volata in tutta sicurezza.

Invece gli ostacoli sono rimasti a disposizione di qualcuno che, logicamente, li ha visti troppo tardi e ci è incocciato, provocando ai 400 metri (o poco meno) una grossa caduta originata intorno alla decima posizione, e che ha coinvolto diversi corridori ritardandone molti altri costretti a deviare per evitare il ruzzolone. Tra quelli caduti, citiamo Sam Bennett, Yauheni Hutarovich, Graeme Brown, Søren Kragh Andersen, Ivar Slik; tra quelli ritardati basta dire di Guardini e Modolo, tanto per fare due nomi di corridori finiti ieri sul podio.

Chi rimaneva? Quelli che erano già davanti al momento del capitombolo. Su tutti, Kristoff e Cavendish, i quali - a onor del vero - hanno dato vita a un testa a testa superbo che ci ha impedito di rimpiangere gli avversari forzatamente esclusi dallo sprint. Il norvegese si è lanciato ai 200 metri, il britannico ha accettato in campo aperto, e da lì alla linea d'arrivo i due hanno proceduto affiancati con tanto di coltello tra i denti.

Una volata del genere, lunga e col vento in faccia, nove volte su dieci la vince Kristoff (la decima - vedi Sanremo 2015 - la conquista Degenkolb...), e così è stato oggi; ma a Cannonball va dato il grande merito di aver tenuto testa all'avversario fino all'ultimo centimetro, e di aver obbligato i giudici di corsa a esaminare il fotofinish per assegnare ufficialmente la vittoria.

 

Domani una cronometro determinante
Riepilogo dell'ODA: Kristoff ha vinto su Cavendish, a seguire troviamo Roy Jans (Wanty), Greg Van Avermaet (BMC), Edvald Boasson Hagen (Dimension Data), Andrea Palini (SkyDive), sesto e primo degli italiani, Sacha Modolo (Lampre), Andre Looij (Roompot), Tomasz Kiendys (CCC) e Vyacheslav Kuznetsov (Katusha).

La classifica cambia un po' ma non troppo, e comunque nulla in confronto a quanto cambierà domani con la crono (11 km) di Lusail, la quale risulterà probabilmente determinante almeno quanto la tappa di ieri (anche se altri ventagli saranno comunque in agguato nelle ultime due frazioni). La prova contro il tempo vedrà dunque questa situazione di partenza: Cavendish guida con 5" su Kristoff, 14" su Modolo, 17" su Guardini, 18" su EBH e Kuznetsov, 20" su Van Avermaet; a 21" c'è un gruppetto comprendente anche - al decimo posto - Manuel Quinziato (BMC).

Ci piace citare, in chiusura, la grande accoglienza che un nutrito gruppo di tifosi eritrei (presumibilmente emigrati in Qatar) ha riservato, con tanto di cori e bandiere nazionali, al beniamino Mekseb Debesay della Dimension Data: in una corsa in cui il pubblico è praticamente assente, è bello vedere che si coaguli tanto affetto per un corridore simbolo del (definiamolo così) nuovo ciclismo globale.

Marco Grassi

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