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Ritirati: Stressati, felici o ricollocati - Da Petacchi a Kolobnev, da Lastras a Gadret, tutti gli addii al termine della stagione

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Pablo Lastras chiude una carriera vissuta sempre con generosità © Bettiniphoto

Ad inizio anno ad aprire le danze era stato Cadel Evans, al termine della prima edizione della corsa che porta il suo nome. Un altro campione dei grandi giri degli ultimi quindici anni, ossia Ivan Basso, lo ha seguito nel corso della stagione. Oltre a loro, sono come sempre numerosi gli addii alle corse ad ogni fine di anno, con i big più rinomati a prendersi l'ultima ovazione di una carriera mentre i meno conosciuti cadono ahiloro nell'oblio, senza un meritato applauso.

 

Chi ha salutato durante la stagione: da AleJet a Fast Freddie e altri ancora
La Saint Vincent-Sestrière, penultima tappa del Giro d'Italia, è stata l'ultima esibizione di Alessandro Petacchi: Alejet è dovuto ritirarsi a causa di un virus che gli ha impedito di prendersi l'abbraccio finale tra le strade di Milano. Lo spezzino, che aveva annunciato un primo stop nell'aprile 2013, era poi tornato sui suoi passi diventando apripista di Mark Cavendish alla Omega Pharma per la quale, il 17 aprile 2014, ha conquistato l'ultimo successo della sfavillante carriera al GP Cerami. Nello scorcio di 2015 con la Southeast il quarantunenne ha cercato di mettere ancora una volta il proprio nome sull'albo d'oro del Giro d'Italia, la sua corsa prediletta nella quale era esploso nel 2003. 27 successi al Giro, 6 al Tour e 20 alla Vuelta per il velocista gentiluomo, in una carriera da professionista iniziata nel 1996 con la divisa della Scrigno e nella quale ha esultato per circa 200 volte in totale. Numeri da campione assoluto.

Nel corso della stagione hanno abbandonato anche altre diverse vecchie conoscenze del pedale: solo per restare al mondo delle classiche del pavé, fra i belgi hanno salutato il trentasettenne Kevin Hulsmans della Vastgoedservice (ma con un lungo passato fra Mapei, Quick Step e Vini Fantini), il trentaquattrenne Sébastien Rosseler della Veranclassic (vincitore della Freccia del Brabante 2010 e della Driedaagse De Panne-Koksijde 2011) e il trentaquattrenne fratello d'arte Jérôme Gilbert della Verandas Willems. Più noto il trentacinquenne Gert Steegmans, una vita da gregario quasi sempre per Tom Boonen: nel suo palmares venticinque vittorie fra cui due tappe al Tour de France nel 2007 e nel 2008. Dal Belgio salutano, entrambi per problemi cardiaci, il ventisettenne Klaas Lodewyck della BMC e il ventottenne Romain Zingle della Cofidis. A metà maggio ha deciso di abbandonare anche il trentatreenne Kevin De Weert, scalatore del Team Lotto NL-Jumbo, minato da problemi fisici: passato professionista nel 2003, pareva essere il corridore belga più talentuoso della sua generazione, ancor più di Boonen e Gilbert; dopo tredici stagioni da professionista il bilancio delle vittorie è rimasto fermo a zero.

A metà stagione aveva optato per il ritiro l'olandese Daan Olivier: il ventitreenne del Team Giant-Alpecin era ritenuto una promessa ma, anche complice l'overtraining, la passione per lo sport è venuta meno portandolo a privilegiare la carriera universitaria. Ha deciso di privilegiare un'altra carriera anche Jérôme Pineau: il trentacinquenne francese dell'IAM Cycling è sceso dalla bici a metà stagione e si è subito reinventato commentatore tecnico in tv per BeInSport, iniziando in parallelo anche l'attività di procuratore: in quattordici anni di attività può contare nove vittorie fra cui la tappa di Novi Ligure al Giro d'Italia 2010, portando a termine un'insperata azione di fuga. Dopo la cronometro a squadre iridata ha salutato una figura mitologica del ciclismo statunitense, il quarantaduenne Fred Rodriguez: già avversario di Cipollini e Petacchi, Fast Freddie è stato un ottimo apripista per Robbie McEwen negli anni della Lotto riuscendo comunque a conquistare una quarantina di successi in carriera. Spicca la tappa di Carovigno al Giro d'Italia 2004 proprio davanti a Petacchi mentre alle spalle di Re Leone ha dovuto accomodarsi in due prestigiose occasioni nel 2002, ovvero sia alla Milano-Sanremo e alla Gent-Wevelgem.

 

Chainel e Gadret, ritorno alle origini. In Spagna dice adios un grande vecchio
A metà estate aveva comunicato l'abbandono alla carriera da professionista Steve Chainel: il francese della Cofidis, Solutions Crédits annunciava la rescissione del contratto con il team in ragione di una scelta inconsueta ma che merita applausi. Il trentaduenne ha deciso di dedicarsi a tempo pieno al primo amore, ovvero sia il ciclocross: assieme alla moglie Lucie, anch'essa crossista, ha dato vita ad un team (Cross team by G4) per il quale inizierà a correre dal prossimo 1 gennaio un altro transalpino che ha deciso di abbandonare la strada per tornare alle ruote grasse. Si tratta di John Gadret, scalatore nell'ultimo biennio alla Movistar: il trentaseienne è però noto alle cronache soprattutto per l'esperienza pluriennale all'AG2R La Mondiale con cui, nel 2011, arrivò sorprendentemente terzo al Giro d'Italia vincendo in maniera netta la tappa di Castelfidardo, ultima delle cinque vittorie su strada della sua carriera.

In Francia saluta anche Anthony Geslin, trentacinquenne della FDJ che ha vissuto solo un giorno da protagonista assoluto: fu lui a terminare al terzo posto nel mondiale in linea di Madrid 2005 battuto solo da due leggende come Tom Boonen e Alejandro Valverde. Anche per lui sono solo cinque le vittorie in carriera, l'ultima delle quali (la Freccia del Brabante 2009) è la più prestigiosa. Con la maglia della Europcar hanno terminato la carriera Giovanni Bernaudeau, Jimmy Engoulvent e Maxime Méderel: il trentaduenne Bernaudeau, figlio del capo del team Jean-René, non ha mai avuto la gioia di alzare le braccia al cielo a differenza del quasi trentaseienne Engouvlent, vincitore in diciannove occasioni. Gran protagonista nei cronoprologhi (basti pensare che ha vinto in quattro occasioni la passerella di apertura al Giro del Lussemburgo), Engoulvent, che rimarrà nel team francese come ds, si può fregiare di aver vinto nel 2012 la 4 Jours de Dunkerque battendo nell'ordine Zdenek Stybar, John Degenkolb, Carlos Betancur e Thomas Voeckler. Il trentacinquenne Méderel lascia dopo undici anni con tre vittorie nel palmares e il terzo posto al Tour of Turkey 2013 come risultato più prestigioso. Oltralpe smettono anche il trentaduenne Floridan Guillou (Bretagne-Séché Environnement) e il ventiseienne Thomas Damuseau (Roubaix Lille Métropole), un passato nella Giant-Shimano e un futuro come studente di marketing sportivo.

Diciotto anni di carriera trascorsi sempre in un'unica squadra sono una rarità nel panorama sportivo. Nel ciclismo, con le purtroppo ripetute chiusure di formazioni, ancor di più. Pablo Lastras è un highlander del ciclismo, a cui si sommano le non indifferenti qualità umane che ha mostrato nell'arco di quasi quattro lustri. Il trentanovenne di San Martín de Valdeiglesias ha sempre militato per il team di Eusebio Unzué e per il quale ha svolto il ruolo di gregario prima per Olano, Jiménez, Valverde e Quintana. Non sono mancate le occasioni per conquistare gioie personali: nel suo palmares figurano tre tappe alla Vuelta, una al Tour e una al Giro (nel 2001 a Gorizia). Di prestigio è anche il successo alla Vuelta a Andalucía 2008 così come il terzo posto al Giro di Lombardia 2010. Lo spagnolo ha attaccato il numero alla schiena per l'ultima volta lo scorso 26 marzo nella quarta tappa della Volta a Catalunya, tappa in cui cadde rompendosi l'anca, frattura che lo ha costretto ad una lunga e difficile riabilitazione. Per restare nel paese iberico, abbandonano l'attività anche il trentaquattrenne Moisés Dueñas (Louletano), il venticinquenne Dario Hernández (Burgos-BH, dove resterà come ds) e il trentenne José Luis Roldán (Keith Mobel).

 

Tanti ritiri in Belgio, compresa una promessa mai sbocciata, e in Scandinavia
La palma di paese maggiormente toccato dai ritiri va al Belgio: nella nazione in cui il ciclismo è una religione sono in tanti, soprattutto ancora giovani, ad abbandonare l'attività agonistica. Ben quattro sono reduci da un 2015 trascorso alla T.Palm-Pôle Continental Wallon: si tratta del diciannovenne Gilles Billen, del ventiduenne Louis Convens, del venticinquenne Ian Vansumere e del ventiseienne Andrew Ydens. Due i ritiri in casa Colba-Superano Ham con il ventitreenne Jeroen Goeleven e il ventenne Thomas Van Opstal. Tra i giovanissimi fiamminghi salutano anche il ventenne Brent Luyckx (Leopard Development), il diciannovenne Anthony Vandrepotte (Color Code-Aquality Protect) e il ventiduenne Thomas Raeymaekers, corridore diabetico del Team Novo Nordisk (dal medesimo team stessa decisione presa anche dal ventinovenne tedesco Simon Strobel).

Il più esperto tra i sudditi di Re Filippo a smettere è James Vanlandschoot, trentasettenne gregario della Wanty-Groupe Gobert. Stop per il ben più giovane (classe '90) Arthur Vanoverberghe della Topsport Vlaanderen-Baloise che si dedicherà agli studi. Dalla Vastgoedservice-Golden Palace abbandonano il ventottenne Kevin Peeters, vincitore un anno fa del GP Criquielion che ha aperto il mese scorso una friggitoria, e il venticinquenne Alphonse Vermote, fratello del più noto Julian. A trent'anni smette una delle promesse più fulgide dello scorso decennio, quel Dominique Cornu vincitore nel 2006 del mondiale under 23 a cronometro e passato professionista con molte ambizioni alla Lotto: nei suoi anni tra i grandi ha saputo cogliere solo due vittorie (una tappa al Giro del Capo 2007 e la cronometro del Giro del Belgio 2010), cambiando spesso formazione (nel 2015 è stata la volta della Verandas Willems) e peggiorando costantemente le proprie prestazioni.

La Finlandia perde il suo unico corridore del panorama World Tour: smette a trentaquattro anni Jussi Veikkanen, dal 2005 sempre in maglia FDJ (2011 escluso, corso in maglia Omega Pharma-Lotto). E proprio con il team di Marc Madiot rimarrà come direttore sportivo: nel suo palmares figurano otto titoli nazionali in linea e sei altri successi, con la ciliegina della sesta tappa del Giro di Germania 2008. Fine della corsa anche per il ventottenne Nikola Aistrup (Riwal Platform), il ventisettenne Rolf Nyborg Broge (ColoQuick), il ventiquattrenne Marc Christian Garby (Team Idea), frenato dai tanti infortuni, e il ventiduenne Martin Grøn (Riwal Platform), tutti danesi. Abbandono per i norvegesi Filip Eidsheim, venticinquenne della FixIt.no e vincitore quest'anno di due tappe al Giro del Marocco, Tormod Jacobsen, ventiduenne della Coop-ØsterHus e campione nazionale nel 2014, Thomas Larsen, ventunenne del Team Sparebanken Sør, e Morten Mørland, ventottenne del Team Sparebanken Sør. Stop infine per il ventisettenne svedese Sebastian Balck del Team Tre Berg-Bianchi.

 

Pochi addii fra gli italiani, per ora. Così nel resto d'Europa
E in Italia, come va la situazione? Meglio degli anni scorsi, al momento. Detto dei due giganti Basso e Petacchi, ad ora si contano sulle dita di una mano gli addii: smette il trentasettenne Davide Frattini, ultimo (per ora) corridore della famiglia dopo i fratelli Francesco e Cristiano, vincitore nel 2001 del Giro Baby ma non capace di mantenere le aspettative tra i pro'. Negli ultimi undici anni il varesino ha corso per team statunitensi (dal 2011 con la UnitedHealthcare), continente nel quale vive in Canada con la moglie giornalista Kirsten. Una carriera martoriata dagli infortuni è quella di Andrea Piechele, ventottenne trentino della Bardiani-CSF che ha optato per proseguire gli studi in scienze motorie. Niente da fare per Nicola Poletti, ventunenne mantovano della D'Amico Bottecchia che ha deciso di abbandonare dopo poche uscite nel 2015. Andrà infine a competere nella mtb Cristiano Salerno: il trentenne ligure, quest'anno alla Bora-Argon 18, ha deciso di abbandonare la strada dopo una buona carriera da gregario soprattutto alla Liquigas. Nel 2010 le sue uniche vittorie da pro', con due tappe e la generale al Giro del Giappone.

Paga un conto salato la Germania, con il trentottenne Robert Förster come nome più noto. Il velocista di Lipsia, nelle ultime cinque stagioni alla UnitedHealthcare, è noto principalmente per le vittorie di tappa al Giro d'Italia, una nel 2006 a Milano e una nel 2007 a Frascati (nel medesimo anno gli è stata attribuita anche la frazione di Barumini ritirata a Petacchi). Nel 2006 aveva esultato anche alla Vuelta mentre sono state ventinove i restanti successi in quindici anni di carriera. Auf wiedersehen anche per il ventottenne Benjamin Edmüller (Heizomat), il ventisettenne Jan Oelerich (Team Stölting), il ventottenne ex Cervélo e MTN Martin Reimer (LKT Brandenburg), il trentaduenne Michael Schweizer (African Wildlife Safaris), il trentenne Christoph Springer (Vorarlberg) vincitore del Giro dell'Egitto 2009 e il ventiquattrenne Maximilian Werda (Team Stölting), promettente corridore frenato irrimediabilmente dagli infortuni.

Tre gli olandesi che salutano, tutti di scarso livello: il ventitreenne Sjors Roosen (Cyclingteam Jo Piels), il trentunenne Bart Van Haaren (Parkhotel Valkenburg) e il venticinquenne Geert Van der Weijst (Team 3M), vincitore quest'anno della Omloop van het Waasland. Venticinquenne è anche lo sloveno Klemen Stimulak (Adria Mobil), vincitore un anno fa del Giro del Medio Brenta. Stop anche per il ventisettenne lituano Egidijus Juodvalkis (Colba-Superano Ham), protagonista in passato con la Landbouwkrediet, e il trentasettenne britannico Tom Barras (NFTO, di cui diventerà ds). Lascia l'attività per salire a tempo pieno in ammiraglia Aliaksandr Kuchynski: il bielorusso, fautore un anno fa della nascita del Minsk Cycling Club, sarà uno dei tecnici della rinnovata Gazprom-RusVelo. Per il trentaseienne gregario ex Liquigas e Katusha il rammarico di non aver mai vinto ad alto livello, andando vicino al bersaglio grosso alla Gent-Wevelgem 2009 quando fu battuto allo sprint dal solo Edvald Boasson Hagen. Ritiro anche per il trentaduenne kazako Aleksandr Dyachenko, in rosa quest'anno con l'Astana ma che non ha mai corso una gara. Nel palmares rimane il Giro di Turchia 2012 (con annessa tappa) ottenuto dopo la squalifica del bulgaro Ivailo Gabrovski.

La sua ultima corsa è stata la Vuelta al País Vasco di metà aprile, dove si è rotto un piede; da allora Alexandr Kolobnev non ha più preso parte ad alcuna prova in maglia Katusha, dedicandosi agli studi in management sportivo. Il russo, anche se non comunicato ufficialmente, ha spesso la sua carriera lunga quattordici stagioni sulle strade basche. Corridore spesso invischiato in situazioni borderline, fra la presunta vendita della Liegi 2010 in favore di Vinokourov (evento per il quale entrambi sono rinviati a giudizio), poi una positività ad un diuretico al Tour de France 2011 ma non squalificato per attenuanti generiche, quindi cliente di Michele Ferrari, il trentaquattrenne che vive in Spagna vanta un curriculum di tutto rispetto fra la vittoria alla prima Strade Bianche nel 2007, l'argento iridato a Stoccarda 2007 dietro a Paolo Bettini, il bronzo olimpico a Pechino (dopo l'estromissione di Davide Rebellin), il terzo posto al Giro di Lombardia 2009 e altri numerosi piazzamenti. Poche complessivamente le vittorie (solo otto compresi due titoli nazionali in linea) ma ben più costante la presenza nelle zone alte di classifica nelle gare di un giorno.

 

Troppo stress per Flakemore, fine corsa anche per Ted King
Arrivare in uno squadrone come il BMC Racing Team e potersi misurare con grandi campioni è un sogno per tutti i giovani ciclisti; lo era anche per Campbell Flakemore, vincitore del mondiale under 23 a cronometro di Ponferrada 2014. Eppure quello che pareva un sogno si è ben presto trasformato in un incubo per Flakey quando, al Tour Down Under, è caduto rompendosi la clavicola; da lì il dubbio, già in nuce, di aver compiuto la scelta sbagliata che si fa sempre più pressante fino ad arrivare all'annuncio del ritiro lo scorso 11 novembre. In Australia ritiro anche per il trentaduenne Darren Laphtorne (Drapac Professional) mentre il trentaquattrenne neozelandese Hayden Roulston (Trek Factory Racing) ha deciso di smettere con l'attività su strada per concentrarsi, in vista dell'appuntamento olimpico di Rio de Janeiro, solamente alla pista, settore in cui ha mosso i primi passi e si è tolto grandi soddisfazioni (come due medaglie olimpiche a Pechino 2008).

A trentadue anni è arrivata l'ora di smettere per Ted King, gregario statunitense visto in azione fra Cervélo, Liquigas e Cannondale. Stop per il trentatreenne Ken Hanson (UnitedHealthcare), vincente in passato tra il Giro di Corea, la Volta ao Alentejo e la Gooikse Pijl. Dalla Jamis-Hagens Berman terminano l'attività il venticinquenne Ian Crane e il trentasettenne Benjamin Jacques-Maynes. Trentotto le primavere di Scott Zwizanski (Optum p/b Kelly Benefit Strategies), che termina una carriera che lo ha visto trionfare nel 2009 al Tour de Beauce (davanti a Sergio Henao e Darwin Atapuma) e alla Vuelta a Uruguay. Quarantuno invece gli anni di Juan Martín Ferrari, argentino della Buenos Aires Provincia che ha optato per appendere la bici al chiodo.

Alberto Vigonesi

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