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La presentazione: Garanzia Cunego, Marini per stupire - Presentata la NIPPO Vini Fantini: Grega Bole e Gianfranco Zilioli le principali novità

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L'organico della Nippo Vini Fantini per la stagione 2016

dal nostro inviato

Con l'entusiasmo di chi viene da un 2015 contrassegnato da undici successi in quella che è stata la stagione d'esordio tra le formazioni Professional, la NIPPO Vini Fantini De Rosa versione 2016 si è ufficialmente svelata al pubblico nel pomeriggio di sabato 9 gennaio in una nuova location: nella scorsa annata infatti il vernissage era avvenuto ad Ortona, sede del main sponsor Vini Fantini di patron Valentino Sciotti mentre quest'anno si è scelto di fare le cose ulteriormente in grande optando per il Teatro Marrucino di Chieti, ovvero direttamente nel capoluogo.

Alla presenza di numerose e importanti autorità, sia sportive (era presente anche il CT della nazionale Davide Cassani) che non, col il discorso dell'Executive Manager di NIPPO Corporation Yoshikazu Yoshikawa ad aprire le danze, il team ha ribadito i propri obiettivi principali, perfettamente esemplificati dal giovane e intraprendente General Manager Francesco Pelosi: oltre all'importanza della comunicazione, in termini di trasparenza (sul sito del team è infatti possibile consultare, previa registrazione, il passaporto biologico di ogni atleta) e marketing, la NIPPO Vini Fantini si prefissa infatti di far crescere al meglio giovani talenti sia italiani che giapponesi, con un percorso che per i corridori nipponici guarderà inevitabilmente alle Olimpiadi di Tokyo 2020. Fondamentale sarà quindi il carattere internazionale della formazione, che naturalmente mira a conquistare la Wild Card per poter partecipare al Giro d'Italia e ad altre importanti corse del World Tour, così come viene ribadito il rafforzamento dello staff, in cui sono state inserite nuove figure professionali in un ambiente come quello ciclistico che necessita di essere al passo coi tempi. Alla presenza del sempre vulcanico e folkloristico Stefano Giuliani, di Mario Manzoni e Shinichi Fukushima (nuovi direttori sportivi del team) e del team manager giapponese Hiroshi Daimon, si è quindi proceduto alla presentazione degli atleti, con il ruolo di leader e principale uomo immagine del team che spetterà ancora una volta a Damiano Cunego.

 

Un Cunego sereno e pronto a dire la sua nelle gare più importanti
Il veronese era giunto alla formazione italo-giapponese dopo aver chiuso la lunga esperienza nella Lampre con il chiaro intento di rilanciarsi e ritrovare quella giusta grinta che, specialmente nel 2014, sembrava venire meno. Nonostante il digiuno di vittorie non sia stato ancora spezzato (l'ultimo successo continua ad essere datato 22 marzo 2013, nella tappa di Piane di Mocogno alla Settimana Coppi e Bartali), il Cunego odierno appare un corridore sereno, forte comunque di una costanza di rendimento che specialmente in territorio nostrano l'ha portato ad essere competitivo, tanto da sfiorare di pochissimo il successo nella graduatoria individuale della Coppa Italia (andata, per questione di piazzamenti, a Sonny Colbrelli). Allo stesso modo il veronese si mostra consapevole di dover avere a che fare sempre più con giovani avversari talentuosi che rendono ardua la ricerca anche di un semplice piazzamento ma che, proprio per questo, è pronto a trasmettere la propria esperienza agli atleti più giovani del team.

Concetti che trapelano dalle sue stesse parole, rilasciate ai nostri microfoni al termine della presentazione: «Il bilancio della squadra per quel che concerne il 2015 è stato più che positivo » afferma Damiano «poiché undici vittorie alla prima stagione costituiscono un buon inizio. Per quanto riguarda me è stata un'annata buona, in cui sono riuscito ad essere competitivo per tutta la stagione con tanti piazzamenti importanti. C'è però stata anche tanta sfortuna che ha impedito che qualcuno di questi piazzamenti si tramutasse in vittoria, con l'apice toccato con la frattura della clavicola durante il Giro d'Italia che mi ha fatto perdere alcuni mesi di attività. Nonostante questo però non mi sono mai arreso e sono riuscito a tornare competitivo». Proprio la brutta caduta occorsagli a Verbania costituisce un grande rimpianto in una giornata in cui era riuscito ad inserirsi in quella che si sarebbe rivelata l'azione decisiva: «Sicuramente - continua Cunego- avrei potuto giocarmi la corsa ad armi pari con Gilbert e con gli altri atleti. Dopo la caduta comunque il mio primo pensiero era quello di guarire e di tornare a gareggiare prima possibile». Quando il discorso verte sulle nuove generazioni, Damiano espone chiaramente il suo punto di vista: «Vedo una gioventù molto cambiata rispetto agli scorsi anni ma in fondo è anche giusto così, è il mondo stesso che va in questa direzione. Fortunatamente nel nostro team ci sono bravi ragazzi che sanno ascoltare e questo è sicuramente un buon punto di partenza, poiché è sempre difficile trovarne. Molti giovani infatti preferiscono fare di testa loro e non accettano consigli, i nostri per fortuna si comportano diversamente».

Sulla possibile partecipazione della NIPPO al Giro d'Italia, come già avvenuto nella passata stagione, Cunego si mostra fiducioso ma precisa: «Nell'osservare il percorso non ho guardato ad una tappa in particolare, poiché a grandi linee il mio obiettivo non sarà quello di fare classifica per poter puntare a far bene in qualche tappa di montagna, per cui di occasioni per mettersi in mostra ce ne saranno diverse. Durante l'anno cercherò di vivere alla giornata ma comunque selezionando accuratamente gli obiettivi tra le gare più adatte alle mie caratteristiche». Le Olimpiadi di Rio de Janeiro, con il loro tracciato particolarmente adatto agli scalatori, al momento non paiono rientrare nei programmi del veronese: «Al momento è una questione che non mi riguarda, anche perché per essere convocati in nazionale occorrerà andare forte in quel periodo in cui c'è l'appuntamento a cui il CT ambisce. Personalmente con Cassani ho un ottimo rapporto, ha sempre parlato bene di me, però al momento a Rio non penso perché abbiamo altri importanti obiettivi prima». La stagione di Damiano Cunego si aprirà ufficialmente il 31 gennaio con la Cadel Evans Great Ocean Race mentre il debutto del team avverrà il 18 gennaio al Tour de San Luis.

 

Nicolas Marini: voglia di confermarsi e nuove ambizioni
Tra le note più liete della scorsa stagione vi è stato sicuramente il bresciano Nicolas Marini, velocista particolarmente atteso al salto tra i professionisti dopo gli ottimi trascorsi in ambito giovanile, che con quattro vittorie (oltre al Criterium precedente l'avvio del Giro del Giappone, non valido come gara UCI) è riuscito anche ad essere il plurivittorioso del team, mettendosi in luce soprattutto nell'ultima parte di stagione. Proprio con un bilancio della sua stagione inaugurale nella massima categoria parte la nostra breve chiacchierata con il 22enne di Provaglio d'Iseo: «Come prima stagione il 2015 - afferma Nicolas- mi ha già dato una buona esperienza. Sono partito un po' a rilento anche a causa di problemi avuti nell'ultima stagione tra i dilettanti, dove mi ero rotto tre vertebre a metà annata, poi sono riuscito a sbloccarmi in Giappone ed ho ottenuto altre tre vittorie in Cina. Tutto sommato è stato un buon anno ed ora spero di migliorare».

Nella prima parte dell'anno per Marini c'è stata anche la possibilità di prendere il via ad alcune corse in Belgio, in cui è arrivato anche un buon settimo posto allo Scheldeprijs, che per lui si sono rivelate esperienze molto utili: «Le corse in Belgio sono di tutt'altra categoria - continua Nicolas - sembra quasi di praticare un altro sport. Si ha però l'occasione d'imparare molto, specie sulla maniera di muoversi in gara. È stata un'esperienza difficile ma bellissima e quest'anno la rifarei volentieri. Per quanto riguarda la Scheldeprijs era una gara in cui dovevo testarmi sulla lunga distanza, infatti era lunga circa 200 chilometri. Sono riuscito ad arrivare settimo nonostante mi siano mancate un po' le gambe per fare la volata ma essendo al primo anno ci può stare». Proprio sulle differenze maggiori riscontrate con le gare giovanili verte il successivo quesito, a cui il bresciano risponde prontamente: «Se in pianura le differenze non sono così marcate, appena si attacca la salita ci si rende conto che hanno proprio un altro passo rispetto alle categorie minori. Pian piano però sto lavorando con il nostro preparatore e i direttori sportivi per poter migliorare in salita senza perdere spunto veloce. Posso senz'altro migliorare rispetto allo scorso anno ma la strada è ancora lunga».

Inevitabile poi spendere qualche parola sul mondiale di Doha, sulla carta particolarmente favorevole alle ruote veloci, anche se Nicolas si mostra coi piedi ben piantati in terra, conscio anche del fatto che, per un solo anno, non potrà prendere parte alla prova riservata agli Under 23: «Partecipare al mondiale per adesso rimane solamente un sogno, io cercherò di dare il meglio ma vedremo più avanti nel corso dell'anno, se i risultati mi daranno ragione potrei farci un pensiero ma per ora sono concentrato per far bene nelle prime gare della stagione». Sulla possibilità di partecipare alla Milano-Sanremo invece Marini afferma che «non sono sicuro che vi prenderò parte poiché dovrei gareggiare al Tour of Taiwan che si concluderà alcuni giorni prima e andrà smaltito anche il fuso orario, però mi piacerebbe sicuramente correrla. Magari fare già un buon risultato sarebbe un po' difficile però sarebbe senz'altro anche quella una bella esperienza».

 

La qualità di Grega Bole, la tenacia di Gianfranco Zilioli e tante liete conferme
Il resto dell'organico della NIPPO Vini Fantini può godere inoltre di altre valide pedine, a cui si sono aggiunti alcuni importanti innesti: il principale è senza dubbio quello dello sloveno Grega Bole, tornato nel team di Sciotti dopo l'esperienza del 2014 che lo aiutò a rilanciarsi e dopo un'annata contraddistinta da molti piazzamenti ed una vittoria nelle file della CCC Sprandi. Bole, che ritrova anche Damiano Cunego con cui aveva condiviso l'esperienza in Lampre, sarà una delle ruote veloci di riferimento della formazione blu-arancio e le sue qualità potrebbero consentire al team di ottenere un buon risultato in gare come la Milano-Sanremo o nelle classiche belghe in cui la NIPPO andrà a partecipare, consentendo pertanto un ulteriore salto di qualità in termini di risultanze.

Importante anche l'ingaggio di Gianfranco Zilioli, uno degli atleti di maggior prospettiva al suo passaggio nel professionismo (tanto da riuscire addirittura a vincere, da stagista, nel Gran Premio di Prato) e che approda nel team italo-nipponico dopo aver concluso la sua esperienza con l'Androni, con cui nel 2015 ha sfiorato il podio nel campionato italiano. Il bergamasco, grazie alla sua tenacia, potrebbe ritagliarsi qualche spazio interessante ma avrà come priorità quella di divenire l'uomo di fiducia di Damiano Cunego nelle gare più impegnative, in virtù delle sue doti di scalatore.

Dopo la bruttissima caduta occorsagli per colpa di un'avventato spettatore al Giro d'Italia che gli costò una frattura al braccio sinistro, Daniele Colli è riuscito ancora una volta a ripartire e grazie ad un ottimo finale di stagione ha saputo timbrare il cartellino per tre volte tra Cina e Giappone, tanto che il milanese può ancora dire la sua nelle gare a cui prenderà parte mentre un'ulteriore crescita ce la si attende dal rumeno Eduard Michael Grosu, atleta dalle grandi potenzialità e coriaceo quanto basta, sia per inserirsi in azioni a lunga gittata che per gettarsi nelle complicate mischie degli sprint. Miglioramenti si attendono anche da Iuri Filosi, protagonista di una splendida stagione due anni fa tra i dilettanti e che può vantare notevoli doti da discesista mentre la tenacia di Giacomo Berlato sarà molto utile specialmente nelle fughe da lontano, senza precludere al vicentino la possibilità di puntare a qualche buon risultato. Prezioso potrà essere il contributo di Alessandro Bisolti, valido scalatore che fin qui non ha avuto una carriera professionistica all'altezza delle aspettative e che proprio dal team di Valentino Sciotti ebbe l'opportunità di ritornare a gareggiare dopo un anno di stop in cui aveva trovato un'altra occupazione mentre Riccardo Stacchiotti, vincitore di due tappe e della classifica finale del Tour of Hokkaido in Giappone, può rivelarsi atleta in grado di dare un contributo ancora più sostanzioso in questa stagione.

Da Pierpaolo De Negri, vincitore lo scorso anno di una bella tappa al Giro di Slovenia, ci si attende sempre un guizzo maggiormente consono alle sue qualità di atleta veloce ma capace di resistere lì dove i velocisti puri sono irrimediabilmente tagliati fuori mentre per il lucano Antonio Viola il 2016 può essere una stagione utile a ritrovare una certa costanza di rendimento, condizionato da una brutta caduta occorsagli due anni fa. Dal fratello d'arte Antonio Nibali ci si attende invece una certa sostanza nei percorsi maggiormente impegnativi, visto che le sue qualità di passista-scalatore possono tornare certamente utili. Infine, per completare il roster del team non resta che citare i quattro atleti giapponesi su cui la formazione punta molto e non solo in termini di visibilità: a Manabu Ishibashi, divenuto simpatico protagonista nella prima parte dello scorso Giro d'Italia anche grazie alle colorite indicazioni fornitegli dal ds Giuliani, e a Genki Yamamoto (il cui nome in giapponese vuol dire in maniera più che beneaugurante "completamente sano") si sono aggiunte due interessanti pedine quali il campione nazionale Kazushige Kuboki (assente alla presentazione poiché selezionato dalla nazionale giapponese su pista per prendere parte all'ultima prova di Coppa del Mondo ad Hong Kong per poter strappare un pass olimpico per Rio) e Yuma Koishi, in bella evidenza lo scorso anno tra gli Under 23 in cui ha conquistato il titolo nazionale a cronometro e soprattutto il campionato asiatico in linea.

Insomma le premesse per fare bene ci sono tutte e l'entusiasmo non manca in una NIPPO Vini Fantini che, dopo essersi attirata le simpatie di molti appassionati, punta a crescere notevolmente in questo 2016, cercando di dare del filo da torcere alle più blasonate formazioni del World Tour.

Vivian Ghianni

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