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Sorprese Professional 2015: Rivelazione Theuns, risurrezione Guldhammer - Alla scoperta dei talenti della stagione appena conclusa, Paesi Bassi con Groenewegen e Wippert, la Spagna si affida a Barbero

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Edward Theuns vince ed esulta nella terza tappa del Tour de l'Eurométropole © Facebook

Bilancio di fine stagione anche per le formazioni Professional che hanno messo in mostra alcuni dei corridori più interessanti del 2015 ciclistico. Se per il plurivittorioso Nacer Bouhanni un rendimento simile era ampiamente preventivabile, se per Edvald Boasson Hagen un risveglio era assai sperabile, se per Bryan Coquard un passo in avanti era lecito aspettarselo, altre sono dunque state le sorprese dell'anno. Oggi per il primo appuntamento è la volta di cinque corridori che hanno saputo trascinare le proprie formazioni alle migliori stagioni delle rispettive esistenze mentre nel prossimo episodio verrà riservato uno sguardo soprattutto ai ciclisti di casa nostra.

 

Edward Theuns, chiamatelo mister regolarità
Tre vittorie, sei secondi posti, quattro terzi posti e ulteriori venticinque piazzamenti tra i primi 10. Questa, stando ai freddi numeri, la stagione di Edward Theuns, ventiquattrenne belga della Topsport Vlaanderen-Baloise. Formalmente un passista veloce, Theuns è un corridore che ha mostrato un particolare feeling con le gare sul pavé. E che, con le sue prestazioni che gli hanno permesso di contendere fino alla fine la vittoria della classifica dell'Europe Tour a Nacer Bouhanni, si è garantito un posto nel World Tour con la Trek Factory Racing: per il primo anno potrà apprendere da un maestro d'eccezione come Fabian Cancellara per poi raccogliere l'eredità dell'elvetico dalla stagione successiva.

La stagione parte subito con il piede giusto al GP la Marseillaise, chiuso al settimo posto, e all'Étoile de Bessèges, terminato al quinto posto con tre piazzamenti sul podio di tappa. Altre top 10 racimolate in Spagna tra Almería e la Vuelta a Andalucía prima di dare sfogo alle proprie abilità sul pavé: buone prestazioni tra Het Niewusblad, Kuurne-Bruxelles-Kuurne e Driedaagse van West-Vlaanderen, sempre a ridosso delle ptime dieci piazze. La prima vittoria dell'anno arriva a metà marzo alla Ronde van Drenthe, al termine di una volata ristretta, a cui fa seguito il giorno dopo un quarto posto alla Dwars door Drenthe vinta da Manuel Belletti. Un quinto posto alla Ronde van Zeeland è il preludio al capolavoro targato Topsport: alla Dwars door Vlaanderen, la squadra fiamminga domina la corsa di casa realizzando la doppietta con Jelle Wallays e lo stesso Theuns, beffando anche l'armata Etixx-Quick Step.

Alla Gand-Wevelgem, corsa in una giornata da tregenda, termina undicesimo alle spalle di Kristoff e Sagan. Deludenti invece le prove al la Ronde van Vlaanderen e alla Paris-Roubaix; in mezzo un ottimo secondo posto alla Scheldeprijs, preceduto dall'irresistibile Kristoff di quelle settimane. In maggio torna protagonista alla 4 Jours de Dunkerque dove conquista in volata l'ultima frazione davanti a Coquard, concludendo al settimo posto in classifica. Altri piazzamenti tra World Ports Classic, Tour de Belgique e Tour de Luxembourg prima della piazza d'onore alla Rund um Köln dietro a Tom Boonen. Le ultime gare prima del riposo di metà stagione sono lo Ster ZLM, dove si piazza quinto in classifica dopo tre frazioni tra i migliori sei, la Halle-Ingooigem terminata dietro a Bouhanni e Boeckmans e infine il campionato nazionale, in cui è dodicesimo ma prezioso gregario per un giorno per il compagno Preben Van Hecke che va ad indossare la maglia tricolore.

La seconda metà di stagione è meno fruttuosa, tra i consueti piazzamenti (Tour de Wallonie, Schaal Sels e GP de Fourmies) e un Eneco Tour corso senza sprazzi di qualità. Settembre lo vede battagliare gara su gara con Bouhanni per la vittoria del calendario europeo: dalla sua Theuns mette la vittoria nella terza tappa del Tour de l'Eurométropole e un prezioso ottavo posto alla Paris-Tours. La resa dei conti tra i due sfidanti si è tenuta il 13 ottobre alla Nationale Sluitingprijs Putte-Kapellen, gara di chiusura della stagione belga: Theuns prova a difendersi ma per conquistare la vetta del ranking deve piazzarsi sperando in una controprestazione del velocista della Cofidis, Solutions Crédits. Il quale, invece, sprinta vittoriosamente, con Theuns relegato al quarto posto. Stagione indimenticabile per il ragazzo di Gand che, dopo due stagioni con la squadra diretta da Christophe Sercu, fa il grande salto nel World Tour, sperando di affermarsi come uno dei campioni del domani.

 

La rinascita di Rasmus Guldhammer
Da talento cristallino a sonoro flop in meno di un anno quando, elemento non incidentale, si ha solo ventun'anni. Un futuro da reinventarsi, tornando a correre nelle corse in patria cercando nuove opportunità. E finalmente, a ventisei anni, tornare a battersi ad alto livello con i rivali di gioventù, ora non più irraggiungibili come solo pochi mesi prima. La storia ciclistica di Rasmus Guldhammer si può sintetizzare così: capace a vent'anni di vincere la Liège-Bastogne-Liège under 23 e di piazzarsi secondo alla Ronde van Vlaanderen di categoria (precedendo un tale John Degenkolb), nel 2010 sbarca nel World Tour con la HTC-Columbia, squadra abilissima a portare alla ribalta i predestinati del pedale. Ma il rapporto inizia subito con il piede sbagliato e, dopo una stagione disastrosa, Guldhammer è costretto a fare le valigie, tornando in Danimarca con il piccolo team Concordia Forsinkring. Quattro anni spesi fra le formazioni Continental del proprio paese prima della seconda chance della carriera, quando la Cult Energy diventa Professional e lo ingaggia.

Il primo bel risultato dell'anno arriva al Trofeo Laigueglia, un ottavo posto di buon auspicio. Un altro risultato soddisfacente arriva al GP di Lugano dove termina quarto nella prova vinta da Niccolò Bonifazio. Il danese torna a riaffacciarsi nei dieci alla Classica Corsica di fine marzo in cui è quinto, risultato che replica una settimana dopo alla Volta Limburg Classic. Qualche piazzamento di rincalzo al Circuit de la Sarthe e un quattordicesimo posto alla Brabantse Pijl, nel gruppo buono che si è giocato la corsa. L'Amstel Gold Race e la Liège-Bastogne-Liège vedono il suo ritorno in prove del World Tour, in cui però non incide. Al Tour of Norway arrivano un quinto e un sesto posto, al successivo Tour des Fjords il quarto posto nella tappa più dura si trasforma in identico risultato nella classifica generale. Al GP Horsens di metà giugno arriva la seconda posizione dietro al futuro compagno di squadra Alexander Kamp mentre a fine mese il campionato nazionale è deludente, con un modesto diciassettesimo posto.

Ad agosto è previsto l'appuntamento clou della stagione, il Tour of Denmark: nella corsa di casa Guldhammer conduce una gara sempre in prima fila, arrivando secondo nella terza tappa alle spalle del vincitore finale Matti Breschel. In classifica il capitano della Cult Energy termina quarto dando il via ad un mese intenso in cui riesce a tirare fuori il meglio di sé. All'Arctic Race of Norway è buon settimo, in una corsa on affatto agevole. La concorrenza si fa ardua alla Vattenfall Cyclassics ma, in una classica che anno dopo anno si fa sempre più adatta per i velocisti, il danese termina decimo. Migliora di una posizione il suo piazzamento la domenica seguente al GP de Plouay, altra prova in sfoggia una condizione eccellente. Continua nel suo momento positivo anche al Tour of Britain, nel quale si piazza sia negli arrivi ondulati che negli sprint: il quarto posto finale è la ciliegina sulla torta di una stagione senza successi ma che si conclude con la prima convocazione in nazionale per il mondiale di Richmond, avaro di soddisfazioni per il paese nordico. Nelle prossime due annate, in cui rimarrà alla Cult Energy-Stölting Group, Guldhammer avrà tutte le opportunità per fare il passo in avanti che molti gli avevano prospettato diversi anni fa.

 

Dylan Groenewegen, ragazzino terribile
Ventidue anni e un futuro dalla propria parte, ma con un presente da non disprezzare. Dylan Groenewegen ha debuttato tra le Professional con la nuova Roompot Oranje, squadra di giovani e senza grandi nomi: il posto perfetto per mettere a frutto il proprio talento e per mostrarsi alle grandi squadre. Passista veloce, l'olandese sa farsi valere anche sulle prove del pavé: nel 2014 toccò a lui vincere la Ronde van Vlaanderen under 23 allo sprint, dopo essere stato beffato dodici mesi prima dal solo Rick Zabel. Già nella scorsa stagione in maglia Cyclingteam De Rijke aveva impressionato per precocità al Trofeo Palma, giungendo terzo dietro a Sacha Modolo e Jens Debusschere. Quello che però ha manifestato lungo il corso di tutto il 2015 lo pone fra i talenti da seguire con maggior attenzione per i prossimi anni.

L'esordio fra Étoile de Bessèges e Vuelta a Andalucía è rivedibile, con solo un decimo posto di tappa sulle strade di Francia. Il rodaggio prosegue anche nella prima metà di marzo fino al quinto posto in volata all'Handzame Classic. Dopo un'altra top 10 di tappa alla Driedaagse De Panne arriva il debutto nella Ronde van Vlaanderen dei grandi: corsa che lo vede tra i fuggitivi della prima ora, giusto per sentire il piacere di trovarsi davanti sul pavé dei grandi. Una buona prestazione anche al GP di Denain prima di sprintare al quinto posto nella seconda tappa del Tour de Yorkshire. Anche al Bayern Rundfahrt, alla World Ports Classic e al Tour de Belgique si butta negli sprint, arrivando in due occasioni quinto e una volta quinto. Sesto è invece nell'ultima tappa dello Ster ZLM Toer che anticipa il campionato nazionale in linea: a Emmen il ventiduenne entra nel gruppo che si decide la corsa e termina buon quarto, alle spalle di atleti di formazioni più importanti come Terpstra, Sinkeldam e Van Poppel.

La prima corsa a tappe World Tour a cui Groenewegen prende parte è il casalingo Eneco Tour: il giovane sprinta nelle tre volate che si disputano e coglie come miglior piazzamento un quinto posto nella terza tappa vinta da Boonen. Sui terreni di casa il ragazzo di Amsterdam inizia ad ingranare il ritmo giusto per il finale di stagione: dopo il discreto settimo posto al GP Stad Zottegem ecco, arrivare la prima vittoria dell'anno all'Arnhem-Veenendal Classic battendo uno sprinter di tutto rispetto come Yauheni Hutarovich. La settimana seguente arriva un quattordicesimo posto alla Schaal Sels mentre è sabato 5 settembre che l'olandese coglie il successo più prestigioso della sua breve carriera: con uno sprint chirurgico si aggiudica la Brussels Cycling Classic precedendo al fotofinish Roy Jans, Tom Boonen e Bryan Coquard. Dopo la gioia arriva due settimane dopo il dolore: nello sprint per il Kampioenschap van Vlaanderen viene a contatto con Jens Debusschere il quale lo chiude contro le barriere. La caduta è inevitabile e il bollettino medico recita la frattura della rotula: chiusura anticipata della stagione e rinuncia forzata al mondiale under 23 di Richmond nel quale Groenewegen avrebbe avuto tutte le carte in regola per stare assieme ai quattro italo-francesi che si sono giocati le medaglie. Quella a Koolskamp è stata la sua ultima uscita in maglia Roompot Oranje: il Team Lotto NL-Jumbo ha deciso di investire pesantemente su di lui pagando un indennizzo alla squadra di appartenenza e facendo firmare al talentino un contratto triennale, dandogli la possibilità di crescere senza pressioni all'ombra di Sep Vanmarcke.

 

Wouter Wippert, dall'Australia con furore
Che ci fa un olandese in una formazione Professional australiana? Sprinta molto e si diverte a vincere. Wouter Wippert, dopo una promettente carriera tra gli under 23 e un 2012 concluso da stagista nell'allora Lotto Belisol, ha affrontato la prima stagione tra gli élite con i belgi del Team 3M raccogliendo risultati interessanti nelle gare del Benelux. Qualche formazione di livello superiore inizia ad interessarsi a lui ma la più lesta è l'australiana Drapac Professional Cycling che decide, nell'autunno 2013, di portarlo dall'altra parte del mondo per due anni. Mossa azzeccata per il team di Jonathan Breekveldt. Se nel 2014 conquista ben otto successi, nel 2015 il venticinquenne si porta a casa cinque affermazioni ma di più nobile lignaggio.

L'inizio di stagione è stato subito col botto: nella prima corsa World Tour della carriera, il Tour Down Under, il nativo di Wierden è salito alla ribalta per aver vinto la sesta ed ultima frazione della corsa in un caotico sprint tra le vie di Adelaide. Già nella terza tappa aveva saputo darsi da fare cogliendo un terzo posto in una frazione ondulata. Due mesi senza corse UCI e lo ritroviamo subito vincente nella prima giornata del Tour de Taiwan, ripetendosi due giorni dopo e sfiorando il tris nella quinta e ultima tappa. Altro mese di pausa causa scarsa attività del team e si cambia emisfero: altra piazza d'onore al Tour of the Gila prima di misurarsi contro big del calibro di Cavendish, Sagan e Van Poppel al Tour of California. Nella corsa della West Coast arrivano due secondi posti, una volta dietro allo slovacco e una dietro al britannico, più un terzo posto dietro ai due fenomeni.

Si torna ad Oriente al Tour de Korea e poteva Wippert mancare l'appuntamento con il successo? Certo che no, arriva l'uno-due fra prima e sesta tappa più tre terzi posti come corollario. Le prestazioni gli garantiscono la convocazione ai neonati Giochi Europei di Baku con la nazionale nella quale corre come appoggio al capitano Niki Terpstra. Dopo un anonimo campionato nazionale altra lunga pausa dal circuito UCI causata dall'inverno australe: il Tour of Utah lo vede imballato (termina fuori tempo massimo nella quarta giornata) mentre al Tour of Alberta torna a farsi vedere con un paio di piazzamenti. La accoppiata GP de Québec e GP de Montréal, in terreni non adatti a lui, pone fine alla stagione; l'anno prossimo lo vedremo in un'altra divisa, dal rosso Drapac al verdino della Cannondale, squadra nella quale potrà ritagliarsi un ruolo interessante in molte corse di livello.

 

Carlos Barbero, lo spagnolo rampante
Il ciclismo spagnolo, nonostante tre meravigliosi campioni quali Alberto Contador, Joaquim Rodríguez e Alejandro Valverde, continua a vivere un momento di difficoltà fra le scarse corse in calendario, l'ancor più ridotto numero di formazioni e la pochezza del movimento giovanile. Una piacevole eccezione è però rappresentata da Carlos Barbero, ventiquattrenne della Caja Rural-Seguros RGA che ha incorniciato l'ottima stagione di tutto il team (diciassette le vittorie totali) con le sue cinque affermazioni fra maggio e agosto e mostrandosi competitivo sia negli arrivi mossi che in quelli più pianeggianti.

Per iniziare a carburare ci vuole un bel po': fra febbraio e marzo lo spagnolo coglie solamente un risultato degno di nota, ovvero sia il nono posto nella prima tappa della Volta a Catalunya. Ma è ad aprile che il navarro inizia a raccogliere quei risultati che saranno una costante per il resto della sua annata sportiva. Alla Vuelta a La Rioja Barbero è quarto nella volata portata a casa da uno sprinter di razza come Caleb Ewan. La domenica seguente è terzo nella Klasika de Amorebieta, corsa su un percorso montagnoso come d'abitudine nelle gare dei Paesi Baschi. La Vuelta a Castilla y León lo vede protagonista con un terzo (nella prima frazione) e con un secondo posto (nella seconda frazione), giusto trampolino in vista del Tour of Turkey: nella penisola anatolica l'iberico si lancia in tre volate ottenendo un secondo posto dietro Sacha Modolo ed un terzo nella frazione conclusiva vinta sorprendentemente dal compagno di squadra Lluis Mas.

Alla Vuelta Comunidad de Madrid di inizio maggio arriva la prima vittoria nella seconda e ultima frazione portando a quattro il numero di successi in carriera. La gita in Norvegia al Tour des Fjords porta un ottavo e un nono posto mentre è ben più ragguardevole il bottino che conquista nella trasferta nordamericana: alla Philly Cycling Classic vince sul traguardo in salita posto nella città dell'amore fraterno. Il ventiquattrenne si ripete conquistando in Canada la prima e la quarta tappa del Tour de Beauce, entrambe allo sprint. La convocazione con la nazionale per i Giochi europei di Baku è un giusto premio e, nell'occasione, Barbero si veste da prezioso gregario per il dominio spagnolo di Luis León Sánchez. Nel campionato nazionale in linea torna a correre in proprio e sfiora un fantastico successo: solo il solito Alejandro Valverde lo precede in quel di Cáceres.

Dopo una meritata pausa torna alle competizioni al Circuito de Getxo, vinto nel 2014: in quest'occasione si deve accontentare di un terzo posto in volata alle spalle di due velocisti puri come Nacer Bouhanni e Juan José Lobato. La Clásica San Sebastián lo vede ritirato mentre è ben diverso l'esito della Vuelta a Burgos: si impone infatti nella prima frazione con arrivo in salita, precedendo un corridore abilissimo su questi finali come Daniel Moreno. Nella medesima corsa arriva un altro piazzamento, l'ultimo tra i primi 10 nella stagione: la sua ultima corsa dell'anno è la Vuelta a España nella quale Barbero non si mette in luce a differenza dei compagni di squadra. Potrà rifarsi nel 2016 sempre nella divisa verde scuro della squadra spagnola, nella quale cercherà la definitiva consacrazione in vista del passaggio nel World Tour.

Alberto Vigonesi

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