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Tour Down Under 2016: Porte in allungo, assalto a Willunga - Richie vince in salita ma Gerrans si difende bene e domani il TDU sarà suo. Discreti Ulissi e Pozzovivo

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Prima vittoria in maglia BMC per Richie Porte © Tour Down Under

Una delle caratteristiche del Tour Down Under è la ricorsività. I simpatici organizzatori australiani ci hanno messo quasi 15 anni a capire che se inserivano nella corsa una salita degna di nota il PIL del loro paese non crollava, ma il punto è che i ragazzi sono affezionati alle tradizioni. Volate su volate? Volate su volate! Tappe di 130 km? Giusto, non ci allarghiamo. Una sola wild card data a una Professional e una alla formazione locale della UniSA? E così sia nei secoli dei secoli.

Anche i corridori che frequentano il TDU finiscono per diventare tradizionalisti, sicché capita che il vincitore della tappa regina nel 2014 e nel 2015 decida di ripetersi anche nel 2016: benché avesse giocato a fare il pompiere ("non mi sento al meglio" e amenità simili), Richie Porte si è imposto con tutto l'ardore di cui poteva disporre in questo avvio di stagione che per lui rappresenta un notevole cambio di abitudini (più che altro per aver cambiato squadra, dalla Sky alla BMC).

La bella vittoria di Richie a Willunga Hill, la terza di fila, non gli permette però di andare a prendersi l'intera posta, e anche in questo caso il film è già visto: pure un anno fa vinse in salita e si accomodò al secondo posto della generale. Stesso copione oggi, con Simon Gerrans che è stato bravo a difendere il congruo gruzzoletto di secondi che aveva messo in cascina nei giorni scorsi.

 

Una fuga dalle proporzioni interessanti
Partenza ventosa, gente che cadeva sospinta dalle correnti (è il caso di Primoz Roglic, poi ritiratosi), tanti tentativi d'attacco nei primissimi chilometri: in gruppo c'era fermento per questa quinta e decisiva tappa del TDU. La fuga del giorno è partita al km 11, promossa da Lars Boom (Astana) e animata anche da Nelson Oliveira (Movistar), Reinardt Janse Van Rensburg (Dimension Data) e Pim Ligthart (Lotto). Quest'ultimo pagava in classifica 1'49" al leader Gerrans. Perché riportiamo questo dato? Perché l'azione dei quattro ha assunto proporzioni interessanti, tanto che a 50 km dalla conclusione il vantaggio dei battistrada ammontava ancora a 5'55": come dire, Ligthart maglia ocra virtuale.

Il punto è che la Orica, volendo bagnare per quanto possibile le polveri agli avversari di Gerrans, stava lasciando fare. Confidava certo di limare il gap nel finale (soprattutto nella doppia scalata a Willunga Hill), ma non le sarebbe dispiaciuto che la fuga andasse in porto, sia per togliere abbuoni ai rivali di classifica, sia per far calare l'agonismo in salita (si sa che se non c'è di mezzo la vittoria di tappa, le energie investite forse sono minori).

 

Sulla salita finale la corsa si accende
L'andazzo non andava però bene alle altre squadre, quelle degli inseguitori di Gerrans in classifica. Così la Tinkoff ha cominciato ad alzare il ritmo, ricevendo poi l'aiuto di Sky e BMC soprattutto. Sono bastati 20 km di buone trenate per riportare i quattro battistrada a quote più normali, e vani sono stati gli sforzi degli attaccanti (tra i quali si è segnalato un allungo di Janse van Rensburg sulla penultima scalata, a 24 km dalla fine) per respingere il ritorno del gruppo: la fuga è stata annullata a 4 km dal traguardo.

Appena ripresi Boom e soci, si era già sulla salita di Willunga Hill. La Sky ha fatto di tutto per preparare il terreno per l'affondo di Sergio Henao, aumentando il ritmo (con Peter Kennaugh e poi con Geraint Thomas) fino ai -2 km. A quel punto toccava ai big della classifica.

Il primo a rompere gli indugi è stato Simon Clarke, che con un allungo intendeva aprire un varco per un contropiede del suo compagno Michael Woods. E invece a rispondere all'uomo Cannondale è stato Rohan Dennis, vincitore del TDU un anno fa. Il forte cronoman della BMC però è durato lo spazio di un sospiro, dopodiché è scoppiato, sfilandosi e lasciando che fossero altri a scornarsi. Ci ha provato allora il giovanissimo Lucas Hamilton della UniSA (20 anni tra pochi giorni: segnamoci il nome!), a cui si è accodato per un attimo George Bennett della LottoNL. Ma l'azione decisiva era di là da venire.

 

Porte, terza vittoria in tre anni a Willunga Hill
Con una delle sue progressioni dei giorni migliori, Richie Porte ha operato il break definitivo a 1100 metri dalla linea d'arrivo. Alla sua ruota s'è messo subito Henao, e ha cercato di restare con lui pure Woods, al quale però è mancato qualche watt, tanto che da lì alla fine è rimasto a pochi metri di distanza senza riuscire a chiudere il buco.

Porte era però troppo forte anche per Henao, oggi: e ai 500 metri, dài e dài, il colombiano ha ceduto il passo all'ennesima rasoiata di Richie, che così è andato a prendersi la meritata vittoria. Non avesse perso 8" ieri per un buco nel finale di una tappa assai più facile di quella di oggi, avrebbe potuto insidiare da vicinissimo Gerrans. Invece quel piccolo gap ha fatto tanta differenza, e Porte paga in classifica 9" (altrimenti sarebbe stato secondo per un solo secondo: tutto sommato, forse è meglio così per lui).

Al traguardo Henao è transitato a 6" dal vincitore, e Woods a 9". A 17" il trenino dei battuti è stato regolato da un pimpante Diego Ulissi, davanti a Rafael Valls, Rubén Fernández, Domenico Pozzovivo, un comunque reattivo Gerrans (ottavo) e ancora Jarlinson Pantano (che al primo passaggio da Willunga si era prodotto in un breve attacco), Patrick Bevin, Chris Hamilton e Jesús Herrada. Jay McCarthy, che era secondo della generale, è arrivato a 23" da Porte.

Tutto ciò determina una classifica in cui Simon Gerrans, come detto, sopravanza Porte di 9". Terzo è Henao a 11", poi McCarthy e Woods sono a 20", Fernández e Pozzovivo (settimo) a 28", Valls a 36", Steve Morabito a 49", Bevin a 50" e, subito fuori dalla top ten, Ulissi a 52". Domani ad Adelaide il classicissimo circuito che chiuderà il Tour Down Under 2016 chiamerà di nuovo all'azione i velocisti: 4.5 km da ripetere 20 volte, praticamente un criterium per la gioia di grandi e piccini che, tra il pubblico, vedranno sfilare così tante volte l'allegra carovana davanti ai propri occhi.

Marco Grassi

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