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Abu Dhabi Tour 2015: Colpaccio di reni, Viviani scolorisce Sagan - Il veronese si impone sull'iridato, Guardini al terzo posto. Vittoria finale a Esteban Chaves

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Elia Viviani batte Peter Sagan con un colpo di reni nell'ultima tappa dell'Abu Dhabi Tour © ANSA/CARCONI - PERI

Finire la stagione con una vittoria, la prima in maglia di campione del mondo: questo nei pensieri di Peter Sagan che, dopo aver conquistato l'agognata prova iridata, puntava a ripetersi anche all'Abu Dhabi Tour. Ci stava riuscendo, ma sulla sua strada ha trovato uno che ha ancora altri obiettivi in testa in questo 2015. Si tratta di Elia Viviani che, dopo l'ottavo ed ultimo successo su strada del 2015, tornerà nel Vecchio Continente per dedicarsi ai Campionati europei su Pista di Grenchen, dove il veronese punta a rinforzare la già solida carta olimpica dell'Omnium.

 

Brambilla attacca, obiettivo classifica
Dopo un tentativo dello stagista austriaco Lukas Pöstlberger (Tinkoff-Saxo) subito abortito, al terzo km partono i tre protagonisti di giornata: si tratta di Gianluca Brambilla (Etixx-Quick Step), Alexey Lutsenko (Astana Pro Team) e Eduard Vorganov (Team Katusha). L'andatura, da subito elevata. Nel percorso interamente previsto sull'autodromo di Yas Marina si è assistito ad una prima volta: le biciclette di Tom Dumoulin, Johannes Fröhlinger, Stijn Vandenbergh e Lukas Wisniowski sono state dotate di una microcamera in grado di trasmettere in diretta le immagini. Una bella novità, resa ancor più interessante con il sopraggiungere dell'imbrunire.

Il vantaggio del terzetto di testa non diventa mai una abbastanza consistente da permettere loro sogni di gloria. Se Lutsenko e Vorganov non avevano un interesse particolare a trovarsi all'attacco, diversa era il caso di Brambilla. Il vicentino di Tezze sul Brenta, nono in classifica, era a pari merito con König, Valverde e Nibali. Sfruttando gli abbuoni presenti nei traguardi volanti di giornata Brambilla ha potuto meritatamente conquistarsi il sesto posto finale, degna conclusione di una seconda parte di stagione ampiamente positiva.

Il gruppo dietro controlla, in un clima da ultimo giorno di scuola: Peter Sagan, sfruttando il fatto di trovarsi in un circuito automobilistico, entra nella corsia box per effettuare un pit stop con cambio bici, casco e occhialini, approfittando dell'occasione per salutare il patron Oleg Tinkov. Davanti i tre si spartiscono equamente i traguardi volanti: a Lutsenko il primo, a Brambilla il secondo, a Vorganov il terzo. A mero titolo di cronaca, il vantaggio massimo di giornata è stato toccato al km 61, quando i tre hanno avuto 1'49" di margine sul plotone.

 

Fuga riassorbita, ci provano in due. Volata scontata
Il primo dei tre attaccanti a rialzarsi è Vorganov il quale, quando mancano 21.5 km al traguardo, saluta la compagnia facendosi riprendere dal gruppo. Gruppo che, controllato dal Team Giant-Alpecin con il solito Cheng Ji, si riporta sui due ai meno 15.5 km dall'arrivo. Contemporaneamente dal gruppo attaccano Will Clarke (Drapac Professional Cycling) e Francisco Mancebo (SkyDive Dubai), due che si sono messi in evidenza nel corso della quattro giorni di gara. Azione onorevole, ma che arriva ad avere solamente una ventina di secondi di margine mentre dietro è la Lampre-Merida a dettare il ritmo.

In prossimità della campana dell'ultimo giro - suonata da un festante emiro - il gruppo si riporta sui due contrattaccanti, portando il gruppo compatto negli ultimi 5 km. A posizionarsi in testa il gruppo ci pensa il Team Sky, con Andrew Fenn e Ben Swift che, tuttavia, si levano troppo presto, lasciando l'onere di affrontare in testa l'ultima curva a Daniele Bennati, seguito a ruota da Daniel Oss e Elia Viviani.

Nello sprint il primo a partire è Oss che inizia la sua progressione ai meno 200 metri; il trentino viene superato dopo 100 metri da Viviani il quale riesce a resistere dal prepotente tentativo di rientro di Sagan anche grazie all'abituale colpo di reni ben piazzato, da vero pistard quale Elia è.

 

Tanta Italia nelle varie classifiche
La top 10 di giornata vede Elia Viviani precedere Peter Sagan e Andrea Guardini, partito forse un pizzico in ritardo; seguono in successione Daniel Oss, Marco Canola - protagonista sia a Il Lombardia di domenica scorsa che nella quattro giorni emiratina - lo sloveno Luka Mezgec, l'altro azzurro Andrea Palini settimo, lo spagnolo Juan José Lobato, il polacco Lukasz Wisniowski e lo spagnolo José Joqauín Rojas.

Il discorso riguardante la classifica finale si chiude con Esteban Chaves vincitore davanti a Fabio Aru e Wouter Poels; completano i primi 10 Janez Brajkovic, Diego Ulissi, Gianluca Brambilla, Alejandro Valverde, Leopold König, Vincenzo Nibali e Patrick Konrad. Chaves porta a casa anche la maglia bianca di miglior giovane, mentre quella verde della classifica a punti va a Viviani e quella nera degli sprint intermedi è appannaggio di Alessandro Bazzana.

Stasera ultimo appuntamento della stagione con il galà di fine stagione che celebra la conclusione dell'annata del ciclismo d'alto livello, secondo i desiderata attuali dell'UCI. Un ciclismo artificiale, dove il pubblico su strada è assente.

Alberto Vigonesi

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