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Dubai Tour 2016: Viviani e Dubai, è questione di feeling - Elia vince come un anno fa ed è leader: battuti Modolo, Nizzolo e Guardini

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Elia Viviani vittorioso nella seconda tappa del Dubai Tour © ANSA - Peri/Dal Zennaro

L'assassino torna sempre sul luogo del delitto: potrebbe essere il titolo di un libro di Agatha Christie o di uno speciale tv di Carlo Lucarelli. In questo caso l'assassino di turno si chiama Elia Viviani, che ha bissato la vittoria ottenuta un anno fa proprio sul medesimo arrivo posto davanti all'Atlantis Hotel di Dubai. Per il veronese si tratta del primo successo stagionale, proprio come un anno fa: da quel momento in poi l'azzurro seppe cogliere ulteriori sette affermazioni. Quest'anno gli auguriamo di cuore di aggiungere a tale bottino anche una medaglia olimpica dell'Omnium, che lo ripagherebbe dei tanti sacrifici che ogni inverno si sobbarca per continuare nella doppia attività pista e strada.

 

Fuga a quattro, c'è anche nonno Mancebo
Ormai la Dubai-Palm Jumeirah è un appuntamento tradizionale nella breve storia della corsa emiratina: disputata sia nel 2014 (vittoria di Kittel) che nel 2015 (vittoria di Viviani), quest'anno la distanza prescelta è di 183 km, di poco inferiore ai 187 km di dodici mesi fa. Dopo 5 km parte il primo coraggioso di giornata: si tratta del polacco Marcin Bialoblocki (ONE Pro Cycling), forte passista e sorprendente vincitore della cronometro al Giro di Polonia 2015. Dopo una manciata di minuti si riportano su di lui in tre, tutti corridori di primo livello: l'olandese Koen De Kort (Team Giant-Alpecin), lo svizzero Silvan Dillier (BMC Racing Team) e lo spagnolo Francisco Mancebo (SkyDive Dubai).

Proprio lo spagnolo merita un encomio: lui, scalatore puro nella sua prima vita ciclistica passata quasi interamente alla Banesto, si è riciclato nel lungo giro del mondo di cui è stato protagonista nelle ultime dieci stagioni. Dopo Portogallo, Grecia e Stati Uniti, la nuova patria di Paco è l'emirato di Dubai, per la cui formazione milita dall'inizio dell'avventura tre stagioni fa. I successi non sono l'obiettivo precipuo della squadra diretta da Alberto Volpi (che punta a salire di livello nella prossima stagione) quanto piuttosto una crescita generale del movimento ciclistico mediorientale nel suo complesso.

La prima ora di gara scorre via molto veloce, è proprio il caso di dirlo vista la media di 49 km/h. Il vantaggio dei quattro non permette alcun sogno di gloria: dopo 50 km è solo di 1'30" il loro margine, con il gruppo dietro tirato da Dimension Data e Etixx. Il primo dei tre traguardi volanti (Al Qudra Cycletrack) vede passare per primo Bialoblocki, che riesce a ripetersi anche nei successivi due sprint intermedi, riuscendo così a portarsi in testa nella speciale classifica sopravanzando Soufiane Haddi. La tappa prosegue senza alcun sussulto, con il gap fra battistrada e gruppo sempre costante attorno ai due minuti (vantaggio massimo toccato al km 114 con 2'02").

 

Fuga ripresa ai meno 17 km, volata senza storia
Ai meno 50 km il vantaggio è sceso a 1'08", con il plotone sempre tirato dai gregari di Cavendish e Kittel; un così ridotto distacco fa leggermente alzare il piede, come dimostrano i 10" ripresi dal quartetto nei successivi 10 km. Il gruppo riprende maggior iniziativa, portandosi a soli 25" al cartello dei 20 km all'arrivo. Bialoblocki, De Kort e Dillier smettono di crederci ma questa parola non è presente nel vocabolario di Mancebo: il trentanovenne allunga ai meno 17 km e tenta, stoicamente, di proseguire in solitaria. Il madrileno viene ripreso dal gruppo tirato dalla ONE Pro Cycling ai meno 12 km; nel frattempo, ai meno 14 km, si segnala una caduta che coinvolge il padrone di casa Majed Albalooshi (Al Nasr-Dubai) e Giovanni Visconti (Movistar Team). Per il siciliano una capriola sulla sabbia senza conseguenze.

I britannici della ONE continuano nel loro lavoro in testa al gruppo con un'andatura molto sostenuta che allunga il gruppo: a tirare a tutti il collo è ancora il stakanovista Bialoblocki, evidentemente non affaticato dalla lunga avventura in avanscoperta. Ai meno 5 km fanno capolino in testa anche Astana e Team Sky, seguiti poco dopo dal Team Wiggins con in testa il vincitore del Tour de France 2012. Prende in mano le operazioni la Tinkoff che presenta tra le ruote veloci gli slovacchi Erik Baska e Michael Kolar. In prossimità dell'arco dell'ultimo km avviene una caduta al termine della galleria che porta sul rettifilo d'arrivo; a causarla è un corridore della Trek-Segafredo (verosimilmente il colpevole è Boy Van Poppel) che rende caotico l'approcciarsi alla volata, mettendo fuori gioco sia Mark Cavendish che soprattutto il vincitore di ieri Marcel Kittel.

La Tinkoff porta in posizione di sparo Kolar ma il ventitreenne parte troppo lungo e viene rimontato da Ben Swift, alla cui ruota si trova il compagno di squadra Elia Viviani. Lo sprinter di Oppeano parte in maniera decisa e non lascia possibilità di rimonta agli avversari: alle sue spalle fanno capolino altri tre velocisti azzurri, ossia Sacha Modolo (Lampre-Merida), Giacomo Nizzolo (Trek-Segafredo) e Andrea Guardini (Astana Pro Team). Il vincitore fra il resto del mondo è Tomas Vaitkus: il lituano del'Al Nasr-Dubai, che oggi festeggia il trentaquattresimo compleanno, si è piazzato quinto pur avendo, come già scritto ieri, una clavicola slogata. Nella top 10 si trovano poi il britannico Ben Swift (Team Sky), lo slovacco Michael Kolar (Tinkoff), il polacco Grzegorz Stepniak (CCC Sprandi Polkowice) e i britannici Christopher Opie (ONE Pro Cycling) e Mark Cavendish (Dimension Data).

Viviani diventa anche nuovo leader, essendo in classifica a paritempo con Kittel ma davanti a lui grazie alla migliore somma di piazzamenti; a 2" si trova Nizzolo, unico capace di salire sul podio nelle due frazioni disputate. La Dubai-Hatta Dam di domani sarà decisiva ai fini della conquista finale della corsa, con l'arrivo posto al termine di uno strappetto con pendenze che toccano il 17%. L'anno scorso vinse John Degenkolb su Alejandro Valverde, entrambi assenti in quest'edizione: l'anno scorso Elia Viviani si staccò nei km precedenti, arrivando ad oltre 5'. Sarà capace quest'anno di tenere fino in fondo?

Alberto Vigonesi

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