Il Portale del Ciclismo professionistico

.

Campionato del Mondo Ciclocross WE: Lechner, un mondiale tutto in... Thalita - Solo settima Eva, vince De Jong con una rimonta super. Top ten per Arzuffi e Dorigoni tra i giovani

Versione stampabile

Thalita De Jong vince il mondiale di ciclocross Donne Élite dopo una splendida rimonta © Pieter Van Hoorebeke / Cyclocross Magazine

Nelle scorse settimane eravamo qui a chiederci quando ci saremmo trovati a commentare condizioni atmosferiche più consone ad una disciplina come il ciclocross, dopo varie gare trascorse con un tempo insolitamente mite che anche in Belgio aveva reso l'autunno e l'inizio d'inverno piuttosto atipico. Detto fatto: nella giornata inaugurale dei mondiali di Heusden-Zolder eccoci accontentati con pioggia, temperatura al di sotto dei 10 gradi ed un tracciato che, in condizioni normali, avrebbe potuto dar vita ad una gara indubbiamente rapida si è ritrovato parecchio appesantito dal fango, specie nella sua parte conclusiva.

In situazioni simili e soprattutto quando vengono a mancare contemporaneamente le dominatrici delle ultime stagioni (vale a dire Marianne Vos e Pauline Ferrand-Prévot, vincitrici delle ultime settime edizioni del mondiali), può capitare che possa scapparci la sorpresa, tanto più al termine di una gara vissuta tutta in rimonta. Così il mondiale torna in Olanda dopo una sola stagione d'assenza ma resta ancora di proprietà Rabobank-Liv: artefice dell'impresa Thalita De Jong, classe 1993 e buoni numeri anche come stradista (bronzo europeo lo scorso anno a Tartu), capace di operare un recupero fantastico e di beffare con un'ultima, gagliarda tornata tutte le principali favorite, compresa una Sanne Cant che sognava di completare proprio davanti al pubblico amico il grande slam, dopo aver già fatto propri l'Europeo e la Coppa del Mondo, e che invece ha dovuto accontentarsi di un bronzo bagnato dalle lacrime oltre che dalla pioggia. Una primizia assoluta invece ha costituito il campionato del mondo riservato alle Under 23, conclusosi anch'esso con una relativa sorpresa marchiata dal trionfo della britannica Evie Richards, che ha portato in Gran Bretagna il terzo titolo mondiale della storia nel ciclocross (gli altri due li avevano conquistati tra gli juniores Stuart Mitchell nel 1986 e Roger Hammond nel 1992).

Esulta l'Olanda, con 2 successi su 3 nella prima giornata (ad aprire le danze ci aveva pensato Jens Dekker al mattino, vincendo la prova riservata agli Uomini Juniores); esulta la Gran Bretagna, togliendosi la soddisfazione di iscrivere il primo nome nell'albo d'oro delle Under 23; mastica un po' amaro invece l'Italia, che riponeva parecchie speranze di podio nelle prove femminili e che è costretta ad accontentarsi di piazzamenti di rincalzo. Le dichiarazioni della vigilia facevano presagire una decisa preferenza per un circuito asciutto e la giornata odierna, rivelatasi la perfetta antitesi di ciò, complicava non poco le cose. Così il miglior piazzamento l'ha portato a casa Jakob Dorigoni tra gli juniores con un buon sesto posto mentre Eva Lechner e Alice Arzuffi, che nelle rispettive categorie puntavano decisamente ad una medaglia, si sono dovute entrambe accontentare di una settima posizione. Entusiasmante il primo giro di Chiara Teocchi tra le Under 23 ma nonostante la bergamasca di Sorisole sia pian piano rimbalzata indietro, le occasioni per rifarsi non mancheranno.

 

Donne Élite: equilibrio nei primi giri, partenza difficile per la Lechner

La gara più attesa di questo sabato era sicuramente l'ultima in ordine cronologico, ovvero quella riservata alle Donne Élite. Alle 15 in punto e con la pioggia decisa a dare un poco di tregua si è dato il via alla contesa, con la belga Ellen Van Loy che è stata la più rapida a scattare, prendendo subito la testa prontamente seguita dall'olandese Sophie De Boer e tutte le altre. Alla prima curva già il primo episodio: Katie Compton, non autrice di una grande partenza, è scivolata e di questo ha fatto le spese anche Eva Lechner, trovatasi così intruppata e costretta a perdere alcuni metri dall'avanguardia del gruppo già ben lanciato. Sembra un particolare di poco conto ma proprio il piccolo gap accumulato inizialmente ha finito per segnare una gara tutta in salita per la bolzanina, trovatasi a dar fondo alle proprie energie per cercare di riportarsi invano verso la zona podio.

Nel mentre il gruppo ha proceduto allungato per tutta la prima tornata, con le britanniche Wyman e Harris presenti spesso in testa e avvicendate da Sophie De Boer, con tutto il plotone di favorite (Cant, Mani, Stultiens e con una brava Majerus) poco più indietro. Al primo passaggio pertanto i distacchi erano ancora minimi, con una Lechner (transitata in ottava posizione dopo essere scivolata oltre la decima) costretta già a recuperare circa 10". La seconda tornata ha invece visto la prima frattura significativa: in testa si è formato un quartetto costituito da Sophie De Boer, Nikki Harris, Caroline Mani e Sanne Cant, seguite qualche secondo più indietro da Sabrina Stultiens e Christine Majerus, con Eva Lechner in settima posizione e decisa a rimontare.

Ancora più indietro invece Thalita De Jong, che ha pian piano iniziato ad uscire alla distanza. In questa tornata la più attiva è stata indubbiamente Caroline Mani, che ha provato a forzare soprattutto sulle due rampe poste sul tracciato e precedenti i passaggi più tecnici, trovando la Harris spesso pronta alla risposta mentre più affaticate parevano sia la Cant che la De Boer, rimaste comunque agganciate a loro. Nell'ultima parte di tracciato invece, quando il gruppo si è trovato ad affrontare il difficile tratto in salita reso molto pesante dal fango, Thalita De Jong è riuscita a riagguantare Eva Lechner e cominciava a lanciarsi come una furia verso il gruppo di testa. Così, dopo uno spettacolare volo senza conseguenze della belga Loes Sels in un tratto di discesa, si è concluso il secondo giro con il quartetto di testa che aveva qualche secondo di margine sulla Stultiens mentre De Jong e Lechner inseguivano assieme a 18".

 

Capolavoro De Jong: rimonta tutte, attacca e vince. Lechner chiude settima
Proprio la Stultiens ha cercato di riaccodarsi per prima ma una nuova sgasata di Nikki Harris nel primo tratto ha portato nuovo scompiglio in testa, costringendo alla risposta Cant e Mani mentre la De Boer sembrava accusare un po' di più il colpo. La britannica è sembrata la più pimpante in questa fase, andando anche ad approcciare molto in alto come nel giro precedente un'insidiosa curva in contropendenza, che sovente obbligava le atlete a scendere di bicicletta ed ha poi cercato di fare la differenza nel successivo tratto sterrato in salita. Proprio dopo la conclusione di questo però è apparsa sulle prime quattro la sagoma di Thalita De Jong che, dopo essersi sbarazzata sia della compagna di team Sabrina Stultiens e di Eva Lechner, ha coronato meravigliosamente la propria rimonta riagganciando le prime, dando vita ad un quintetto presentatosi sul traguardo per il suono della campana, con Stultiens e Lechner ancora non tagliate del tutto fuori dalla lotta per il podio.

L'ultimo giro è stato piacevolmente pirotecnico: spinta dal pubblico di casa Sanne Cant ha capito che il momento poteva essere quello giusto per attaccare ed ha forzato per due o tre volte nel tratto iniziale che prevedeva anche il tecnico passaggio nel bosco, mettendo in difficoltà soprattutto De Boer ed Harris, che hanno ceduto alcuni metri. Per nulla fiaccata dalla rimonta invece Thalita De Jong ha continuato a tenere la belga nel mirino e non ha mollato la sua ruota e che dopo il primo ponte ha tentato a sua volta la stilettata. La strappata della 22enne olandese è stata di quelle che fanno male e così la Cant si è trovata ad accusare il colpo, restando ad inseguire incalzata anche dalla Mani poco più indietro.

L'olandese ha poi continuato a spingere obbligando le altre ad inseguire e a prendere parecchi rischi in discesa (soprattutto la Harris ha rischiato il capitombolo) per mettere tra sé e le altre più distacco possibile prima dell'ultimo duro strappo in salita. Thalita però non si è scomposta ed ha continuato a gestire al meglio la situazione mentre una brillante Caroline Mani ha approfittato del lungo tratto in salita per sorpassare la Cant e proiettarsi all'inseguimento. L'ultima discesa non ha cambiato le carte in tavola e così Thalita De Jong è andata a coronare il suo capolavoro, chiudendo col tempo di 41'03" che l'ha incoronata campionessa del mondo, lei che non ha ancora mai vinto alcuna prova di Coppa del Mondo in carriera.

Argento per una bravissima Caroline Mani, staccata di 14", che ha tenuto altissimi i colori francesi, orfani della vincitrice uscente Ferrand-Prévot mentre a 24" Sanne Cant ha prevalso in volata su Sophie De Boer ed ha conquistato un bronzo carico di tanta amarezza. Nikki Harris ha chiuso quinta a 32", seguita dalla Stultiens (sesta a 36") mentre Eva Lechner, che nell'ultimo giro ha ulteriormente ceduto terreno, ha concluso in settima posizione con un distacco di 46". Sicuramente non una delle giornate migliori per la bolzanina, ora attesa da un'impegnativa stagione di MTB, ma l'avvio difficile fin dalla prima curva ha senza dubbio complicato ogni tentativo di rimonta. Hanno completato la top ten la statunitense Antonneau (a 1'12"), la lussemburghese Majerus (a 1'25") e l'altra olandese Sanne Van Passen, giunta a 1'44". Fuori dalla top ten Helen Wyman, Pavla Havlikova e soprattutto Katherine Compton, che dopo il brutto avvio ha chiuso tredicesima a 1'57". Alessia Bulleri, l'altra azzurra presente al via, ha invece terminato la sua prova in 27esima posizione con un distacco di 4'58": per l'elbana che quest'anno debutterà su strada con l'Aromitalia-Vaiano un'utile esperienza.

 

Donne Under 23: al via la Teocchi è una scheggia, poi è Richards show

Alle ore 13 invece era scattata sotto una pioggia battente la prima edizione del mondiale Donne Under 23 e subito c'è stato spazio per entusiasmarsi nell'entourage azzurra: a scattare per prima come una palla di cannone è stata infatti Chiara Teocchi, che con un passo alquanto deciso e decisa a sfidare il maltempo (tanto da gettare immediatamente gli occhiali nel tecnico passaggio nel bosco) ha subito guadagnato un buon vantaggio su tutte le altre, con la statunitense Noble, la ceca Noskova e la spagnola Gonzalez ad inseguire per prime in un gruppo allungato in cui anche Alice Arzuffi, partita un po' più indietro, cercava di recuperare posizioni. Quando però le carte si sono rimescolate su Chiara è rientrata di gran carriera la britannica Evie Richards, decisa ad attaccare subito prima del duro tratto in salita da percorrere necessariamente a piedi.

Nessuno se l'aspettava sul momento ma la gara si è chiusa lì: la britannica, vice campionessa mondiale juniores nella MTB lo scorso anno (a batterla fu la nostra Martina Berta) ha iniziato un forcing che ha reso impossibile l'inseguimento per tutte le altre e già al termine del primo giro, chiuso in 10'26", poteva vantare 16" sulle immediate inseguitrici (Teocchi, Frei, Heigl e Noskova) mentre l'Arzuffi è transitata a 24". La britannica ha proseguito poi girando ancor più rapidamente nella seconda tornata, dove alle sue spalle sono state la svizzera Sina Frei e la ceca Nikola Noskova a tentare per un paio di volte l'allungo, con l'olandese Maud Kaptheijns che nel mentre era rientrata sulle prime ed era tornata in zona podio. La Teocchi dopo lo splendido avvio ha iniziato ad accusare la fatica mentre Alice Arzuffi, forte della maggior esperienza, iniziava pian piano a rimontare attestandosi attorno alla sesta posizione e dando vita ad una bella contesa con la francese Juliette Labous.

 

Richards imprendibile, oro da padrona. Noskova e Kaptheijns a podio, Arzuffi 7a
In testa non ha conosciuto soste di nessun tipo la marcia di Evie Richards, che dopo esser transitata al secondo passaggio con oltre venti secondi sulle inseguitrici, ha dilatato ulteriormente il proprio distacco, grazie ad un terzo giro corso ancora su tempi egregi che gli hanno permesso di guadagnare ulteriormente. La britannica ha così potuto gestire con maggiore tranquillità l'ultimo giro e andare a prendersi la prima storica maglia iridata riservata alle Under 23. Alle sue spalle invece a fare la parte della leonessa è stata la biker ceca Nikola Noskova, che nel corso del terzo giro è riuscita a sbarazzarsi della compagnia dell'olandese Kaptheijns ed ha colto la medaglia d'argento a 35", con la tulipana (che l'argento l'aveva invece conquistato agli Europei nel novembre scorso) che ha fatto proprio il bronzo a 37".

Quarto posto per l'elvetica Sina Frei a 53" mentre decisamente più distanziate tutte le atlre: quinta l'austriaca Heigla a 1'30", sesta la statunitense Noble a 1'42" proprio davanti alla nostra Alice Arzuffi, che non è riuscita a rimontare ulteriori posizioni ed ha così concluso al settimo posto, con un distacco di 1'47". Un piazzamento che certamente non può soddisfare la brava atleta milanese, trovatasi purtroppo ad inseguire fin dalle prime battute. A chiudere la top ten la francese Labous (a 1'50"), la britannica Barnes (a 2'01") e la tedesca Lambrecht (2'22" il suo distacco). Chiara Teocchi ha chiuso alla fine in 13esima posizione a 2'53", pagando probabilmente il grande sforzo profuso in avvio ma nelle prossime stagioni potrebbe certamente aspirare ad un podio, i numeri (anche per quanto fatto vedere in Coppa del Mondo) ci sono tutti. Molto buona la gara di Sara Casasola, la più giovane atleta in assoluto essendo nata il 29 novembre 1999, che ha concluso in 18esima posizione a 4'06". 34esima (7'08" il suo distacco) invece la campionessa italiana juniores Francesca Baroni ma la sua partecipazione al mondiale per lei, che fin dalla nascita si è trovata priva dell'udito, è solo un nuovo capitolo di una splendida storia di tenacia e perseveranza.

 

Tra gli Uomini Juniores trionfa Dekker, Dorigoni 6°. Domani gli Élite e Under 23

In mattinata invece erano stati gli Uomini Juniores ad inaugurare ufficialmente il programma iridato e la giornata aveva sorriso immediatamente ai colori olandesi: ad imporsi è stato infatti Jens Dekker che ha così affiancato la maglia iridata alla Coppa del Mondo conquistata sul filo di lana la scorsa settimana. Anche per Dekker gara dominata fin da subito e vinta con un vantaggio di 35" sul francese Mickael Crispin a cui invece va un altro primato: il ragazzo classe 1998 originario della Martinica è infatti il primo atleta di colore a salire sul podio di un mondiale di ciclocross, a dimostrazione di una ricchezza di talenti di cui il movimento transalpino riesce a disporre anche grazie alle ex colonie e ai territori francesi d'oltremare. Terzo posto per l'altro francese Thomas Bonnet, che ha conquistato il bronzo a 1 minuto. Molto bravo Jakob Dorigoni, capace di lottare anche per le posizioni a ridosso del podio e che alla fine ha portato a casa un bel sesto posto che conferma le buone qualità del campione italiano. Questi i piazzamenti degli altri azzurri in gara: Antonio Folcarelli ha chiuso al ventesimo posto (a 2'22"), Edoardo Xillo 29esimo (a 2'57"), Michele Bassani 32esimo (a 3'05"), Lorenzo Calloni 44esimo (a 4'08").

Domani le ultime attese sfide: alle ore 11 scatterà la prova degli Uomini Under 23 in cui il Belgio parte con i favori del pronostico grazie ad Eli Iserbyt, vincitore della Coppa del Mondo mentre per l'Italia le difficili speranze di medaglia sono tutte affidate a Gioele Bertolini. Alle ore 15 sarà invece la volta degli Élite con l'attesissima sfida tra Wout Van Aert, dominatore in Coppa del Mondo, e Mathieu Van Der Poel, deciso più che mai a confermare l'iride e apparso in forma smagliante nelle ultime settimane. A fare da terzo incomodo i vari Van Der Haar, Pauwels e l'intramontabile Nys (per lui ultimo mondiale della sua straordinaria carriera), tenendo conto che con condizioni atmosferiche ostili e col percorso appesantito dal fango tutto può accadere.

Vivian Ghianni

RSS Facebook Twitter Youtube

30/Jul/2017 - 20:30
ESCLUSIVO: le immagini del folle che ha tagliato la strada al gruppo facendo cadere decine di corridori al Giro d'Italia

24/May/2016 - 21:06
All'An Post Rás giornata di gloria per James Gullen nella tappa "di montagna": Fankhauser diventa leader

24/May/2016 - 17:07
Giro, nel giorno della nuova delusione di Vincenzo Nibali vince Alejandro Valverde davanti a Kruijswijk e Zakarin

23/May/2016 - 22:12
An Post Rás, nella seconda tappa vince il padrone di casa Eoin Morton

23/May/2016 - 16:00
Giornata di rinnovi: André Greipel e Marcel Sieberg alla Lotto Soudal fino al 2018, Geraint Thomas prolunga con la Sky

23/May/2016 - 13:11
Benjamin Prades vince l'ultima tappa del Tour de Flores ma non basta, la generale va a Daniel Whitehouse

23/May/2016 - 12:39
Brutte notizie per il ciclismo elvetico: l'IAM Cycling comunica che cesserà l'attività a fine stagione

23/May/2016 - 11:22
Conclusi i Campionati Panamericani: l'ultimo oro è dell'ecuadoriano Jonathan Caicedo

22/May/2016 - 23:59
Il Tour of California si conclude con una imperiosa volata di Mark Cavendish. Classifica finale a Julian Alaphilippe

22/May/2016 - 23:39
Il Tour of Bihor si chiude nel segno dell'Androni Giocattoli-Sidermec: tappa a Marco Benfatto, generale a Egan Bernal

22/May/2016 - 23:20
Women's Tour of California: gioie finali per Kirsten Wild e Megan Guarnier. Le altre corse: ok Bertizzolo e Lepistö

22/May/2016 - 22:44
Velothon Wales, Thomas Stewart supera Rasmus Guldhammer e Ian Bibby

22/May/2016 - 22:24
Dilettanti, ulteriori vittorie per Nicola Bagioli e Riccardo Minali alla Due Giorni Marchigiana

22/May/2016 - 22:22
Scatta l'An Post Ras: la prima tappa va all'olandese Taco Van der Hoorn grazie ad un colpo di mano