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Volta Valenciana 2016: L'orologio di Poels è il più preciso di tutti - Wouter netto su LL Sánchez e Kiryienka. Rosa ottimo quarto, Aru meglio di Rodríguez e Rolland

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Wouter Poels nel corso della crono vinta alla Vuelta Valenciana © TeamSky.com

Una partenza a spron battuto per la Volta Valenciana 2016, una cronometro di 16 km che ha subito messo in fila i principali protagonisti della startlist della breve gara spagnola e che fungerà - nel quadro delle tabelle di preparazione in vista di obiettivi stagionali più corposi - come un buon riferimento a pochi giorni dall'inizio dell'anno ciclistico.

Naturalmente quasi nessuno ricorderà questo risultato (a parte il vincitore Wouter Poels, questo è certo!) quando, tra Tirreno e Paesi Baschi, Romandia e Giro, Suisse e Delfinato, Tour e Vuelta, gli uomini da gare a tappe si misureranno in cronometro con un coefficiente di difficoltà ben più alto. Ciò non toglie che chi oggi ha disputato la prova tra Benicàssim e Oropesa del Mar ci abbia dato dentro, se non per giocarsi il successo di giornata, per fare il punto della situazione delle proprie gambe (non c'è niente di meglio di una crono per fare determinate valutazioni).

 

Poels, vittoria netta a Oropesa del Mar
Il vincitore, allora: Wouter Poels è uno dei 160 nomi di punta del Team Sky per quel che riguarda le gare a tappe. Un corridore che altrove sarebbe capitano in diverse gare, nella formazione britannica sarà destinato a tirare per le glorie altrui, e allora ben vengano le affermazioni di questo tenore, le quali servono sempre per tenere alto il livello degli stimoli e la qualità della personale soddisfazione.

L'olandese ha impiegato 22'34" per coprire i 16.2 km della tappa, a una media di 43,2 km/h certamente influenzata dal forte vento che spirava sul percorso, un tracciato su cui peraltro non mancavano dei saliscendi che hanno favorito le caratteristiche non dei cronoman puri, ma di quei passisti con ottima attitudine al ritmo in salita.

Poels ha rifilato 14" al secondo, Luis León Sánchez, spesso protagonista di frazioni del genere; e 21" al Campione del Mondo di specialità, Vasili Kiryienka: distacchi di tutto rispetto, se parametrati a quelli intercorsi tra gli altri corridori in gara.

 

Il bel biglietto da visita di Diego Rosa
Tra gli italiani, c'era ovvia attesa per il vincitore dell'ultima Vuelta Fabio Aru, oggi al suo esordio stagionale. Il sardo, notoriamente non certo un drago nell'esercizio contro il tempo, ha chiuso al 33esimo posto a 1'01" da Poels: una prestazione senza infamia e senza lode, comunque migliore rispetto a quella di altri scalatori da GT come Joaquim Rodríguez (71esimo a 1'31" dal primo, mezzo minuto peggio di Aru) o Pierre Rolland (76esimo a 1'38").

Ma chi ha fatto sensazione tra gli italiani è un altro uomo dell'Astana, quel Diego Rosa il cui quarto posto odierno suffraga la tesi di chi lo vorrebbe tra i protagonisti assoluti di questo 2016. Il piemontese - che già partiva da ottime basi - è cresciuto tanto negli ultimi due anni, e nel finale della scorsa stagione ha mostrato di poter raggiungere picchi notevoli (parla in tal senso non solo la vittoria della Milano-Torino, ma più ancora la prestazione monstre offerta al Lombardia). Prezioso per Aru al Giro e alla Vuelta, e per Nibali nella Classica delle Foglie Morte, a quasi 27 anni Diego si sente pronto per indossare anche lui i gradi di capitano: e siccome in Astana la concorrenza è numerosa e qualificata, è bene lanciare dei segnali appena possibile: come oggi, ad esempio.

 

Gli altri: la Sky fa paura
Tornando all'ordine d'arrivo odierno, alle spalle di Rosa (quarto a 22" da Poels) troviamo Jesús Herrada a 26", Victor Campenaerts e Bob Jungels a 27", Leopold König a 29", Reto Hollenstein e Imanol Erviti a 30". Poels, Kiryienka, König, Beñat Intxausti (13esimo a 33"): visti alle coordinate della Comunidad Valenciana, i gregari della Sky fanno già paura, mentre il loro capitano Chris Froome scalda la gamba al sole dell'Herald Sun Tour in Australia.

Nella sfida tra squadre, anche la Movistar è abbastanza presente nei quartieri alti, coi citati Herrada ed Erviti, e poi ancora con Javi Moreno (11esimo a 32"), l'altro Herrada, José (16esimo a 36"), e Ion Izagirre, 18esimo a 38" nonostante una caduta in discesa che gli ha fatto perdere parecchio tempo.

La seconda tappa, domani, sarà altrettanto - se non più - decisiva di quella odierna: da Castellón a Fredes, 163 km con arrivo in salita posto dopo 16 km di scalata da prendere con le molle (tantopiù in questa prima parte di stagione). Molti di quelli che al momento sono ai piani alti della classifica saranno spazzati via, e toccherà ai grimpeur respinti oggi giocarsi una delle due carte a disposizione (l'altra sabato a Xorret del Catí) per riequilibrare a proprio vantaggio l'ago della bilancia.

Marco Grassi

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