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Volta Valenciana 2016: La risposta di Dylan? Sta soffiando nel vento - Groenewegen beffa Bouhanni che sentiva già la vittoria in tasca. Ruffoni il migliore degli italiani

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La tiratissima volata tra Dylan Groenewegen e Nacer Bouhanni © Bettiniphoto

Alla Volta Valenciana arriva il giorno della volata, e l'esito dello sprint di gruppo è un po' diverso da quello che molti si aspettavano. In gara nella corsa spagnola c'è un velocista che teoricamente dovrebbe "destacarse" rispetto a tutti i colleghi: sì, insomma, risaltare, spiccare, distinguersi. E invece Nacer Bouhanni, dopo averle buscate la scorsa settimana da André Greipel a Maiorca (ma lì si capisce, il tedesco è ancora più forte del francese), oggi non è riuscito a far sua una tappa sulla quale la sua Cofidis aveva investito tanto in termini di impegno.

E non ci è riuscito perché all'ultimo metro ha trovato uno che oggi si è dimostrato più scafato di lui, ad onta di un'età in cui sono più le lezioni che si prendono di quelle che si danno. Dylan Groenewegen ha 22 anni, è passato da una trafila giovanile in cui ha vinto tanto e bene (per tutto, parla il Giro delle Fiandre Under), è passato al professionismo l'anno scorso con la Roompot, e quest'anno è salito di categoria, restando sempre nella patria Olanda e andando a vestire la maglia della Lotto NL.

In mezzo, un 2015 in cui ha preso pian pianino le misure al ciclismo maggiore, e in cui è pure riuscito a vincere un paio di buone corsette a fine stagione (la Veenendaal Classic e soprattutto la Brussels Cycling Classic, ovvero l'antica Parigi-Bruxelles); purtroppo sul più bello è caduto nella volata del Kampioenschap van Vlaanderen e si è rotto una rotula. Quelli della Lotto NL non hanno però dubitato delle sue qualità, l'hanno messo ugualmente sotto contratto, e oggi si ritrovano in squadra un vincente in più.

 

La fuga che visse due volte
La fuga del mattino è partita oggi intorno al km 20 della Sagunto-Alzira (173 km totali), e al suo interno c'erano Jorge Cubero della Burgos-BH, Garikoitz Bravo della Euskadi-Murias e Nikolay Mihaylov della CCC; quindi si sono aggiunti Antonio Molina della Caja Rural e pure Enrico Barbin della Bardiani. Quintetto fatto e finito? Neanche per sogno: la Gazprom aveva tutte le intenzioni di inserire un suo uomo nell'azione, sicché, dopo che il vantaggio dei battistrada aveva già rapidamente superato i tre minuti, ha tirato alla morte finché non ha rimesso nel mirino la fuga. A quel punto (eravamo intorno al km 50 e il margine era sceso a mezzo minuto), come un sol uomo i suoi Artem Ovechkin e Roman Maikin sono scattati andando a raggiungere i cinque già all'attacco. Sicché l'azione ha ripreso spazio, e il margine si è nuovamente dilatato fino ai 4'05" toccati al km 105.

A questo punto in gruppo ha cominciato a tirare la Sky del leader Wouter Poels, e anche se non ce n'era una stretta necessità (nessuno di quelli là davanti poteva impensierire i ranghi della formazione britannica in chiave classifica generale) i fuggitivi sono stati nuovamente - e stavolta definitivamente - avvicinati: a 20 km dalla fine, in un momento di forte vento contrario (che ha causato qualche problema anche a Joaquim Rodríguez in gruppo) hanno perso contatto davanti Ovechkin e Cubero, poi ai -10 anche gli altri cinque sono stati raggiunti, e ci si è potuti concentrare sull'attesa volata.

 

La notevole vicenda di Carol Eduard Novak, squalificato oggi
In mezzo a questi accadimenti, ci piace dedicare qualche riga a un certo Carol Eduard Novak. 39enne rumeno, è comproprietario (col padre) della squadra in cui egli stesso gareggia, il Tusnad Cycling Team (con cui collabora come direttore sportivo anche l'italiano Cristiano Valoppi). In giro lo si vede poco, negli ultimi anni ha partecipato più che altro a corsette di terza fascia nell'Europa dell'Est, e l'unica apparizione di un certo spessore nel ciclismo di vertice risale al Mondiale di Mendrisio 2009, nel quale il ragazzo conquistò il 63esimo posto su 66 iscritti nella prova a cronometro.

Notevole quindi la sua presenza - fino a oggi - alla Volta Valenciana, per la quale la sua formazione Continental ha ricevuto una wild card. Perché parliamo di lui? Perché Novak è un atleta paralimpico: ha perso un piede, amputatogli in seguito a un incidente stradale, ed è quindi di gran rilievo che partecipi a gare riservate ai professionisti. Nelle prime due frazioni è arrivato in fondo alle classifiche, ultimo nel cronoprologo, terz'ultimo ieri a Fredes. Oggi invece la linea del traguardo non l'ha proprio vista, dato che è stato squalificato dalla giuria per aiuti indebiti (pare si sia attaccato a lungo all'ammiraglia). Comunque sia, complimenti per averci provato.

 

La volata di Groenewegen e l'attesa per Xorret
Torniamo ora al finale di gara. Fra i treni impegnati a tenere il gruppo in lunga fila indiana, spiccava ovviamente la Cofidis di Bouhanni, e si faceva vedere anche la IAM di Jonas Vangenechten. Un po' per l'alta andatura, un po' per il vento contrario, le varie azioni di rottura tentate da qualche avventuroso non hanno avuto la benché minima fortuna: tra queste, si è fatta notare quella di Bob Jungels (uomo di classifica della Etixx), ma il lussemburghese ha visto svanire i sogni di gloria a poco più di un chilometro dal traguardo, quando (forse a causa di un'errata segnalazione) si è trovato a tirare dritto in una curva e, nonostante sia riuscito a tornare dopo qualche secondo sul giusto tracciato, ha dovuto vedere l'avanguardia del gruppo sfrecciargli di fianco.

Sul rettilineo conclusivo la Cofidis si è mossa bene, con due uomini davanti a Bouhanni, ma quando l'ultimo di questi - Geoffrey Soupe - si è spostato ai 150 metri per lasciare strada al suo capitano, Groenewegen (che a sua volta era alla ruota del francese) aveva già scartato di lato, anticipando di mezzo secondo la volata, e si era quindi affiancato al titolato avversario. Il testa a testa tra Dylan e Nacer negli ultimi cento metri è stato appassionante, e si è risolto con il colpo di reni vincente dell'olandese. Al terzo posto ha chiuso il russo Alex Porsev, e al quarto si è fatto rivedere (con piacere nostro e di tutti gli appassionati) Tom Boonen. Poi ancora, scorrendo l'ordine d'arrivo, troviamo Raymond Kreder, Vangenechten, il pistard Albert Torres e quindi un terzetto italiano: Nicola Ruffoni (Bardiani) all'ottavo posto, Filippo Fortin (GM Europa Ovini) al nono e Giorgio Bucchiola (D'Amico-Bottecchia) al decimo.

In alta classifica non si sposta una virgola, con Poels che conserva 15" su LL Sánchez, 22" su Diego Rosa, 26" su Jesús Herrada e 27" su Jungels; domani invece i cambiamenti ci saranno eccome, visto che la Orihuela-Xorret del Catí, 141 km, offrirà un finale scoppiettante, con salita-rampa di garage in stile Vuelta a España. Purito Rodríguez batterà finalmente un colpo su un terreno che solitamente gli è amico? Rosa e Aru saranno all'altezza della situazione? Poels si difenderà o cederà il simbolo del primato? Per le risposte a queste domande, appuntamento a domani pomeriggio.

Marco Grassi

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