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Grandi giri 2016: E tu l'anno prossimo dove vai, al Giro o al Tour? - Chi fa cosa: Nibali-Valverde-Landa alla corsa rosa, Froome-Quintana-Aru-Contador in Francia. E Rio sullo sfondo

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Chris Froome e Vincenzo Nibali © Bettiniphoto

Tra sei mesi esatti saremo alla vigilia dell'ultima decisiva settimana di gara al Giro d'Italia; tra otto mesi staremo festeggiando il vincitore del Tour de France; e tra nove mesi staremo vivendo le prime tappe della Vuelta a España. Come dire, da qui ai grandi giri 2016 scorrerà tanta acqua sotto i ponti, cionondimeno a noi appassionati di uno sport saldamente ancorato al passato ma costantemente proiettato sul futuro come il ciclismo (pensateci: un corridore non finisce di vincere il Giro delle Fiandre che già stiamo a chiederci se potrà ripetersi alla Parigi-Roubaix) piace buttare uno sguardo a quel che sarà, o che potrebbe essere, o che non potrà verificarsi.

In questa sede proviamo ad analizzare a grosse spanne le bozze di startlist che animeranno le più importanti gare a tappe della prossima stagione, tenendo però bene a mente che il vero centro di gravità del 2016 dei GT sarà una prova in linea: quella delle Olimpiadi di Rio de Janeiro, destinata a influenzare le scelte degli specialisti da grande giro. Il percorso dei Giochi si annuncia infatti molto duro, e rappresenta quindi un'occasione capitale, irripetibile per tutti quei corridori che solitamente sono respinti dalle classiche, ma che su un tracciato pieno di salita possono sperare di pescare il jolly di una carriera, in forma di oro olimpico.

È ampiamente noto che diversi campioni da GT stanno pensando intensamente a Rio: c'è chi ne farà addirittura l'appuntamento centrale della stagione, chi invece si muoverà in modo da avvicinarsi in buona (o ottima) condizione alle Olimpiadi. Il che vuol dire programmi di corse stilati ad hoc per non spendere troppo prima dell'evento brasiliano; o per non spendere troppo poco.

Vediamo allora, per quanto è dato sapere in questa fine di novembre, chi correrà dove e con quali obiettivi.

 

Giro d'Italia per Nibali con l'esordio di Valverde
Ad oggi, il Giro 2016 sarà quello del ritorno di Vincenzo Nibali dopo due anni dedicati al Tour; e quello dell'esordio assoluto di Alejandro Valverde, che fin qui non ha mai disputato la corsa rosa. Sarebbero loro due le vedette della manifestazione, con possibile inserimento nella lotta per la vittoria di Mikel Landa (che sarà il capitano della Sky) o - perché no - di Rafal Majka (in maglia Tinkoff), oltre che il palcoscenico per il tentativo di riscatto di Rigoberto Urán dopo una stagione assai negativa.

Curiosità per rivedere al Giro il già annunciato Esteban Chaves, mentre la AG2R ha appena fatto sapere che in Italia il suo capitano sarà Jean-Christophe Péraud, con Domenico Pozzovivo dirottato sul Tour. A completare il quadro, corridori che in passato hanno ottenuto buoni piazzamenti nella corsa rosa (Andrey Amador, Beñat Intxausti, Steven Kruijswijk, Damiano Caruso, per non dire di Ryder Hesjedal che il Giro l'ha proprio vinto), e inoltre gli stati maggiori delle varie Professional italiane; tutti atleti stimabilissimi ma che paiono avere una marcia in meno rispetto al Nibali della situazione e ai suoi più vicini rivali. Ciò non vuol dire che costoro non possano essere protagonisti, in fondo in una gara a tappe di 3 settimane qualcuno dei più attesi stecca sempre, mentre emerge forte qualche nome dalle seconde schiere.
Certo, se Mauro Vegni riuscisse ad arricchire il parterre con almeno un altro big di grande richiamo (qualcuno suggerisce Thibaut Pinot, anche se al momento l'ipotesi non è confortata da conferme), il Giro 2016 potrebbe risultare molto competitivo ad alto livello (sul fatto che possa essere bello già in sé non ci piove).

 

Aru al Tour de France per sfidare Froome, Quintana e Contador
Passando a discettare di Tour, diventa inevitabile far riferimento anche alle Olimpiadi. Esempio: Nibali farà il Giro, ma sin da ora dichiara che sarebbe necessaria la presenza anche (o vorrebbe dire: "solo"?) alla Boucle per finalizzare al meglio la preparazione per Rio. Di fatto però i programmi in casa Astana sono abbastanza delineati: il capitano in terra francese sarà Fabio Aru, chiamato a prendere il primo contatto con la corsa più importante del mondo. Nibali sarebbe un luogotenente del sardo, quindi? Un co-capitano? Un battitore libero?

Il campo degli avversari è il più qualificato possibile: già Chris Froome (supportato da Geraint Thomas) e Nairo Quintana (col riproposto Valverde ad aiutarlo) da soli valgono il prezzo del biglietto. Aggiungiamoci Alberto Contador all'ultimo assalto alla maglia gialla, il solito cagnaccio Joaquim Rodríguez, gli attesissimi francesi, da Romain Bardet (con accanto Pozzovivo all'esordio al Tour) a Pinot, da Pierre Rolland a Warren Barguil, senza dimenticare i Julian Alaphilippe o i Tony Gallopin. E ancora, l'accoppiata BMC Richie Porte-Tejay Van Garderen, quella Lampre col promettentissimo Louis Meintjes affiancato da Rui Costa, e poi quel Robert Gesink che pare aver ripreso una fase ascendente della carriera, il sempre motivato Bauke Mollema, i gemelli Adam e Simon Yates in cui qualcuno vede i Froome del futuro...

Insomma, la solita bagarre per inseguire il bersaglio grosso, magari mitigata parzialmente dal pensiero olimpico che attraverserà qualcuno di questi big: pensiamo a chi per un motivo o per l'altro uscirà di classifica (o si allontanerà dai quartieri alti) nella prima metà di Tour, e comincerà a soppesare, a gestirsi, a non voler finirsi visto che dopo la Grande Boucle dovrà avere abbastanza verve per essere protagonista a Rio. In tal senso, chissà, la terza settimana di gara potrebbe ridursi a una lotta serrata tra pochi, con molti altri che avranno un po' tirato i remi in barca. Avvantaggiati - nell'ottica di dare tutto fino a Parigi - quelli che in Brasile non ci andranno: proprio Aru è tra questi.

 

Alle Olimpiadi tutto in gioco su un terreno alternativo

Di Nibali abbiamo già ampiamente detto: sarà il capitano dell'Italia di Davide Cassani a Rio. Sarà avvantaggiato dal non fare il Tour (o dal farlo a fari spenti) rispetto a chi sarà uscito dalla Boucle come Froome e Quintana (che hanno già messo i Giochi nel mirino)? Sarà vincente l'idea di nazionale azzurra tutta al servizio di un uomo solo, al cospetto ad esempio di una Spagna che dovrebbe schierare insieme tutte le sue primedonne, ovvero Valverde, Rodríguez, e - udite udite - verosimilmente anche Contador?

Stesso imprinting che proporrà la Francia, la quale potrà schierare solo 4 uomini (contro i 5 delle più forti nazionali) e quindi giocoforza dovrà lasciare a casa uno dei suoi giovani galletti (chi tra Pinot, Bardet, Rolland, Barguil, Alaphilippe e Gallopin citati poco sopra?). Quel che è certo è che potremo assistere alla gara olimpica più dura e combattuta da quando i Giochi hanno aperto ai professionisti del ciclismo (cioè dal 1996), anche se va detto che l'albo d'oro (facile da ricordare: Pascal Richard, Jan Ullrich, Paolo Bettini, Samuel Sánchez, Alexandre Vinokourov) è di primissimo ordine e comprende già di suo alcuni "grangiristi".

 

Vuelta a España per gli esami di riparazione
Fatalmente la Vuelta è il grande giro di cui si sa meno. Un po' perché viene troppo in là nella stagione, un po' perché non gode del prestigio degli altri due GT, e quindi è raro che qualche corridore di grido la elegga a suo primo obiettivo stagionale. La storia recente del resto ci insegna che la corsa spagnola presenta un cast di extralusso, il quale però si compone strada facendo, raccogliendo nelle sue schiere i delusi degli altri GT, magari qualche corridore che si è infortunato nella prima parte della stagione saltando così altri appuntamenti di primo livello, e pure qualche reduce dal Tour che magari, sentendo buone sensazioni dopo la Boucle, decide di andare a misurarsi anche alla Vuelta (per dire, quel che hanno fatto quest'anno Froome e Quintana).
Ecco, di Quintana se non altro sappiamo sin da ora che sarà della partita (Valverde deciderà dopo Rio se triplicare e inseguire lo splendido obiettivo di disputare tutti e tre i GT); tra le poche conferme che si possono avere a tanti mesi dall'appuntamento iberico, si sa per certo che anche Esteban Chaves, dopo il Giro, farà la Vuelta, probabilmente imitato da Mikel Landa.

Per il resto si sa poco. O meglio, una cosa si sa di sicuro: al via della Vuelta troveremo Adam Hansen, che sarà stato già in gara sia al Giro che al Tour. Per l'australiano è un'abitudine, visto che da 4 anni porta a termine questa missione (al momento assomma 13 GT disputati consecutivamente), senza curarsi di fratture e malanni vari. Ecco, qualcuno potrebbe sostenere che il più grande grangirista in attività sia proprio lui: da un certo punto di vista, come dar torto a questa tesi?

Marco Grassi

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